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GUERRA ALLA MOVIDA - BARCELLONA DICE ADDIO AGLI 'ORARI SPAGNOLI': IN UFFICIO ALLE 8, NIENTE SIESTA, SI VA A LETTO PRESTO - RICCIONE VIETA BIKINI E TORSI NUDI PER STRADA E NELLE DISCOTECHE

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1. GIRO DI VITE DEL SINDACO DI RICCIONE, BIKINI VIETATI NEL CUORE DELLA MOVIDA

Franco Giubilei per "La Stampa"

 

vacanza riccionevacanza riccione

Niente più donne in bikini né uomini in tanga su viale Ceccarini, cuore della movida di Riccione, fra le strade simbolo dell’estate italiana, e bando anche alle centinaia di pr che fino all’anno scorso assediavano ogni sera i turisti cercando di piazzare le prevendite per le notti in disco: il sindaco Renata Tosi ha deciso che basta, a partire dall’inizio di giugno, si cambia registro e ha predisposto un’ordinanza che multerà con 50 euro chiunque si presenti in costume o, nel caso dei maschi, a torso nudo, nel salotto della cittadina romagnola, coi suoi bar, i ristoranti e i negozi chic. Quanto ai «pr» indisciplinati, per loro la sanzione sarà portata a 160 euro già dalla fine di questo mese, quando il popolo della notte tornerà ad affollare i weekend della Riviera, perché i 50 euro in vigore finora non sono stati sufficienti a scoraggiarli. 

 

DAL DOPOGUERRA 

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Un giro di vite che nelle intenzioni dell’amministrazione, la prima giunta di centrodestra a guidare Riccione dopo una serie ininterrotta di sindaci «rossi» che si sono susseguiti dal Dopoguerra, riporterà il decoro nelle abitudini un po’ troppo scollacciate e invadenti di villeggianti e promoter. E pazienza se viale Ceccarini e dintorni perderanno quel pizzico di follia anarchica e godereccia che tanto piaceva a Pier Vittorio Tondelli, cantore dei piaceri della Riviera Anni ’80 in romanzi come «Rimini»; il sindaco Tosi tira dritto per la sua strada e invoca lo stop allo sbraco anche per le altre località della costa: «Ho sollecitato l’assessore regionale al turismo a promuovere l’estensione di provvedimenti di questo tipo alle altre città della Riviera, e lui mi ha detto che sposa questa linea». 

 

IL GIRO DI VITE 

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I motivi della stretta sulle abitudini un po’ troppo balneari dei frequentatori del centro di Riccione li spiega così: “Riconosco che è un peccato doverci arrivare con un’ordinanza, perché dovrebbe bastare il buon gusto delle persone, ma veder passeggiare in viale Ceccarini donne e uomini in costumi da bagno anche molto succinti, bikini per le prime e a volte tanga per i secondi, non va bene, non è adeguato. Vogliamo essere accoglienti, ma come nel salotto di casa”.

 

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Sistemati i bagnanti che non sanno distinguere fra spiaggia e vie dello shopping, la Tosi mette in riga l’esercito di «pr»che promuovono i mille locali notturni della zona: «In tutta Riccione fino all’estate scorsa se ne contavano fino a 2-300 ogni sera, una situazione insopportabile per la grande insistenza di questi ragazzi con i turisti: ti fermano per la strada, ti tampinano per venderti le prenotazioni in discoteca, per non parlare di certi locali che usano ragazze conciate in modo molto sexy per promuovere la loro attività». Anche qui la svolta sarà radicale, perché i «pr» potranno sì fare promozione, ma non più per le vie del centro: «Hanno affittato dei locali vicino alla stazione ferroviaria, luoghi che pubblicizzeremo anche noi, dove potranno fare prevendita». 

 

 

2. ADDIO MOVIDA, BARCELLONA ORA VA A LETTO PRESTO - SCUOLE E UFFICI APERTI ALLE 8, TAGLIO ALLA PAUSA PRANZO: FINISCE UN’EPOCA

Alessandro Oppes per "la Repubblica"

 

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Europeizzarsi, adottare abitudini più vicine a quelle della maggior parte del mondo occidentale. Se c’è qualcuno, in Spagna, che ce la può fare, sono i catalani, più dinamici, meno inclini a vizi tipicamente iberici come la siesta. Per questo il governo della Generalitat guidato da Artur Mas ha deciso di rompere gli indugi proponendo una «legge sugli orari» che, se portata fino alle estreme conseguenze, provocherebbe un cambiamento radicale nello stile di vita dei cittadini. Non si tratta, almeno per il momento, di cambiare il fuso orario, dato che — come è ovvio — non rientra nelle competenze regionali adottarne uno diverso da quello in vigore in tutto il territorio nazionale.

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Il dibattito anche su questo punto, si sa, esiste. Ma, a Madrid, si trascina da tempo senza che si prospetti per ora alcuna soluzione. Il fuso spagnolo è notoriamente anomalo: fu il dittatore Francisco Franco, nel 1941, a scegliere l’ora dell’Europa centrale (si dice per compiacere la Germania nazista) piuttosto che quella che le corrisponderebbe in base alla sua posizione geografica, molto prossima al meridiano di Greenwich. Da qui le inevitabili conseguenze sull’organizzazione della vita quotidiana, segnata da incongruenze e scarsa efficienza.

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Ora il Parlament di Barcellona si propone, per via legislativa, di imporre una «terapia shock». Si tratterebbe di stabilire un «momento zero», una sorta di «ora x», in cui la Catalogna comincia a sganciarsi dalla lentezza iberica, dalla pigrizia spagnola, per unirsi al treno dell’Europa attiva e produttiva. In che modo? Intanto con un’apertura generalizzata degli uffici pubblici alle 8 del mattino. Poi con l’anticipo di due ore della pausa pranzo (che verrebbe ridotta al minimo indispensabile, possibilmente 30 minuti), e quindi con l’uscita anticipata dal lavoro.

 

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Il resto verrebbe di conseguenza: cenare prima, cambiare le abitudini dei telespettatori (una modifica del «prime time» tv è già stata proposta di recente a livello nazionale, ma finora con scarsi risultati) e dormire un numero di ore sufficiente. Il cambiamento coinvolgerebbe progressivamente tutti gli aspetti della vita sociale, dall’attività scolastica agli orari di apertura degli esercizi commerciali. E, nel mondo dello sport, non si ripeterebbero più anomalie come quelle di una partita di calcio che comincia alle 10 o alle 10 e mezza di sera e si conclude solo il giorno dopo.

 

barcellona di nottebarcellona di notte

Progetto realizzabile? O solo utopia? «Bisogna passare da un orario franchista irrazionale o uno democratico e razionale», dice Francesc Homs, braccio destro del governatore Mas. In modo sperimentale, anche in assenza della legge, qualcuno ci ha già provato, e con buoni risultati. Nello stabilimento della Damm, il più grande produttore di birra catalano, hanno anticipato l’orario di ingresso e uscita dal lavoro, aumentando del 10 per cento i livelli di produttività.

 

ARTUR MAS PRESIDENTE DELLA REGIONE AUTONOMA DI CATALOGNA ARTUR MAS PRESIDENTE DELLA REGIONE AUTONOMA DI CATALOGNA

Per mettere in pratica la sua rivoluzione oraria, Artur Mas aspetterà le elezioni del prossimo mese di settembre. A quel punto, in caso di vittoria del blocco nazionalista, il suo sarà anche un gesto per segnare in modo netto un distacco dal resto della Spagna: nella politica come nelle abitudini quotidiane.