matrone romane

IL FEMMINISMO? E’ NATO NELL’ANTICA ROMA! IL PRIMO SIT-IN DELLA STORIA RISALE AL 195 A.C. QUANDO LE MATRONE ROMANE BLOCCARONO LE STRADE E PARALIZZARONO L’URBE: CHIEDEVANO L'ABROGAZIONE DI UNA LEGGE (CHE PENALIZZAVA LE PIÙ RICCHE) – FURONO BOLLATE COME "CREATURE SELVAGGE", CATONE IL CENSORE MISE IN GUARDIA IL SENATO...

matrone romane

Giuliana Rotondi per www.focus.it

 

 

Il femminismo è figlio dell'età moderna... Eppure già nell'antica Romale donne scesero in piazza per rivendicare i loro diritti - o meglio, per chiedere di abrogare la legge che li limitava, la lex Oppia.

 

AUSTERITY. La legge era stata proposta dal tribuno della plebe Gaio Oppio nel 215 a.C., un anno dopo la vittoria a Canne del generale cartaginese Annibale. La Repubblica era in una profonda crisi politica e finanziaria e la legge si proponeva di colpire il lusso femminile: stabilì infatti che le donne non potessero possedere più di mezza oncia d'oro (poco più di un grammo), né indossare abiti dai colori vivaci né muoversi in carrozza (se non per partecipare a cerimonie religiose).

 

SIT-IN. A 20 anni di distanza, sette anni dopo la sconfitta definitiva di Annibale a Zama, che ragione c'era di tenere la legge in vigore? Così due tribuni della plebe, Marco Fundanio e Lucio Valerio, ne proposero l'abrogazione.

 

matrone romane

In Senato si aprì uno scontro tra chi era favorevole ad abrogare la legge e chi voleva conservarla.

 

Nel frattempo le donne si fecero sentire riversandosi nelle strade, chiedendo che la proposta fosse discussa nel Foro, davanti a loro. Non solo: bloccarono le vie avvicinando gli uomini ed esortando consoli e funzionari a sostenere la loro battaglia.

 

Il giorno dopo un numero ancora maggiore di donne andò a casa di due tribuni contrari all'abrogazione facendo un sit-in dimostrativo.

 

L'ALA CONSERVATRICE. La notizia in Senato fu accolta con sgomento: le donne che protestavano vennero definite "incontrollabili" e "creature selvagge". Catone il vecchio, detto anche "il Censore" per le sue idee conservatrici, definì l'evento "un'insurrezione di matrone in preda al panico". E avvertì il Senato di un possibile rischio: le donne avrebbero potuto rimettere in discussione le leggi fatte dagli antenati, che le avevano rese sottomesse ai loro mariti. Insomma, cedere poteva rappresentare un pericoloso precedente.

 

Non fu ascoltato, e la legge venne abrogata. Correva l'anno 195 a.C.

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