pietro parolin antonio tagle

I “PAPABILI” LI RICONOSCI DAI VELENI CHE ATTIRANO – PIETRO PAROLIN E IL FILIPPINO ANTONIO TAGLE SONO I PIÙ BERSAGLIATI DA CRITICHE E FAKE NEWS. GLI ATTACCHI ARRIVANO DALLA GALASSIA CONSERVATRICE STATUNITENSE, CHE IMPUTA AI DUE PORPORATI IL DIALOGO CON LA CINA (PAROLIN È STATO L’ARTEFICE DELL’ACCORDO CON PECHINO SUI VESCOVI E TAGLE È FIGLIO DI UNA CINESE) – IL SEGRETARIO DI STATO È IL NOME PIÙ FORTE: PARTE GIÀ CON UNA 40INA DI VOTI, ED È SOSTENUTO DAL “PARTITO DEI NUNZI”. MA LA GESTIONE DEL CASO BECCIU POTREBBE AVERLO INDEBOLITO – PIZZABALLA, ZUPPI, IL FRANCESE AVELINE, GLI AFRICANI, I “BERGOGLIANI”: TUTTI I FAVORITI, GLI EMERGENTI E LE POSSIBILI SORPRESE DELL'ULTIM'ORA...

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I VELENI AMERICANI SU PAROLIN E TAGLE

Estratto dell’articolo di Gian Guido Vecchi per il “Corriere della Sera”

 

conclave

«Nello spirito, fisso lo sguardo benevolo di Cristo risorto. Egli, pur consapevole della mia umana fragilità, mi incoraggia a rispondere con fiducia come Pietro: “Signore, tu sai tutto; tu sai che ti amo”. E poi mi invita ad assumere le responsabilità che Lui stesso mi ha affidato».

 

Il cardinale Dominique Mamberti richiama le parole di Giovanni Paolo II e si rivolge al prossimo Papa, che è lì davanti a lui e lo sta ascoltando, ma non lo sa.

Nella basilica di San Pietro, nel nono giorno dei Novendiali, si celebra l’ultima messa in suffragio di Francesco.

 

pietro parolin

[…] Mamberti, 73 anni, francese nato a Marrakech, ha un’esperienza diplomatica pluridecennale, è stato ministro degli Esteri vaticano e ha guidato la Segnatura Apostolica, il tribunale supremo della Santa Sede, eppure il compito che lo attende è il più importante che gli sia mai capitato:

 

sarà lui, come cardinale protodiacono, ad affacciarsi alla Loggia delle Benedizioni di San Pietro e pronunciare l’«Habemus Papam» davanti al mondo, rivelando in diretta planetaria il nome del nuovo vescovo di Roma.

 

Oggi l’assemblea dei cardinali si riunirà sia al mattino sia al pomeriggio, ed è la prima volta da quando sono iniziate le congregazioni generali.

 

Domani, ultimo giorno prima della clausura, è convocata al mattino ma potrebbe prolungarsi. Ci sono 133 elettori da 71 Paesi e «serve tempo», spiega uno dei cardinali più autorevoli.

 

Dominique Mamberti

Il Conclave comincerà alle 16:30 di mercoledì e si potrebbero dedurre il nomi di chi parte favorito anche solo dai veleni che vi si addensano alla vigilia. Il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato di Francesco, e il filippino Antonio Tagle, già prefetto di Propaganda Fide, sono stati accusati dall’associazione statunitense BishopAccountability.org di avere coperto casi di abusi sessuali davanti alle autorità civili o non avere fatto abbastanza per evitarli.

 

Il gruppo ha promesso di fare «altri nomi» proprio mercoledì. Del resto è evidente quanto siano sospette accuse che arrivano pochi giorni prima del Conclave, anche perché, nell’organizzazione della Santa Sede, a occuparsi di segnalazioni e denunce è la Dottrina della Fede, nella quale Francesco ha creato una sezione specifica.

 

LUIS ANTONIO TAGLE CANTA IMAGINE

Del resto negli Stati Uniti, soprattutto ma non solo nella destra cattolica, i due cardinali tendono ad essere contestati per il ruolo che entrambi hanno avuto nel dialogo con la Cina: Parolin è stato l’artefice dell’accordo con Pechino sulla nomina dei vescovi ed è a Tagle, di madre cinese, che Francesco confidò: «L’Asia è futuro della Chiesa».

 

Nel primo conclave al tempo dei social, i tentativi di interferenza erano scontati.

L’alto giorno era stata diffusa la voce, smentita , di un malore di Parolin. Non a caso lo stesso Parolin, Tagle e il patriarca di Gerusalemme Pierbattista Pizzaballa vivono ritirati, una sorta di anticipo del Conclave.

 

Ieri non erano tra coloro che hanno celebrato la messa nelle chiese romane in cui sono «incardinati». Tra gli altri, Joseph Tobin, Newark, ha raggiunto Santa Maria delle Grazie in metrò. Il cardinale di Marsiglia Jean-Marc Aveline ha celebrato a Santa Maria ai Monti: «Non abbiamo paura della verità, degli altri che sono diversi da noi perché ogni uomo e donna è un fratello e una sorella». […]

 

FAVORITI, EMERGENTI, OUTSIDER: I PAPABILI E IL GIOCO DELLE ALLEANZE

Estratto dell’articolo di Iacopo Scaramuzzi per “la Repubblica”

https://www.repubblica.it/cronaca/dossier/conclave/2025/05/05/news/cardinali_favoriti_conclave_2025-424165995/?ref=RHLF-BG-P3-S5-T1-CONCLAVE

 

papa francesco e il cardinale Luis Antonio Tagle

I conti veri si faranno solo in Cappella Sistina, quando, separati dal mondo esterno e sotto lo sguardo del Dio michelangiolesco, i 133 cardinali elettori metteranno nell’urna la scheda sulla quale avranno scritto il nome di «colui che», è la formula, «secondo Dio, ritengo debba essere eletto». Solo allora si capirà quali sono i veri pesi in campo, come si sono coagulati i consensi, quanto sono forti le candidature ipotizzate in questi giorni, pallottolieri alla mano.

