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“L’AZIENDA COME LA SUA FAMIGLIA” - IMPRENDITORE MUORE DI CANCRO A 39 ANNI E LASCIA LA SUA DITTA AI CINQUE DIPENDENTI - I LAVORATORI IN UNA LETTERA DI RINGRAZIAMENTO: “FAREMO VIVERE IL SUO SOGNO” - ANDREA COMAND ERA TITOLARE DI UN'AUTOFFICINA A UDINE
Giacomina Pellizzari per il Messaggero Veneto
L' esempio di Andrea Comand, 39 anni, l' imprenditore di Mortegliano che prima di morire ha lasciato l' azienda ai suoi dipendenti, è diventato un caso tutto italiano. Ripresa dai siti internet dei maggiori quotidiani nazionali, la notizia ha colpito pure il sottosegretario alla Giustizia, Cosimo Maria Ferri. Il rappresentante dei Governi Letta, Renzi e Gentiloni, pur non avendo conosciuto Andrea Comand, si dice colpito dal «suo gesto di lasciare l' azienda ai cinque dipendenti». Quel gesto frutto di un rapporto di fiducia e affetto nei confronti dei ragazzi che Comand aveva cresciuto professionalmente come figli, «mette in evidenza - sono sempre le parole del sottosegretario - la solidità della piccola impresa, dove si cresce grazie al sacrificio di tutti, dove tutti si sentono parte di un progetto e lavorano per costruire insieme il futuro, superando anche le tante difficoltà a cui anche una giustizia efficiente e rapida deve guardare».
Quel gesto sarà ricordato tutti gli anni, nel giorno del compleanno di Andrea, nel Garage di via Bujatti, a Mortegliano. Non solo nella piccola impresa che gestiva, Comand diventerà un esempio da ricordare. «Rappresenta un motore sano e veloce del nostro tessuto economico perché - insiste il sottosegretario - sa raccogliere i valori del lavoro, del gioco di squadra, della famiglia». Anche le parole con le quali i cinque dipendenti, Dorina Bulfoni, Andrea Benvenuto, Andrea Cuzzolin, Giuliano Fabro e Simone Zainin, hanno ringraziato la famiglia Comand per averli sostenuti e incoraggiati nel ricevere l' eredità del figlio, «denotano - prosegue il sottosegretario - uno stretto legame e una scelta ragionata e condivisa dello stesso con i suoi affetti più cari, a cui sento di unirmi con rispetto al grande dolore provato, nella consapevolezza che ogni parola può apparire superflua, ma che certamente il veder crescere l' azienda creata sarà il modo migliore per ricordarlo e sentirlo accanto».
Ieri, a Mortegliano, nel Garage di via Bujatti, i cinque dipendenti hanno alzato la saracinesca chiusa a Ferragosto. È stato un gesto sacro a conferma che le ultime volontà di Andrea sono diventate realtà. I cinque dipendenti, o meglio i cinque amici, hanno appeso il giubbotto di Andrea nell' ufficio: «Era una grande persona, lo sentiamo vicino, sarà sempre al nostro fianco», ripete Bulfoni ripercorrendo la carriera, troppo breve, di Andrea. «Aveva aperto questa attività nel 2011, prima aveva lavorato come dipendente. Questa era la sua famiglia». Il legame profondo tra imprenditore e lavoratori era nato nel Garage, questa è anche la denominazione sociale dell' officina. Andrea aveva poco più di 30 anni e parlava la stessa lingua dei suoi dipendenti anche se non tutti erano suoi coetanei. Il gruppo era la sua famiglia, assieme progettavano il futuro.
Si creò un legame indissolubile che non si interruppe neppure quando Andrea, minato nel fisico dalla malattia, andava in officina con i farmaci al seguito. Un esempio di coraggio e attaccamento al lavoro che dovrebbe diventare virale come lo è la sua storia. Sui social migliaia di persone stanno condividendo il post del Messaggero Veneto. «Siamo orgogliosi di aver avuto un datore di lavoro che ha creduto in noi - conclude con la voce rotta dalla commozione Dorina -, Andrea era una grande persona». A raccogliere le ultime volontà dell' imprenditore è stato l' amico Gianni Gentilini, che tra le lacrime ricorda quel momento diventato una scuola di vita: «Andrea considerava l' azienda una famiglia, aveva selezionato i ragazzi per l' amore e la passione che avevano dimostrato nello svolgere l' attività, assieme avevano lavorato a testa bassa per far crescere l' azienda. Ecco perché ha voluto affidare a loro le sue quote».
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