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1 - CIRO ESPOSITO PRIMA DI MORIRE: ''PIÙ DI UNO GLI AGGRESSORI''
2 - ULTRÀ: AUDIO CIRO, 'AGGREDITO DA PIÙ PERSONE COL CASCO'
(ANSA) - Gli aggressori che hanno sparato a Ciro Esposito, il giovane tifoso napoletano ferito con colpi di pistola nel prepartita della finale di Coppa Italia lo scorso 3 maggio, "erano più di uno ed avevano i caschi". A dirlo è stato lo stesso Ciro Esposito dal suo letto nel reparto di terapia intensiva del Policlinico Gemelli dove era ricoverato e dove è deceduto il 25 giugno, secondo quanto emerge da una registrazione audio diffusa dal Giornale Radio Rai.
Esposito, intubato, sofferente, con la voce fioca, "risponde - rende noto il Giornale Radio - alle domande di un perito consulente della famiglia. Perché ti trovi qua, gli viene chiesto? 'Mi hanno sparato' risponde il ragazzo che spiega: 'Stavo andando a vedere la partita, il biglietto lo avevo comprato dove abito io, a Napoli'. Poi ricorda che gli aggressori 'Erano più di uno'. E dice: 'avevano i caschi'. Perché ti ha sparato gli chiede il perito? 'Era fuori di testa'. Ed ancora: 'Stava in piedi e poi a terra e parlava con accento romano'".
ANTONELLA LEARDI CON CIRO ESPOSITO
3 - CIRO ESPOSITO PRIMA DI MORIRE: ''PIÙ DI UNO GLI AGGRESSORI''
Intubato, il fisico provato dalla sofferenza, la voce fioca, Esposito risponde alle domande di un perito consulente della famiglia. Perche? ti trovi qua, gli viene chiesto? "Mi hanno sparato", dice il ragazzo che rispondendo ad altre domande spiega: "stavo andando a vedere la partita, il biglietto lo avevo comprato dove abito io, a Napoli". Poi ricorda che gli aggressori erano più d'uno e dice: "avevano i caschi". Perché ti ha sparato? gli chiede il perito? "Era fuori di testa", dice ancora Esposito che aggiunge "stava in piedi e poi a terra e parlava con accento romano".
Ecco la trascrizione completa del nastro audio:
La criminologa Angela Tibullo (T) chiede a Ciro Esposito (E) : «Perché ti trovi qua?»
E.: «Perché mi hanno sparato».
T.: «Quando?»
E.: «Quando sono andato a vedere la partita».
T.: «Ma tu lo avevi il biglietto per andare allo stadio, dove l’avevi comprato?»
E.: «Dove abito io».
T.: «E tu dove abiti?»
E.: «A Napoli»
T.: «Senti Ciro, ti ricordi fisicamente questa persona vestita di nero, un po’ ciccione?»
E.: «Era più di una persona».
T.: «Ti ricordi com’erano vestite?»
E: «Con i caschi».
T.: «Ma tutti o alcuni si e alcuni no?». Pausa. «Mi dici sì per dire che c’era qualcuno che non ce l’aveva?». Pausa. Sempre la criminologa Angela Tibullo: «E poi che ha fatto questo ti ha dato due schiaffi?».
E.: «Mi ha sparato»
T.: «Perché ti ha sparato, Ciro?»
Ciro risponde, ma le sue prole non sono chiare. La criminologa ripete ad alta voce quello che ha capito:
«Hai incontrato questo che non stava bene con la testa, ha preso la pistola e ha sparato, ma questo che ti ha sparato ha preso così la pistola e ti ha sparato o stavate urlando o è caduto? Era a terra, era alzato?».
E.: «In piedi e a terra».
T.: «Quindi sei partito, sei arrivato a Roma, ti stavi incamminando per andare a vedere ‘sto Napoli e uno è arrivato e ti ha sparato…ed erano tanti, giusto? E avevano i caschi tranne uno, mi hai detto? Ma questo qua la pistola da dove l’ha presa? Da qua? Ok. Ma l’hai sentito parlare?».
E.: «Aveva l’accento del Lazio».
la madre di ciro esposito
funerali di ciro esposito
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