baracca di harry hallowes

VILLA DI LUSSO? NO, UN RIFUGIO PER SENZATETTO - IL CLOCHARD HARRY HALLOWES VINSE LA CAUSA CONTRO UN GRUPPO DI IMPRENDITORI CHE VOLEVA RIMUOVERE LA SUA BARACCA DA UN RICCO QUARTIERE DI LONDRA - ADESSO SU QUEL TERRENO SORGERA' UNA STRUTTURA PER BARBONI. LA SUA STORIA IN UN FILM

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Paola De Carolis per il Corriere della Sera

 

la baracca di harry hallowesla baracca di harry hallowes

Da una parte la villa più costosa di Londra, dall’altra un rifugio per i senzatetto. È l’epilogo della storia, e della vita, di Harry Hallowes, eccentrico irlandese protagonista di una battaglia legale diventata storica: impugnando le normative sull’usucapione, nel 2007 aveva sconfitto un gruppo di imprenditori immobiliari che voleva rimuovere lui e la sua baracca da un fazzoletto di terra nel lussuoso quartiere di Hampstead. La sua è un’occupazione che andrà avanti: morendo ha lasciato i suoi averi a due charity che si prendono cura di chi, come lui, non ha dimora fissa.

 

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È un terreno al quale si può accedere solo a piedi e sul quale è vietato costruire oltre i limiti della capanna tirata su in quasi trent’anni di occupazione da Hallowes—otto metri quadrati senza acqua corrente, gas o elettricità — ma che pur sempre gode di una posizione invidiabile, al confine con il parco di Hampstead Heath: le stime, di conseguenza, indicano un valore di circa 3,5 milioni di sterline. Non male per le due charity che potranno utilizzare, oltre alla capanna, lo spazio verde che la circonda (43 metri per 22).

 

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Il ricchissimo imprenditore russo Mikhail Fridman, che ha acquistato la villa attigua al lembo di Hallowes e la sta ristrutturando con un investimento di varie decine di milioni di sterline, se ne dovrà fare una ragione: la vicinanza con un pezzo di storia lo farà forse sentire più londinese. La vicenda di Hallowes, che in vita era soprannominato il senzatetto più ricco di Londra, è infatti nota al punto che recentemente ne è stato tratto un film con Brendan Gleeson e Diane Keaton. A Hampstead lo conoscevano tutti. Sistemava i giardini della zona e contava tra i suoi amici scrittori, artisti e musicisti.

 

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Il regista Terry Gilliam, ad esempio, andava spesso a trovarlo per fare due chiacchiere. Non aveva avuto una vita scontata. «Poteva sembrare scontroso, ma non lo era», ricorda Joe Gannon, l’amico che lo assistito sino alla morte, nel febbraio del 2016, all’età di 88 anni. Nato in Irlanda, a Sligo, Hallowes era emigrato in Australia e successivamente in Nuova Zelanda, dove si era mantenuto lavorando per allevamenti e fattorie. Tornato in Gran Bretagna all’inizio degli anni 80, aveva faticato a trovare impiego. Nel 1987 era stato sfrattato dall’appartamento che il Comune gli aveva assegnato. Era cominciata così l’occupazione del giardino di Athlone House, una villa del diciannovesimo secolo che durante la Seconda guerra mondiale aveva ospitato un centro d’addestramento della Royal Air Force e successivamente era diventata una struttura ospedaliera pubblica.

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Un giaciglio un giorno, una tettoia di plastica quello dopo: piano piano, Hallowes aveva messo su casa. Nessuno gli ha detto nulla sino a quando la villa non è stata venduta a un miliardario del Kuwait. Era troppo tardi per mandarlo via: abitava lì da quasi 20 anni. Per la legge britannica ne bastano dieci per essere riconosciuto proprietario. Quando nel 2007 si era ritrovato al centro dell’attenzione, i media avevano scovato il fratello Lionel. Harry, era emerso, aveva rotto i rapporti con la famiglia all’improvviso, senza una ragione concreta. I genitori erano morti senza rivederlo o sapere cosa gli fosse successo. Un voto di solitudine che era continuato sino alla fine.

 

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