“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL…
Natalia Aspesi per la Repubblica
Chissà se per l’ultimo saluto dei milanesi al grande Dario Fo compariranno ancora, chissà da dove, quelle bandiere rosse con falce e martello, quelle rose rosse gettate dalla gente, migliaia di persone lì dall’alba, quelle parole desuete, “Compagne e Compagni!”, quel canto ormai muto, “Bella ciao”, quel grido dimenticato, “Ora e sempre Resistenza!”.
Era il 29 maggio 2013, davanti al teatro Strehler: pareva una scena anni ’70, invece era poco più di tre anni fa. La folla diceva addio con assoluto amore a Franca Rame: non la compagna di vita di Dario Fo ma la donna dell’impegno e della generosità, non la bellissima attrice e grande autrice, ma la straordinaria signora del coraggio e dell’indignazione, e quella del dolore e dell’umiliazione, della spaventosa violenza, delle torture, dello stupro subiti.
“Ciao!” aveva detto Dario al feretro ricoperto di rose rosa, stordito e incredulo per la separazione e l’amputazione, per la nuova inimmaginabile vita che lo aspettava, una vita a metà, gli anni difficili della vecchiaia senza condivisione, senza ordine, senza tenerezza, e anche senza litigi, che sono il cemento delle vecchie coppie: senza Franca.
Prima, era lei che gli organizzava la vita, come capita spesso alle mogli: chi andava a trovarli nella loro bella casa piena di ritratti di Franca dipinti da Fo, trovava lui che si muoveva leggero tra i divani e rilasciava le sue interviste con soave allegria; e lei al computer su cui negli ultimi tempi, brontolando, lavorava per l’immortalità del marito creando un grandioso archivio digitale che è stato donato all’Archivio di Stato di Verona: dove c’è tutto della loro vita, del loro lavoro e del loro tempo, ed è consultabile.
Sopra la foto con le teste vicine e l’espressione gioiosa, c’è scritto: «Abbiamo vissuto insieme per tanto tempo una quantità di storie che in dieci libri non si possono ricordare ». Ma l’archivio ricorda tutto e se per esempio digiti “stupro”, non solo c’è il monologo improvvisamente recitato da Franca una sera del 1978 in un teatro di Lucca, in cui per la prima volta raccontava la tragica esperienza che l’aveva distrutta, ma altre storie di altre donne che avevano subito stupri come lei.
Era stata un’azione fascista e forse organizzata da un gruppo di carabinieri, per punire Dario Fo che «dava davvero fastidio, apriva la testa alla gente e mio figlio faceva già attività politica», aveva poi detto Franca in un’intervista, «io ero la persona più debole, distruggendo me distruggevano tutti noi».
A volte le mogli pagano di più, ma in questo caso anche la Franca era odiata. Perché era soprattutto lei anche a nome di Dario, ad agire, facendo imbestialire le forze dell’ordine ma anche il governo (presidente del Consiglio Andreotti, ministro degli Interni Rumor), al di là della televisione da cui del resto erano stati banditi, al di là del teatro, con le sale cui revocavano la licenza se ospitavano i Fo: era lei a impegnarsi in prima persona in quel Soccorso Rosso che allora aiutava i disoccupati, chi occupava le fabbriche, più di 500 detenuti politici e non, e le loro famiglie: prima che si formassero le Brigate Rosse.
Ma non è stata solo la passione politica a spingere la coppia all’estrema generosità, economica e pure di impegno personale, sempre per l’iniziativa di Franca. Un giorno dell’agosto 1998, in vacanza a Cesenatico col marito lei confessò: «Sono proprio infelice e sto diventando noiosa ». Insieme avevano deciso una cosa che li rendeva di nuovo antipatici, questa volta ai nuovi egoisti attaccati sempre di più ai soldi, e pericolosi per chi non voleva sapere nulla degli esclusi: il miliardo e 600 milioni di lire del premio Nobel a Dario, e lei quella sera era in quinta fila a dargli coraggio facendogli i segni della loro intesa, avevano deciso di darli in beneficenza.
E naturalmente era lei anche a nome di Dario ad occuparsene e a soffrirne perché aveva scoperto che i disabili, allora, erano quattro milioni e mezzo, e come si faceva ad aiutare tutti, con una somma che pareva enorme e invece non era nulla? Tutti quelli la cui vita è estrema fatica, rinuncia, solitudine, bisogno e «che ci hanno straziato il cuore».
Sempre insieme tutto, anche se anni prima Franca alla televisione aveva annunciato che intendeva separarsi da Fo: che non ne sapeva niente ma che poteva immaginarlo visto che Franca se ne era già andata di casa. Poi lei non ce l’ha fatta, forse più per lui che per lei: che pure ha continuato a confessare che del Dario non ne poteva più, ma lasciarlo era impossibile, la loro vita insieme era stata speciale nel bene e nel male. Come quando ci si sposa in chiesa (e loro lo avevano fatto) valeva anche per lei e per lui «finché la morte non ci separi».
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