fucile a canne mozze

DIETRO L’OMICIDIO, LA DISPERAZIONE – GIORGIO MIODINI, 76ENNE DI PARMA, HA UCCISO CON UN COLPO DI FUCILE LA MOGLIE E POI HA CHIAMATO IL 112: “VENITE, L’HO AMMAZZATA” L’UOMO NON NE POTEVA PIÙ DI ACCUDIRE LA CONSORTE, AFFLITTA DA DEPRESSIONE, CHE DA DECENNI NON USCIVA PIÙ DI CASA. MIONDINI AVEVA RINUNCIATO A TUTTO PER PRENDERSI CURA DELLA DONNA, E QUALCHE GIORNO AVEVA CONFIDATO: "NON SO QUANTO POSSO ANCORA ANDARE AVANTI..."

Estratto dell’articolo di Filippo Fiorini per "La Stampa"

 

fucile 2

Ogni volta che nell'ultima settimana Giorgio Miodini ha evocato il peggiore degli scenari, si è sempre riferito a se stesso. Invece, alla fine ha ucciso Silvana, con cui era sposato da 45 anni. Poi, si è costituito, dicendo all'operatore del 112: «Venite, l'ho ammazzata».

 

Il quartiere San Lazzaro di Parma è uno di quei posti in cui la bellezza del centro è scemata e la pace di campagna non arriva ancora. I condomini sono tutti simili, le macchine parcheggiate strette e la convivenza è ravvicinata, ma tranquilla.

 

POLIZIA E AMBULANZA

Quando ieri mattina lo slargo su via Marx si è riempito di lampeggianti, tutto il vicinato ha capito che il fatto doveva essere grave e che riguardava quella donna che non usciva mai di casa, con il marito dedito quasi esclusivamente alle sue cure e da queste sempre più stremato.

 

Il fatto in questione è un omicidio volontario, commesso con un fucile da caccia, puntato verso il volto e poi azionato con un solo sparo, attorno alle 8,30. La vittima è una donna che era stata impiegata, ma che da molti anni e dopo la pensione era caduta in depressione, isolandosi dal resto del mondo.

 

fucile 1

Silvana Bagatti aveva 76 anni e suo marito Giorgio Miodini le è coetaneo. Elisabetta Boni Sommi divideva con loro il pianerottolo, i libri e l'età. «Giorgio era un uomo buono e anche Silvana era buona. Quello che le ha fatto, è stato per amore», è la prima cosa che dice, un'ora dopo che il crimine è stato consumato. Poi, si corregge. «È un uomo buono», precisa, infatti, il marito è ancora vivo, anche se in stato d'arresto con un'accusa pesante.

 

Circa sette giorni fa, Giorgio le aveva confidato di «non poterne più e di non sapere quanto a lungo ancora sarebbe riuscito ad andare avanti». Tempo addietro, l'amica gli aveva chiesto perché non le fosse più possibile incontrare Silvana. Condividevano la passione per i romanzi e se li scambiavano.

 

ambulanza

Lui le aveva risposto che la moglie era aumentata notevolmente di peso, che se ne vergognava e, complici i disturbi mentali, era andata oltre la decisione di non uscire più di casa, preferendo anche che nel loro appartamento non potesse più entrare nessuno al di fuori di lui. Elisabetta, allora, si era premurata che avesse almeno da leggere e Giorgio le aveva risposto: «In tutto il giorno, fa praticamente solo quello». […]

 

Nel decennio in cui lo stato di salute di Silvana è peggiorato inesorabilmente, Giorgio aveva mantenuto un solo passatempo: il ciclismo e ultimamente aveva dovuto abbandonare anche quello, per occuparsi a tempo pieno della moglie. […]