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“LA CANTATA DEI PASTORI'', TRA SACRO E PROFANO IL GRANDE PEPPE BARRA METTE IN SCENA A ROMA UNA NUOVA VERSIONE DEL CAPOLAVORO RELIGIOSO SULLA NATIVITA', DISSEPPELLITO NEL 1974 DA ROBERTO DE SIMONE: “ALLA FINE DEL ‘600 DOBBIAMO IMMAGINARE UNA NAPOLI SENSUALE E BLASFEMA, DOVE LA GENTE DISERTAVA LA MESSA DI MEZZANOTTE DELLA VIGILIA DI NATALE PER ANDARE A VEDERE SPETTACOLI DA BARACCONE. TRA IL ‘700 E L’800 VIENE TRASFORMATA IN UN GUSTOSO PASTICCIO DI SENTIMENTO RELIGIOSO E TEATRO COMICO” - VIDEO

Estratto dell’articolo di Katia Ippaso per “il Messaggero – Cronaca di Roma”

 

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Questa è una storia antica che si rinnova continuamente, in cui il profano si intreccia con il sacro, e dove il teatro diventa origine e fine di tutte le cose. A raccontarcela è Peppe Barra, 78 anni, figura storica della grande tradizione canora (e teatrale) italiana che trova nella città di Napoli il suo «nutrimento terrestre» (per usare un'espressione del premio Nobel André Gide) […]

 

Cosa c'è all'origine della Cantata dei Pastori?

«L'abate Perrucci (si fece chiamare Casimiro) a cui alla fine del Seicento i gesuiti commissionarono un'opera che aveva il compito di contrapporsi a tutti gli spettacoli blasfemi dell'epoca. Dobbiamo immaginare una Napoli sensuale e blasfema, dove la gente disertava la messa di mezzanotte della vigilia di Natale per andare a vedere spettacoli da baraccone».

 

CANTATA DEI PASTORI

Quale è la prima grande metamorfosi?

«Inizialmente, la cantata durava cinque ore. Che cosa fa il popolo tra Settecento e Ottocento? La trasforma in un glorioso e gustoso pasticcio di sentimento religioso e teatro comico».

 

 

E poi, nel Novecento, arriva Roberto De Simone.

«Per tanti anni, la cantata era rimasta appannaggio del clero e si rappresentava solo nelle sagrestie. Nel 1974 De Simone la disseppellisce e la mette in scena con la Compagnia di Canto Popolare. Per poi riscriverla nell'88. Prima con lo stesso De Simone, e poi con mia madre Concetta, tengo viva questa tradizione da più di quarant' anni».

 

Cosa dobbiamo aspettarci dalla nuova versione?

«Nuove scene e musiche. Tutto è ancora più favolistico».

 

 

PEPPE BARRA NELLA CANTATA DEI PASTORI

Quale è il tratto principale della maschera di Razzullo che lei indossa e come si relaziona al Sarchiapone di Lalla Esposito?

«Razzullo è uno scrivano ladro, un po' malinconico ed eternamente affamato. Sarchiapone invece è un assassino. Questi due poveracci napoletani si ritrovano catapultati in Palestina, proprio nei giorni dello scontro titanico tra Angeli e Demoni, mentre Maria e Giuseppe cercano un riparo per la nascita del Figlio di Dio. L'interpretazione che ne dava mia madre Concetta era sconvolgente: è stata la prima donna a cambiare per sempre la storia di Sarchiapone. Con Lalla Esposito ormai collaboro da diversi anni, è un grande talento». […]

SALA UMBERTO, ROMA. - 3-15 GENNAIO

roberto de simoneNUOVA COMPAGNIA CANTO POPOLARE

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