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SEDOTTE, INGANNATE E POI SPOLPATE – LA GRANDE TRUFFA ROMANTICA MESSA IN ATTO DA UNA DONNA A FORMIA CON L’AIUTO DI SETTE UOMINI DI ORIGINE NIGERIANA E UN CALL CENTER IN AFRICA – LE VITTIME VENIVANO AGGANCIATE SU FACEBOOK CON UN FINTO PROFILO DI UN GENERALE AMERICANO CHE, PROMETTENDO AMORE ETERNO, CHIEDEVA DEI SOLDI PER CONGEDARSI E ANDARE A TROVARLE – DIETRO AL PROFILO FAKE C’ERANO DEGLI OPERATORI DI UN CALL CENTER IN NIGERIA CHE CONVINCEVANO LE VITTIME A SGANCIARE UN MUCCHIO DI QUATTRINI – DAL 2018 AL 2021 32 DONNE SONO CADUTE NELLA RETE...

Estratto dell’articolo di Rinaldo Frignani per il “Corriere della Sera”

 

CALL CENTER

«Voglio passare tutta la vita con te, ti darò il figlio che non hai mai avuto. Ma adesso ho bisogno di soldi: sono in missione in Siria, per congedarmi dall’esercito devo pagare il mio governo». Il generale Larry Brooks parlava chiaro. O meglio, sapeva descrivere in modo coinvolgente, ma solo in chat, il suo lavoro e i suoi sentimenti per le donne che stravedevano per lui.

 

Pronte a tutto pur di essere scelte dall’ufficiale cinquantenne della Us Army che avevano conosciuto su Facebook. Anche a donargli tutti i loro risparmi. Non sapevano però che dietro Brooks c’era — e c’è tuttora — un call center in Nigeria, ma non si esclude anche in Ghana e Costa d’Avorio, con truffatori specializzati che impersonavano il militare.

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«Truffe romantiche», di quelle sempre più frequenti sul web, costate fra il 2018 el 2021 almeno 400mila euro a 32 vittime. Ultra 65enni, alcune delle quali sposate (filtravano di nascosto sui social): solo in 8 se la sono sentita di denunciare.

 

Ma grazie a loro la polizia postale ha arrestato una donna di Formia, Pasqualina Napoletano, 56 anni, e sette nigeriani residenti a Roma e titolari di partita Iva: incassavano i bonifici e i versamenti Postepay diretti al «generale Brooks» e li giravano su conti correnti esteri. […]

 

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L’infatuazione per Brooks ha portato alcune a non capire nemmeno che a scrivere non era sempre la stessa persona e che a volte al call center si faceva confusione perfino sui nomi delle «fidanzate» dell’ufficiale.

 

Una sorta di ipnosi collettiva che anno dopo anno ha messo in difficoltà anche gli stessi familiari delle vittime. Uno di loro, residente in provincia di Frosinone, invalido al 100% ,come la sorella, ha scritto alla polizia per chiedere aiuto: «Si è invaghita di un truffatore nigeriano che le ha detto di trovarsi in Siria perché militare.

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Chattano 24 ore su 24: non sarebbe grave, se non fosse che gli manda ogni primo del mese quasi tutta la pensione, restando sempre senza soldi per mangiare. Denaro che doveva versare al tribunale perché la nostra abitazione è pignorata e rischiamo di rimanere senza una casa».

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