LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO-…
Paolo Berizzi per “la Repubblica”
IL GRANDE FRATELLO DI EXPO iL PIANO
Il primo maggio, con l’apertura di Expo, Milano sarà la vetrina del mondo. Ma c’è qualcuno che la vetrina si sta preparando a frantumarla. L’allarme viene dai Servizi di sicurezza e riguarda una «mobilitazione antagonista di massa». Un megaraduno anticapitalista previsto per la giornata inaugurale dell’Esposizione che porterà a Milano oltre cento capi di Stato e di governo. Dalle informazioni in possesso della nostra intelligence la manifestazione — sono attese migliaia di persone da tutta Europa, e non solo — sarà tutt’altro che pacifica, se è vero, come è stato annotato, che potrebbe avere una «capacità di interdizione e di danneggiamento dieci volte superiore a quella del G8 2001 di Genova».
Vediamo quando e come nasce il nuovo allarme Expo sicurezza. È da tempo — dopo la votazione con cui il Bureau International des Expositions ha assegnato Expo 2015 a Milano (il 31 marzo 2008) — che l’Antiterrosimo di polizia e carabinieri e gli 007 dell’Aisi tengono d’occhio i movimenti della galassia antagonista. Movimenti che adesso — a 100 giorni dal via della kermesse — hanno iniziato a “parlare”. I detective hanno messo in campo un’articolata attività di indagine e di prevenzione in contatto coi Servizi interni e le polizie di almeno una dozzina di Paesi.
Sono gli Stati maggiormente interessati dalla propaganda e dall’attività militante delle due reti transnazionali considerate oggi gli aggregatori, la “testa” dell’antagonismo europeo: Blockupy e D19 2-0. La prima nasce a Francoforte contro la Banca centrale europea, la seconda ha il cuore a Bruxelles e copre i temi dell’austerità, della disoccupazione giovanile, della sovranità democratica. Il “link” tra le due reti è Antifa, il collettivo antifascista internazionale, di ispirazione comunista, anarchica e socialista libertaria. Per semplificare: all’area delimitata da queste tre coordinate — Blockupy, D19-2-0, Antifa — è ascrivibile, in buona parte, il firmamento dei movimenti antagonisti mondiali.
Una galassia di reti e sigle che ha raccolto, mutandolo nei contenuti e nelle forme di protesta, l’eredità del movimento No global . Un mondo che oggi è in lotta contro l’austerità imposta dai governi del Vecchio Continente, la Bce, le grandi opere e le grandi manifestazioni. Come Expo. Questi gruppi — mobilitati dall’area anarchica, la più radicale e pericolosa — scenderanno in piazza a Milano il prossimo primo maggio. L’ultima “previsione” di quello che potrebbe accadere in città è stata scattata dai Servizi a metà dicembre in un vertice Aisi, la nostra agenzia di intelligence delegata alla sicurezza interna.
MATTEO RENZI A MILANO PER L EXPO FOTO LAPRESSE
Un rapporto riservato — che Repubblica ha potuto visionare — prevede una portata «epocale» per la mobilitazione antagonista. Sia per numero di partecipanti. Sia per le modalità con le quali — stando alle indicazioni circolate per ora «nella parte più segreta e oscura del web» — dovrebbe svolgersi la protesta. «I gruppi più violenti si stanno organizzando, per il momento senza annunci ufficiali », ragiona una fonte del Viminale. «Sappiamo che in questi tre mesi il tam tam sottotraccia verrà alla luce».
Il lavoro di prevenzione, sulla base anche di una serie di informative trasmesse dai colleghi europei, porta gli esperti di sicurezza a ritenere «alto» il livello d’allarme.
A stimare la potenziale «capacità di interdizione e di danneggiamento » dei manifestanti «decuplicata» rispetto a quella del G8 del 2001 a Genova. Uno scenario ancora più inquietante se si confronta il “peso specifico” di Expo e quello del vertice ligure. Per dire: a Genova c’erano otto capi di Stato.
A Milano ne arriveranno 100. Per la sicurezza loro e dei turisti in visita i sei chilometri di perimetro dell’area di Expo a Rho-Pero saranno sorvegliati da 2.500 telecamere e circondati da una recinzione alta tre metri. Potrà avvicinarsi solo chi ha il biglietto. La tutela dei siti “sensibili”, in città, sarà potenziata con un ulteriore dispiegamento di agenti. E il limite della “zona rossa”? Da dove muoverà il corteo degli antagonisti? Ancora non si sa.
Né la questura di Milano ha fin qui ricevuto una richiesta formale da parte di Attitudine No Expo, la rete che si batte contro l’Esposizione. Il calendario della protesta, per il primo maggio, prevede già la My Day Parade , la tradizionale sfilata dei centri sociali. È quasi certo che le due manifestazioni si accorperanno. A formare la spina dorsale del raduno antagonista. L’aspetto che più preoccupa gli investigatori è la mobilitazione degli anarchici: il “blocco nero”, come lo chiamano.
Quello composto dai casseur francesi che si oppongono alle grandi opere (dai trasporti alle dighe), dai riot inglesi tedeschi e scandinavi, dai ribelli greci del Movimento Antiautoritario, dalle frange più dure degli indignati spagnoli collegati con i gruppi messicani Sexta international y nacional e Esercito zapatista indigeno di liberazione nazionale. E, ovviamente, dagli anarco insurrezionalisti italiani: il fronte che fa riferimento alla Federazione anarchica informale. È la “stella” a cui guardano i gruppi antagonisti (attivi a Torino, Milano, Bologna, Padova, Venezia, Napoli) che hanno radicalizzato le proteste contro la Tav. Adesso si preparano a dare l’assalto a Expo.
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