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PENNA ALL'ARRABBIATA - FARID IKKEN, IL 40ENNE ALGERINO, CHE DUE GIORNI FA HA ASSALITO CON UN MARTELLO UNO DEI POLIZIOTTI SUL SAGRATO DI NOTRE-DAME A PARIGI, NON HA IL PROFILO TIPICO DEL JIHDISTA - SI E’ LAUREATO IN GIORNALISMO, HA VISSUTO E LAVORATO IN SVEZIA E HA LAVORATO PER QUOTIDIANI ALGERINI AVVERSI ALL’ISLAM RADICALE
Leonardo Martinelli per “la Stampa”
Dal giornalismo al jihadismo. Cos'è successo nella testa di Farid Ikken, quarant'anni, algerino, che due giorni fa ha assalito con un martello uno dei poliziotti di guardia sul sagrato di Notre-Dame? Il profilo non corrisponde per niente alla stragrande maggioranza dei jihadisti all' azione in Francia da alcuni anni. Non siamo di fronte al solito sbandato di periferia, emarginato, arrabbiato, senza arte, né parte.
Nel suo computer gli inquirenti hanno trovato un video dove giurava fedeltà a Isis. Ma l'uomo non ha la consueta barba lunga. E, nella residenza studentesca alle porte di Parigi, dove viveva (stava facendo un dottorato di ricerca in giornalismo per l' università di Metz), tutti lo definiscono riservato, privo di qualsiasi aggressività o di segni esteriori di radicalizzazione.
Originario di Béjaia, nella Cabilia, si era laureato lì come traduttore e interprete nel 2000 per poi raggiungere la Svezia, dove ha vissuto dieci anni e si è laureato in giornalismo, ottenendo un master alla prestigiosa università di Uppsala. Si era anche sposato con una svedese, da cui ha divorziato. Ikken ha pure lavorato alla radio pubblica di quel Paese.
Nel 2011 era ritornato nella città natale, fondando un' agenzia di pubblicità e un sito d' informazione. Due anni dopo, però, visto l' insuccesso di quelle iniziative, aveva lavorato come corrispondente da Béjaia per «El Watan», giornale notoriamente avverso all' islam radicale. Nel 2014 era riuscito a ottenere un dottorato in Francia e aveva iniziato a scrivere la tesi sui nuovi media del Maghreb e il loro modo di trattare le elezioni nazionali.
Un nipote, Sofiane Ikken, avvocato in Algeria, ha detto di averlo visto l' ultima volta la scorsa estate. Lo zio gli aveva parlato male dell' Isis e definito il leader Abu Bakr al-Baghdadi «uno stupido». Farid, secondo Sofiane, «era religioso e faceva la preghiera, ma non era assolutamente un estremista». Lo ha confermato pure il suo direttore di tesi, il professor Arnaud Mercier. Ma ha specificato che Farid era « molto solo» e si era lamentato con lui dei suoi problemi economici, per mantenersi in Francia.
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