È “TIME” DI FARE MARCIA INDIETRO – CAPITA L’ANTIFONA (PERDERE LETTORI), IL SETTIMANALE SI SCUSA E BLOCCA IL SONDAGGIO: “FEMMINISMO NON È UNA PAROLA DA BUTTARE” - IL TERMINE ERA STATO VOTATO IN UN SONDAGGIO COME LA PAROLA DA VIETARE NEL 2015

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Caterina Soffici per "il Fatto Quotidiano"

 

Time femminismoTime femminismo

Il settimanale Time si scusa ufficialmente. “‘Femminista’ non andava inserita in un elenco di parola da vietare” scrive il direttore Nancy Gibbs, facendo pubblica ammenda. Tutto era partito con il giochetto “vota la parola che non vorresti più sentire nel 2015”, perché superata o talmente abusata da esser divenuta insopportabile. Negli anni precedenti erano finiti nel mirino hashtag o selfie. Quest’anno, per sfottere un po’ la moda di tutti i politici che si dichiarano femministi, è finito anche “femminista” .

 

Forse lo scivolone di Time sarebbe passato inosservato, ma la sfortuna (per Time) ha voluto che proprio “femminista” è stata la parola più votata. È successo il finimondo. Scrive il direttore: “La sfumatura ironica è andata perduta e ci dispiace che la sua inclusione sia diventata una distrazione dall’importante dibattito su uguaglianza e giustizia”. Una figuraccia mondiale che ha scatenato i social network.

Nancy 
Gibbs
Nancy Gibbs

 

Su facebook e twitter è stato un delirio di proteste e critiche. C’è chi scrive: “Mi spiace che siate stufi di sentire la parola femminista. Io invece sono stufa di vivere in un mondo sessista”. Altri ironizzano: “Dopo femminista vogliamo liberarci anche di parolacce come equità, uguaglianza e misoginia?”. Un altro commenta: “Nello stesso giorno in cui l’uomo atterra su una cometa, Time vieta la parola femminista . Complimenti: un grande passo avanti e due passi indietro”. L’indignazione è bipartisan, nel senso che si indignano sia uomini che donne. La community FemministMajority ha organizzato un mail-bombing e ha tempestato la redazione di Time di mail di protesta: ne sono arrivate 9.833.

  

chanel sfilata con femministechanel sfilata con femministe

È partita anche una petizione online per abolire la parola femminista dal sondaggio, che in un paio di giorni ha superato le 25mila firme: “A parte il fatto che la libertà di parola è un diritto umano (e chiedere quindi di vietare qualsiasi parola è ridicolo), Time dovrebbe ricordare che la parola ‘femminismo’ si riferisce ad una filosofia piena di diversi punti di vista e prospettive sulle questioni di genere.

 

spagna femministe in piazza contro riforma abortospagna femministe in piazza contro riforma aborto

Metterlo accanto a parole gergali è ‘letteralmente’ scandaloso. Il femminismo non è una parola d'ordine; si tratta di un movimento con decenni di storia”. Una delle autrici dell’elenco, Katy Steinmetz, è stata ricoperta di insulti e ha provato a spiegare che non si voleva attaccare il femminismo ma l’uso che della parola fanno i media. La risposta ha suscitato ancora più critiche.

 

È finita che Time ha bloccato il sondaggio. Non si può più votare e l’ultima schermata dava comunque “femminista” al 45%. È rimasta solo la dichiarazione di scuse del direttore. Ma la rete ha dato il suo verdetto anche su questo: too litte, too late. Troppo poco e troppo tardi.

   @caterinasoffici