DAGOREPORT – DONALD TRUMP HA IN CANNA DUE ORDINI ESECUTIVI BOMBASTICI, CHE FIRMERÀ IL GIORNO DOPO…
Guido Olimpio,Viviana Mazza per il “Corriere della Sera”
«Quando ho saputo che era sopravvissuto, sono rimasto sorpreso», dice Hadi Matar in un'intervista al New York Post nella prigione di Chautauqua nello stato di New York. Parla di Salman Rushdie, che lo scorso venerdì ha pugnalato almeno dieci volte.
L'assalitore ha spiegato al tabloid newyorkese di ammirare l'ayatollah Ruhollah Khomeini, che nel 1989 emanò la fatwa che condannava a morte lo scrittore dei Versi satanici («Rispetto l'ayatollah, penso che fosse un grand'uomo») e ad ascoltare la sua versione si dovrebbe immaginare che sia bastato questo, insieme a qualche video in cui ha sentito parlare lo scrittore su YouTube, a spingerlo all'attacco.
«Non mi piaceva, non pensavo fosse una brava persona. Ha attaccato l'islam, la loro fede, il loro sistema di credenze», ha aggiunto ammettendo, però, di aver letto solo «un paio di pagine» dei Versi satanici . Casuale - sempre secondo le sue affermazioni - il modo in cui ha appreso in inverno della partecipazione di Rushdie al festival: un semplice post su Twitter. Così ha preso un autobus da Fairview a Buffalo il giorno prima dell'evento, poi ha usato il servizio di auto Lyft per arrivare a Chautauqua.
Il giovane ha negato di essere in contatto con i Guardiani della rivoluzione iraniani e ha rifiutato di rispondere alle domande sul viaggio in Libano nel 2018 che, secondo la madre, «lo ha cambiato» e che potrebbe essere alla base della sua radicalizzazione. Da allora si era isolato nel seminterrato della casa, cucinando da solo. Anche in prigione a Chautauqua, lamenta nell'intervista, «non mi danno il cibo che la mia religione mi permette di mangiare».
IL MOMENTO IN CUI HADI MATAR VIENE BLOCCATO DALLA FOLLA
La narrazione di Matar prova a portare avanti la tesi del lupo solitario, il musulmano che agisce non perché istigato, ma che reagisce all'offesa. Non conosce il libro, se non superficialmente, però gli basta la fatwa. Dunque c'è l'idea e l'ispirazione lontana di Khomeini, quindi l'odio verso l'apostata, infine una finestra d'opportunità, con il bersaglio a portata di mano. La cornice dell'aggressore si specchia in quella presentata in questi giorni dalle autorità di Teheran: l'attacco è il gesto spontaneo di rabbia di un islamico, non servono ordini o cellule d'appoggio. Tocca agli investigatori verificare il racconto e cercare eventuali legami con apparati clandestini khomeinisti, come suggerito in modo vago da qualche fonte.
hadi matar l'uomo che ha accoltellato salman rushdiehadi matar l uomo che ha accoltellato salman rushdie 1hadi matar fermato
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