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L’ITALIA RISCHIA UN BLACKOUT COME QUELLO DELLA SPAGNA? – LE STATISTICHE DICONO CHE QUELLA DEL NOSTRO PAESE È UNA DELLE RETI ELETTRICHE TRA LE PIÙ MODERNE D'EUROPA – DAVIDE CHIARONI (POLITECNICO DI MILANO): “LA NOSTRA RETE È MAGGIORMENTE INTERCONNESSA CON L'ESTERO RISPETTO A QUELLA SPAGNOLA, ABBIAMO COLLEGAMENTI CON FRANCIA, SVIZZERA E I BALCANI. E SULLE RINNOVABILI LA SPAGNA HA UNA QUOTA DI PRODUZIONE SOPRA IL 70%, MENTRE NOI STIAMO TRA IL 40 E IL 50%. QUESTO RITARDO CI HA CONSENTITO DI PREPARARE IN MANIERA PIÙ EFFICACE LE INFRASTRUTTURE E I SISTEMI DI ACCUMULO…”

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Estratto dell’articolo di Paolo Baroni per “la Stampa”

 

blackout in spagna

Le statistiche europee dicono che quella italiana è una delle reti elettriche tra le più moderne ed al tempo stesso virtuose d'Europa. Ma alla luce del black out che ha colpito Spagna e Portogallo, possiamo stare tranquilli oppure anche il nostro sistema presenta delle fragilità?

 

«Come tutte le reti, ovviamente, anche noi abbiamo qualche punto debole – risponde Davide Chiaroni, cofondatore di Energy&Strategy group Politecnico di Milano –. E del resto, vista la grande complessità di questi sistemi, una rete sicura in assoluto non esiste».

 

blackout in spagna

Per quanto riguarda l'Italia, infatti, parliamo di 75 mila chilometri di linee ad alta tensione, 910 stazioni elettriche e 30 interconnessioni con l'estero gestite da Terna, la società che si occupa della trasmissione dell'energia elettrica lungo tutto lo Stivale.

 

«Abbiamo subìto quello che forse è stato il più grande black out della storia, quello del 2003 – sostiene il presidente di Nomisma Energia, Davide Tabarelli – per cui sarei cauto. Certo dopo la sberla che abbiamo preso quella volta, qualcosa abbiamo imparato e sono stati fatti tanti investimenti, però è meglio evitare professioni di ottimismo».

 

Davide Chiaroni

Tant'è che, sulla scorta del disastro spagnolo, il nostro governo ha convocato per i prossimi giorni una riunione a livello tecnico del Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica. [...]

 

Rispetto alla Spagna, la situazione italiana è comunque notevolmente diversa. «Abbiamo almeno tre caratteristiche che rendono il nostro sistema certamente più sicuro», spiega Chiaroni. La prima «è che la nostra rete è maggiormente interconnessa con l'estero, visto che abbiamo collegamenti con Francia, Svizzera e i Balcani; mentre la Spagna ha un solo collegamento con la Francia. Poi, in virtù delle scelte fatte nel tempo, abbiamo un equilibrio migliore tra la componente di generazione e quella di stoccaggio, per cui da noi è più difficile che un brusco calo della generazione crei poi un problema alla rete».

 

blackout in spagna e portogallo 16

Terza questione, le rinnovabili. «Mentre la Spagna ha una quota di produzione di questo tipo che ormai sta stabilmente sopra il 60-70% e in certi giorni arriva a coprire anche il 100%, noi – spiega l'esperto – stiamo tra il 40 ed il 50%.

 

Si poteva certamente di fare di più, ma l'aver affrontato la questione un po' "da italiani" alla fine ci ha consentito di preparare in maniera più efficace le infrastrutture e i sistemi di accumulo. Per cui, alla fine, abbiamo una struttura della produzione molto più distribuita e anche per come è segmentata la rete, un blackout delle dimensioni di quello spagnolo su scala nazionale è abbastanza improbabile».

 

davide tabarelli

E quindi le nostre fragilità, oggi, quali sono? Per Chiaroni «abbiamo un sistema molto più digitalizzato rispetto a qualche decennio fa e quindi potenzialmente più esposto al rischio di cyberattacchi. Oltre a questo, avere un sistema fatto da molti più attori, con tanti produttori di piccola scala (Terna in tutto ne conta 1,5 milioni), significa essere passati da un sistema monodirezionale ad uno molto più complicato, con una componente non programmabilità legata alle rinnovabili decisamente più elevato».

 

Quanto ai rischi di blackout legati a picchi di consumo, più che a livello nazionale si possono verificare a livello locale, come negli anni passati a Milano in occasione di giornate particolarmente torride.

 

blackout in spagna e portogallo 1

C'è un evidente problema di resilienza rispetto ai cambiamenti cimatici che occorre affrontare ed è per questo che l'Italia continua ad investire. Il nuovo piano di sviluppo 2025-2034 di Terna appena varato prevede di impegnare oltre 23 miliardi di euro per favorire l'integrazione delle fonti rinnovabili, incrementare la capacità di trasporto della rete e garantirne stabilità e sicurezza.

 

In particolare gli stanziamenti riservati al Piano sicurezza sono saliti da 1,7 a 2,3 miliardi, con l'obiettivo di gestire meglio i flussi di energia nei punti critici della rete e potenziare le iniziative di cybersecurity a difesa del sistema. [...]

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