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Paolo Berizzi per "la Repubblica"
In fondo al corridoio di ingresso della scuola "Josef von Aufschnaiter" c'è un grande quadro che raffigura un occhio azzurro all'interno di un triangolo posato in mezzo alle nuvole. Quando la mattina il supplente di matematica Benno Neumair arrivava vestito da tronista, e quanto dava fastidio, questa cosa, alla madre Laura, e glielo diceva senza giri di parole, ecco, una volta assicurata la mountain bike con la catena alla solita transenna davanti alla porta dell'istituto di via Leonardo da Vinci, tre minuti da casa, raccontano che prima di entrare in classe lui indugiasse su quell'occhio.
Simbolo di perfezione. «Perfetti non si nasce, ma si può diventare. Io ci lavoro», diceva Benno, un po' scherzando e un po' no, agli amici storici. Non tantissimi. Ovviamente, ora, volatilizzati. Quello che era forte a hockey; l'altro che voleva andare a trovarlo a Ulma in Germania dove a giugno Benno punta un coltello contro l'ex fidanzata e finisce in psichiatria dopo un tso; un altro ancora, complice di conquiste femminili.
Le ragazze agganciate su Tinder Neumair le bombardava di screen: foto dei bicipiti pompati, il petto scolpito e depilato, la barba 3 millimetri, le sopracciglia profilate, sguardo penetrante.
peter neumair e laura perselli
Con mamma Laura Perselli erano (anche) discussioni così. «Benno, perché stai lì a perdere tempo con questa fissa per l'estetica? Potresti fare mille cose, guarda tua sorella». E lui giù, a muso duro. «Io faccio quel c... che voglio, capito? Basta, sennò mi incazzo». Sono testimonianze finite agli atti. La vicina della rampa a sinistra salendo nella casa di via Castel Roncolo. Zia Stefania. Madè, la sorella medico che scrive romanzi e sabato è andata a portare un cero sulla riva dell'Adige dove hanno trovato il cadavere di mamma. Lo zio paterno Günther Neumair. Ricordi verbalizzati. Che definiscono i contorni di una parabola discendente.
Anni di rapporti tesi, sempre più attorcigliati. Le leve di una personalità complessa. Quante facce, Benno? Dove iniziano e dove finiscono i misteri del ragazzo ribelle, forse diventato killer, al centro di un giallo che diffonde le atmosfere livide de La ragazza del lago e del successivo La ragazza nella nebbia (ma qui c'è un fiume, l'Adige)?
Non un lama tibetano, anche se a scuola il "prof" lanciava lo sguardo compiaciuto verso quel terzo occhio. Piuttosto, il ciuffo all'insù di un Pietro Maso qualunque. Che per «inseguire la perfezione», per mettersi in vetrina su YouTube aveva la scimmia delle "bombe". Integratori, anabolizzanti. Li comprava online. Costano. «Sono schifezze e ti spaccano il fegato», lo ammoniva il padre Peter Neumair. Niente. Lui, il trentenne "uomo Ferrari", rallentava i motori solo dopo le canne. Se ne faceva e forse non solo quelle, i genitori sapevano. Aveva «problemi di dipendenza da sostanze» ha registrato la Procura.
Per Laura e Peter quel figlio palestrato e narcisista che si sfondava di pesi e di serie Netflix era diventato un «problema da gestire». La madre, soprattutto lei. Non ci stava più dentro. «Non puoi passare le giornate davanti alla televisione». «Perché, hai problemi? - rintuzzava lui - voi fate la vostra vita, io faccio la mia. Punto».
Ora nerd indolente, ora acchittato versione millennial playboy, ora culturista macho. Sempre lì sul pezzo, gli attrezzi su cui si allenava in casa. «Quando vai di là e ti paghi un affitto?», gli chiedeva Laura Perselli. Benno lasciava cadere.
Nell'alloggio accanto all'appartamento di famiglia avevano allacciato solo le utenze. Dormiva da Martina, quando aveva voglia. A prenderlo di petto - perché era sempre più aggressivo da quando a luglio era tornato «al domicilio dei miei genitori» (parole sue, in tv) a Bolzano, dopo Ulma -, era la madre.
Lei, 68 anni, faceva la voce grossa. Babbo Peter, cinque in meno, si metteva in mezzo ma solo ogni tanto. «La macchina non la prendi: vai in bicicletta o a piedi». Non gli andava giù, a Peter, che Benno campasse sulla schiena loro, due ex insegnanti in pensione, e chiedesse continuamente. Dare, poco. Per Benno le due persone che lo hanno messo al mondo e volevano metterlo in riga erano diventate - sostengono gli inquirenti - «due nemici da eliminare».
MARTINA, LA FIDANZATA DI BENNO NEUMAIR
Ieri l'Adige ha mostrato una sagoma nera sul fondale: non ci sono ancora conferme, ma potrebbe essere il corpo del capo famiglia. Racconta Benno: «Mio padre era vestito con una giacca blu di Decathlon con interno arancione e aveva degli scarponcini grigi». Se - come pensano i magistrati - è la costruzione di una tela di inganni, troppe tracce non è riuscito a trattenere lungo la strada.
MARTINA, LA FIDANZATA DI BENNO NEUMAIR
«Io in questo momento sono la persona sbagliata alla quale chiedere». Diceva così, un good guy. Era due settimane prima dell'arresto.
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