
DAGOREPORT: CHI TOCCA I FONDI, MUORE... – CHE HANNO COMBINATO DI BELLO IN ITALIA I BOSS DI…
“FACCIO SESSO INTENSO E APPAGANTE CON LA MIA CAPA, MA LA COSCIENZA BUSSA ALLA MIA PORTA. NON SO COME USCIRNE” – UN LETTORE 51ENNE, “FELICEMENTE SPOSATO DA 20 ANNI E CON DUE FIGLI”, RACCONTA AL "CORRIERE" DELLA RELAZIONE SESSUALE NATA CON LA PROPRIETARIA DELL’AZIENDA PER CUI LAVORA: “NON RIESCO A CHIUDERE PERCHÉ IL DESIDERIO È ANCORA IRRESISTIBILE, E PERCHÉ TEMO UNA SUA REAZIONE CHE POTREBBE FARE EMERGERE LA TRESCA” – LA REPLICA DI GRAMELLINI: “È SEMPRE TOCCATO ALLA DONNA TROVARSI IN QUELLA SCOMODA CONDIZIONE. ADESSO COMINCIA A TOCCARE ANCHE AI MASCHI…”
Da “La posta di Gramellini” – “Sette” – Estratti
Caro Massimo,
credo di essermi infilato in un cul-de-sac. 51 anni, felicemente sposato da oltre 20 e con due figli adolescenti. Sono il classico ragioniere che mastica tutto il giorno bolle e fatture per fare quadrare i conti. Da due anni lavoro in una azienda simile a tutte le precedenti, tranne che per un particolare che si sta rivelando tutt’altro che trascurabile: è di proprietà di una donna che mi piace.
La Dott.ssa Claudia ha 45 anni, bocconiana, sposata senza figli con un noioso impiegato statale. Al contrario del consorte, è colta, preparata, lungimirante, espansiva; inoltre è di una avvenenza rara: i geni dei nonni siciliani le hanno donato una bellezza che sa valorizzare vestendosi e truccandosi in maniera mai volgare.
Lo scorso autunno, durante una trasferta di lavoro in nord Europa, eravamo nelle rispettive camere e Claudia mi scrive un messaggio, chiedendomi di passare in camera da lei perché non gli tornavano i conti di alcune fatture.
L’ho subito raggiunta, salvo scoprire che era un pretesto: aveva appena finito di litigare al telefono col marito per futili motivi e sentiva la necessità di una voce amica: mi ha detto che lo amava, ma che cominciava a soffrire la differenza di età (15 anni) e il fatto di non avere figli. Per ricambiare la sua apertura, le confido che anch’io amo mia moglie, ma che la nostra intimità è ormai un ricordo.
I discorsi si fanno via via più leggeri, infine maliziosi. Un quarto d’ora dopo ci ritroviamo nel letto a consumare un rapporto sessuale intenso, appagante, inaspettato. Ancora oggi non mi capacito di quanto lei fosse disinibita quella nostra prima volta; sembrava se la fosse immaginata da mesi.
Da allora consumiamo regolarmente nel suo ufficio, dopo aver atteso l’uscita dell’ultimo collega. Mi ero illuso di essere in una situazione ideale per un maschietto: puro sesso senza sentimento, e famiglia del Mulino Bianco per tutto il resto. Ma da un po’ di tempo la mia coscienza sta bussando prepotentemente alla porta.
Di fatto è un tradimento, senza se e senza ma. Non riesco a chiudere per due motivi: perché il desiderio è ancora irresistibile, e perché temo una sua qualche reazione che potrebbe fare emergere la tresca: lei è in una situazione socioeconomica che la farebbe cadere in piedi mentre io ne uscirei distrutto, separato e disoccupato. Non so come uscirne.
Un in-cul-de-sac
RISPOSTA DI MASSIMO GRAMELLINI
il monologo di massimo gramellini in altre parole 4
Esaminiamo il “SAC” in cui ti trovi incastrato. Non sei abbastanza innamorato della tua amante, o non sei abbastanza disinnamorato di tua moglie, da avere la forza e il desiderio di fare la rivoluzione, che consisterebbe nello sfasciare la tua famiglia per indurre anche la datrice di lavoro a sfasciare la sua, nel tentativo di formarne una nuova con lei.
Al tempo stesso, non te la senti di rinunciare alla tua doppia vita, perché temi di rimpiangerne la mancanza e che la tua amante, scaricata, si vendichi mettendo tua moglie al corrente della tresca. [...]
Un problema ulteriore è l’imbarazzo che entrambi provereste in ufficio. Per questo sarebbe meglio non avere mai storie sul posto di lavoro. Perché, quando la storia finisce, si è costretti a continuare a vedersi. Se poi uno dei due amanti esercita un ruolo di potere rispetto all’altro, le tensioni che spesso accompagnano i titoli di coda di una relazione si ripercuotono pericolosamente sulla sfera professionale del sottoposto. Storicamente è sempre toccato alla donna trovarsi in quella scomoda condizione. Adesso comincia a toccare anche ai maschi.
Che fare? A livello razionale, la soluzione più prudente è continuare la liaison dangereuse finché non giungerà a saturazione per entrambi, così da chiuderla per consunzione e senza rancore, cercando di costruire poi una bella amicizia sulle ceneri della passione. Ma questo scenario quasi idilliaco è sottoposto a una tale quantità di variabili da risultare imprudente come tutti gli altri.
Non è strategico, però ha un vantaggio tattico: ti consente di prendere tempo senza rinunciare, per il momento, a nulla. Ma deve essere chiaro che si tratta di una soluzione-tampone. Come diceva Abraham Lincoln? «Potete ingannare tutti per un po’ e qualcuno per sempre, ma non potete ingannare tutti per sempre». A cominciare da sé stessi.
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