COME MAI ALLA DUCETTA È PARTITO L’EMBOLO CONTRO PRODI? PERCHÉ IL PROF HA MESSO IL DITONE NELLA…
Estratto dell'articolo di Andrea Ossino e Marco Carta per "la Repubblica - Edizione Roma"
«Dovete incontrare il ragazzo rumeno e parlare con lui. Deve dire che ha sparato il rumeno. Gli paghiamo l'avvocato perché tanto lui non ha neanche figli». Erano pronti a tutto, anche a far arrestare un innocente, pur di schivare le indagini nate dopo l'omicidio del 14enne Alexandru Ivan, ucciso il 13 gennaio scorso nel parcheggio della Metro di Pantano.
Le cose però sono andate diversamente e oggi inizierà l'udienza preliminare nei confronti di Massimo Komarov, Dino Petrow, Corum Petrow e Ringo Gurgevic. Secondo i pm l'omicidio è nato dopo un litigio «avvenuto circa due ore e mezzo prima con Maciuca Tiburiu (patrigno della vittima ndr)». I quattro lo hanno convocato in un parcheggio, poi hanno fatto fuoco sparando da una macchina e hanno colpito il ragazzino. Dopo hanno cercato di depistare le indagini.
A dettare la strategia è Petro Petrov, padre di Corum, che il 16 gennaio 2024, tre giorni dopo l'omicidio, indica al nipote Dino Petrow come muoversi. «Tu devi portare il tuo ferro (la tua arma, ndr) perché sopra non ci stanno le tue cose (le impronte digitali, ndr). Loro già erano stati sparati prima che venivi te, devi dire: io sono andato con la pistola a casa loro a sparare, ma ho sparato in aria, poi sono salito in macchina. È meglio che ti fai arrestare per l'arma, ti farai un anno, due anni e ti rilasciano, poi parleremo con il rumeno e gli diremo che gli paghiamo l'avvocato perché tanto lui non ha neanche figli. Se ti chiedono se stavi con tuo fratello tu devi dire di no, che stavi con il rumeno. Voi dovete incontrare il ragazzo rumeno e parlare con lui, e deve dire che ha sparato il rumeno».
luogo dove e stato ucciso alexandru ivan
Petro Petrov, non indagato, avrebbe ipotizzato varie soluzioni per depistare le indagini, […] L'uomo aveva anche cercato di addossare la responsabilità sulle vittime: «Devi dire che pure loro sono arrivati con le pistole sennò vi accusano tanto. La mamma del ragazzino non è venuta a mani vuote, ma aveva un coltello grande, quindi è venuta per ammazzare non per parlare», è la versione da raccontare.
A incastrare uno degli indagati, però, è una delle familiari: «Sta a Treviso – dice – si sta nascondendo perché ha ucciso un bambino di 14 anni». La strategia, tuttavia, fallisce quasi subito, visto che le telecamere hanno ripreso ogni cosa. Le indagini dei carabinieri del nucleo investigativo di Frascati e le intercettazioni hanno fatto il resto. Agli atti c'è anche uno screen dai social di Maciuca, che dopo il delitto contatta gli aggressori: «Avete ucciso un ragazzino di 14 anni». […]
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