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IL DRAGONE AGITA LE ACQUE – I VERTICI MILITARI GIAPPONESI HANNO SEGNALATO LA PRESENZA DI UNA PORTAEREI DI PECHINO IN UN’AREA DELL’OCEANO PACIFICO FINO A OGGI MAI RAGGIUNTA DALLE NAVI DA GUERRA CINESI: LA “LIAONING” HA COMPIUTO ESERCITAZIONI MILITARI A 300 KM DALL’ATOLLO GIAPPONESE DI MINAMITORISHIMA – SOLO POCHI GIORNI FA IL SEGRETARIO ALLA DIFESA AMERICANO, PETE HEGSETH, AVEVA LANCIATO L’ALLARME SUL “RISCHIO REALE E POTENZIALMENTE IMMINENTE” DI UN ATTACCO CINESE A TAIWAN...
Estratto dell’articolo di Marco Masciaga per www.ilsole24ore.com
A poco più di una settimana dall’allarme lanciato dal segretario alla Difesa americano Pete Hegseth circa il rischio «reale» e potenzialmente «imminente» di un attacco cinese a Taiwan, i vertici militari giapponesi hanno segnalato la presenza di una portaerei di Pechino in un’area dell’Oceano Pacifico fino a oggi mai raggiunta dai vascelli della People’s Liberation Army Navy.
[…] nel corso del fine settimana, la Liaoning e tre navi di appoggio hanno compiuto una serie di esercitazioni, compresi il decollo e l’atterraggio di caccia ed elicotteri, a circa 300 chilometri a sud ovest dell’atollo giapponese di Minamitorishima.
Non era mai successo che una delle tre portaerei cinesi si avventurasse tanto al largo nell’Oceano Pacifico, varcando la seconda delle due catene di isole che, grazie alle loro basi americane e non, fungono da contenimento della capacità di Pechino di proiettare la sua potenza militare nell’Oceano Pacifico.
La prima catena, quella più a ridosso della terraferma, comprende il Giappone, Taiwan, le Filippine e l’Indonesia, mentre la seconda collega il Giappone con la Micronesia, passando da una serie di piccoli arcipelaghi, tra cui quelli di cui fanno parte le isole di Iwo Jima e Guam.
Il dispiegamento del carrier strike group della Liaoning in una zona così lontana dalle coste cinesi è considerato significativo perché in caso di conflitto tra Pechino e Taipei, una delle principali minacce per la Marina militare cinese sarebbe rappresentata dall’arrivo delle forze americane di stanza alle Isole Hawaii.
L’area di Oceano Pacifico in cui si sono svolte le esercitazioni nel fine settimana si trova sulla direttrice che collega queste basi statunitensi con Taiwan e, nell’eventualità di un conflitto, per Pechino la capacità di impedire o rallentare l’arrivo di navi americane sarebbe cruciale. […]
[…] la missione della Liaoning in acque così lontane dalle coste cinesi conferma le ambizioni della People’s Liberation Army Navy, che da tempo non fa mistero di voler diventare una blue water navy, ovvero una marina militare in grado di operare anche a grande distanza dalle proprie coste.
Secondo un paper pubblicato un anno fa dal Centre for Strategic and International Studies, già oggi Pechino ha una flotta più grande di quella statunitense (234 a 219), composta da vascelli più moderni (il 70% delle navi cinesi sono entrate in servizio dopo il 2010 contro il 25% di quelle Usa) e, al ritmo di crescita attuale, nel 2027 potrebbe superare la Us Navy anche a livello di sistemi di lancio verticali installati sulle proprie navi da guerra. […]
portaerei cinese Liaoning
DONALD TRUMP - JD VANCE - PETE HEGSETH
portaerei cinese Liaoning
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