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GENITORI CHE ERA MEGLIO DI NO - BIMBA DI 2 MESI IN COMA PER LESIONI GRAVI. IL PADRE CONFESSA: ‘NON SMETTEVA DI PIANGERE’. È IL TERZO RICOVERO PER LA NEONATA, E ORA LA POLIZIA INDAGA SUL RESTO DELLA FAMIGLIA. CHE PUR AVENDO I SOLDI PER COMPRARSI SMARTPHONE DELL’ULTIMA GENERAZIONE, NON ACQUISTAVA IL LATTE IN POLVERE
Beatrice Montini per http://www.corriere.it/
«Piangeva, non sapevo come farla smettere». Così ha raccontato agli inquirenti il padre della bambina ricoverata all’ospedale infantile Regina Margherita di Torino in gravi condizioni. La piccola, che ha circa due mesi e mezzo, adesso è in coma: ha un trauma cranico e alcune costole rotte. Il padre ha confessato di essere il responsabile ma, dicono le fonti, le indagini continuano anche sugli altri componenti della famiglia.
OSPEDALE REGINA MARGHERITA TORINO
I genitori della piccola, 34 e 28 anni, sono di Stroppiana, in provincia di Vercelli. Secondo quanto si apprende hanno portato la bambina in ospedale venerdì scorso . Ma non era la prima volta. La bambina era stata ricoverata altre due volte. La prima a inizio giugno. Allora il padre aveva detto che le era «caduta» mentre la teneva in braccio. La seconda volta invece la piccola aveva un herpes. Al terzo ricovero però sono scattati le indagini sulla famiglia: madre, padre e nonna.
La confessione
All’inizio c’è stato un «rimpallo» di responsabilità tra i tre. Poi L’uomo ha ammesso di essere stato lui. Non ha esattamente descritto la dinamica dei fatti ma ha ammesso di avere «strattonato» la bambina perché «non smetteva di piangere». É accusato di lesioni gravi e maltrattamenti. Comunque gli inquirenti continuano a indagare anche sul resto della famiglia. «Si può ritenere che l’origine della condotta risieda non solo nello stato soggettivo di chi l’ha posta in essere - scrive in una nota la Questura di Vercelli - ma anche nelle generali condizioni di vita del nucleo famigliare, particolarmente problematiche».
La famiglia e i servizi sociali
Secondo quanto si apprende la famiglia della bambina non è particolarmente «disagiata» ma era già finita nel mirino dei servizi sociali perché aveva dimostrato «atteggiamenti immaturi». Un esempio: non compravano il latte in polvere per la bambina ma andavano in giro con l’ultimo modello di cellulare.
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