 

Il Conclave si apre mercoledì, se la fumata bianca arrivasse già giovedì, si ragiona Oltretevere, sarà Papa Parolin. Sulla carta è il nome più forte, c’è chi gli attribuisce già un pacchetto di una quarantina di voti. Il Segretario di Stato di Francesco è uno dei pochi cardinali conosciuti da tutti gli altri e la sua caratura diplomatica ha un forte appeal in questo agitato frangente geopolitico. Il “partito dei nunzi” lo sostiene convintamente, così diversi porporati di Curia ma anche dal resto del mondo, dal Messico agli Stati Uniti all’Asia. Le fake news sulla salute non lo hanno scalfito, sono anzi la riprova della solidità della sua posizione.

 

PIERBATTISTA PIZZABALLA

Può averlo indebolito, almeno agli occhi di alcuni elettori, la gestione del caso Becciu, il porporato sardo che di Parolin è stato a lungo numero due ed è stato escluso all’ultimo dal Conclave.

 

Ai cardinali statunitensi in sintonia con Donald Trump il Segretario di Stato è inviso per l’accordo con Pechino che, in un gioco di specchi, anche gli apparatchik cinesi più intransigenti boicottano.

 

[…] Il drappello di cardinali convintamente conservatori, una quindicina o poco più, potrebbero unirsi al primo scrutinio dietro la bandiera dell’arcivescovo di Budapest Peter Erdo, per poi virare su un candidato più forte.

 

SERGEY LAVROV PIETRO PAROLIN

Sullo stesso Parolin – l’ambasciatore ungherese presso la Santa Sede, Eduard Habsburg ieri ha voluto smentire «ogni speculazione di un accordo pre-Conclave» tra Erdo e Parolin – sullo svedese Anders Arborelius o sul patriarca latino di Gerusalemme Pierbattista Pizzaballa, che – il meno italiano degli italiani – suscita curiosità trasversali nonostante abbia solo 60 anni: fermo nella dottrina, carattere risoluto, parla in modo carismatico e la sua esposizione, già alta, è aumentata con l’ultima guerra in Medio Oriente.

 

conclave cardinali vaticano

La vera incognita […] è come si orienterà il resto dei cardinali, che, con un’ottantina di voti, è la maggioranza del collegio. Tra di loro c’è un’ampia area, sinora non organizzatissima, che vuole scongiurare che l’eredità di Francesco venga diluita o addirittura sconfessata.

 

Se molti paroliniani ritiengono che il pontificato dell’argentino abbia creato un po’ di «confusione» (così Beniamino Stella nelle congregazioni generali), e ora ci vorrebbe una figura più calma, che agisca più ordinatamente, per i bergogliani doc Parolin è stato troppo cauto e non ha assecondato a sufficienza la spinta riformista di Francesco. Nell’arcipelago dei 61 cardinali che hanno partecipato alle assemblee sinodali spiccano il gesuita lussemburghese Jean-Claude Hollerich e il gioviale maltese Mario Grech, che del sinodo sono segretario e relatore e al Conclave saranno i portabandiera.

jean marc aveline

 

Dopo il Pontefice argentino venuto «quasi dalla fine del mondo», non è probabile, ma neppure escluso, un altro outsider, e non mancano figure di rilievo come il congolese Fridolin Ambongo e l’indiano Neri Ferrao, arcivescovo di Goa, astro nascente dei vescovi asiatici.

 

In un collegio dove la gran maggioranza dei cardinali sono o sono stati alla guida di una diocesi, di certo, si cerca una figura più marcatamente pastorale, capace di parlare alla testa ma anche ai cuori dei fedeli. Come il salesiano spagnolo Cristobal Lopez Romero, oggi arcivescovo di Rabat, in Marocco, molti anni in America latina, l’arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi, o, soprattutto, il pacioso Jean-Marc Aveline, arcivescovo di Marsiglia e teologo di vaglia: il sospetto era che il suo punto debole fosse la lingua, alla messa che ha celebrato ieri nella parrocchia di Santa Maria ai Monti ha parlato in un italiano non perfetto ma fluente.

 

IN SENSO ORARIO - PIETRO PAROLIN, LUIS ANTONIO GOKIN TAGLE, PIERBATTISTA PIZZABALLA E PETER KODWO APPIAH TURKSON

Potrebbero infine crescere nelle ultime ore le personalità capaci al contempo di rassicurare i più tentennanti e rinfrancare i più riformisti: c’è il portoghese José Tolentino de Mendonca, 59 anni, c’è l’arcivescovo di Algeri, il domenicano Jean-Paul Vesco, 63 anni (ma sono ancora un po’ giovani). Molti guardano al discreto agostiniano Francis Robert Prevost, 69 anni, il meno americano degli americani […]

conclave

il cardinale Marc Aveline il cardinale Marc Aveline FRIDOLIN AMBONGO BESUNGUAmbongo BesunguJean Marc Aveline Francois Bustillo Philippe Barbarin emmanuel macron cardinale cardinali

CONCLAVE DELLA CHIESA CATTOLICA

jean marc avelineAL BANO Pierbattista Pizzaballa PIERBATTISTA PIZZABALLADominique Mamberti