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Michelangelo Cocco per “il Messaggero”
«Mentre stai mangiando, giocando o dormendo gli orsi polari ti terranno sempre compagnia!». È questo il motto col quale si fa pubblicità uno degli hotel più bizzarri e discutibili del mondo, il Polar bear hotel, inaugurato ieri ad Harbin, nella provincia nord-orientale cinese dello Heilongjiang, all' interno del parco tematico Polarland. Ventuno camere, tutte con vista su una coppia di splendidi orsi bianchi, specie vulnerabile, cioè non ancora in via d' estinzione, ma che potrebbe diventarlo presto.
PRIGIONE
I cinesi, si sa, sono particolarmente attenti alla sicurezza personale: per questo le grandi finestre delle stanze sono costruite con 33 strati di vetro che assicurano i gestori dell' impianto - permettono di addormentarsi serenamente accanto ai giganteschi mammiferi (un maschio adulto può pesare fino a sette quintali). Illuminati da luci artificiali abbaglianti e circondati dalle mura dell' albergo a forma di iglù, sulle quali le rocce e la neve sono soltanto dipinte, gli orsi sono costretti in una cinquantina di metri quadrati, su una lastra di ghiaccio circondata da una piscina.
Un' ambientazione un po' kitsch, ma evidentemente apprezzata, perché la struttura registra il tutto esaurito per le prossime settimane, nonostante i prezzi non proprio popolari (tra 240 e 290 euro a notte). A circa 200 chilometri dal confine con la Siberia, la metropoli di Harbin è un' importante base industriale e sede dal 1984 del Festival internazionale del ghiaccio e neve, durante il quale, a gennaio, vengono scolpite nel ghiaccio riproduzioni di intere città.
Possiamo considerare il Polar bear hotel l' ennesima stravaganza di una classe media alla ricerca di occasioni di svago sempre nuove? No, o almeno non soltanto.
Si tratta soprattutto di un' esecrabile iniziativa imprenditoriale, dal momento che l' ursus maritimus, questo il nome scientifico, è molto fragile, perché ne sono rimasti soltanto tra i 20.000 e i 30.000 esemplari.
Tanto che il Wwf ha lanciato la campagna «Adotta un orso popolare», per sostenere diverse azioni in difesa della specie. Il portavoce della Polarland, la Disneyland polare di Harbin, Yang Liu, promette che lo spazio nel quale gli orsi sono tenuti prigionieri verrà ampliato, appena la temperatura e la qualità dell' aria lo permettono usciranno all' aperto. Ma gli ambientalisti non ci stanno. «Gli orsi polari vivono nell' artico, non in zoo o scatole di vetro con annesso acquario spiega alla Reuters Jason Baker, vicepresidente dell' associazione animalista Peta - In natura, questi animali sono attivi fino a 18 ore al giorno, vanno a zonzo per migliaia di chilometri quando conducono una vita degna di questo nome».
INDIGNAZIONE IN RETE
Eccellenti nuotatori in acque gelide grazie a uno spesso strato di grasso che li protegge dal freddo, gli orsi bianchi sono degli straordinari corridori, capaci di raggiungere la velocità di 40 chilometri all' ora. Anche i cinesi che negli ultimi anni si sono avvicinati sempre di più alle questioni ambientali e alla difesa degli animali fanno sentire la loro voce su internet. «Una prigione panoramica per orsi polari protesta un utente - Non abbiamo imparato ancora nulla sulla crudeltà contro gli animali?».
Un portavoce del China animal protection network spiega che «nelle normative cinesi sulla protezione degli animali ci sono delle falle che permettono il loro sfruttamento commerciale senza alcuna preoccupazione per la loro salute». Negli ultimi tempi in seguito all' esplosione dell' epidemia di coronavirus in Cina - le autorità di Pechino hanno varato una legge per vietare la vendita per uso alimentare di animali selvatici. Tuttavia il traffico illegale di specie protette, soprattutto per l' utilizzo di parti di questi animali nella medicina tradizionale, resta una pratica comune.
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