MORO FOREVER - DOPO 35 ANNI I CARABINIERI DEL ROS HANNO AVUTO L’INCARICO DI CERCARE IL DNA DI ALDO MORO DEL COVO DELLE BR A VIA GRADOLI - L'INCARICO È ARRIVATO DAL GIUDICE ANTONIA GIAMMARIA: CI SAREBBERO NUOVE TESTIMONIANZE CONTRASTANTI CON LA VERSIONE DEI BRIGATISTI

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ALDO MORO IL COVO BR DI VIA GRADOLIALDO MORO IL COVO BR DI VIA GRADOLI

Marco Franchi per "il Fatto Quotidiano"

 

Dopo oltre 35 anni, i Reparti operativi speciali dei carabinieri hanno avuto l' indicazione di cercare il dna di Aldo Moro nel covo delle Brigate Rosse in Via Gradoli. L'incarico è arrivato dal giudice Antonia Giammaria, che ha presentato una relazione alla Commissione parlamentare d' inchiesta sul sequestro.

 

Ci sarebbero, secondo il magistrato, alcune nuove testimonianze. Dopo una sua vicina che parlò al processo, un' altra inquilina del palazzo, la signora Armida Chamoun, avrebbero sentito forti rumori di trasloco nella notte, e frasi identificabili come " attenti, prendetelo bene, non lo fate scivolare". Il tutto alle cinque del mattino, e non di un giorno qualsiasi : era la notte del 18 aprile del 1978, alle 9. 30 di quello stesso giorno i carabinieri sarebbero entrati nel famoso appartamento, attirati da una perdita d'acqua che parve subito sospetta.

ALDO MORO  IL COVO BR DI VIA GRADOLIALDO MORO IL COVO BR DI VIA GRADOLI

 

Le nuove testimonianze farebbero farebbero pensare che il leader della Dc possa essere stato portato nel covo, a differenza di quanto hanno detto le Br, che hanno raccontato cose diverse e a volte inconciliabili.

 

Agli atti della commissione Moro ci sono altre tre risultanze che porterebbero a insistere sulla pista del leader democristiano in via Gradoli. Una è targata Raffaele Cutolo : l'ex boss della camorra ha detto, anche di recente, di aver saputo che Moro era in via Gradoli, di aver proposto alle istituzioni di liberarlo - in cambio della libertà di trafficare cocaina su Roma - e di aver invece ricevuto l'alt.

 

La stessa cosa l' ha ripetuta adesso al giudice Giammaria il nefrologo Giovanni Pedroni, amico del criminologo di boss e neofascisti Aldo Semerari e membro di quella sorta di "servizio segreto " - L' Anello - che rispondeva a Andreotti. Per Pedroni, Cutolo sapeva di Moro in via Gradoli e che c' era la possibilità di intervenire. La terza risultanza è di un ex esponente della banda della Magliana, Alessandro D'Ortenzi "Zanzarone", che in quei giorni del ' 78 si rifugiò in via Gradoli in un appartamento esattamente dirimpetto a quello brigatista, e si sarebbe reso conto che nel covo poteva esserci Moro.

 

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L'ultima novità delle nuove testimonianze è l' avvistamento da e per l' appartamento di un uomo biondo con gli occhi azzurri vestito da aviere. Nessun brigatista del commando Moro aveva queste caratteristiche, ma in via Gradoli fu trovato un appunto intestato "Fritz" con l' elenco dei capi per travestire un uomo da aviere. 

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