larimar annaloro

“LARIMAR ANNALORO SI È IMPICCATA E NON CI SONO EVIDENZE SUL COINVOLGIMENTO DI ALTRI” – IL PM HA SMONTATO TUTTE LE IPOTESI DELLA FAMIGLIA DELLA 15ENNE, MORTA A PIAZZA ARMERINA, IN PROVINCIA DI ENNA, DOPO UNA LITE CON UNA COMPAGNA DI CLASSE: LE SCARPE ERANO SPORCHE DI TERRICCIO, DUNQUE LA RAGAZZA È ARRIVATA DA SOLA NELLA PINETA. HA SCRITTO UN BIGLIETTO AL FIDANZATO: “TI AMERÒ ANCHE NELLA PROSSIMA VITA”. E NON C’È ALCUN GIALLO SULLA CORDA USATA PER TOGLIERSI LA VITA - RESTA IN PIEDE L’IPOTESI DELL’ISTIGAZIONE AL SUICIDIO: SI INDAGA PER REVENGE PORN DOPO IL SEQUESTRO DI OTTO CELLULARI DEI…

Estratto dell’articolo di Giusi Fasano per il "Corriere della Sera"

 

LARIMAR ANNALORO

Larimar si è uccisa. E la pista dell’omicidio non è in scena. Rocco Cosentino, il capo della Procura dei minori di Caltanissetta, lo dice senza giri di parole: «Con i dati in nostro possesso possiamo affermare che si tratta di un suicidio», esordisce nella conferenza stampa convocata per fare il punto sulle indagini. Ma, dice, «resta in piedi l’ipotesi di istigazione al suicidio».

 

Certo, per avere la conferma definitiva si dovrà attendere l’esito dell’autopsia (fra più di due mesi) con i dati tossicologici. […] i colpi di scena non sembrano nel novero delle ipotesi e il medico legale della Procura ha già scritto — dopo un primo esame (esterno) del corpo — che la morte della 15enne trovata impiccata a un albero vicino alla sua casa di campagna, a Piazza Armerina (Enna) è «compatibile» con il «soffocamento da impiccagione» e c’è «assenza di lesività eterodiretta». Traduzione: si è impiccata e non abbiamo riscontri sul coinvolgimento di terzi.

LARIMAR ANNALORO

 

[…] Per esempio le scarpe da tennis che Larimar indossava.

«Erano pulite», dicono i familiari che insistono sulla pista dell’omicidio, «impossibile arrivare fin lì senza sporcarle».

La Procura dice ora che non è così: sulle suole «c’erano tracce di terriccio, e ci sono fotografie che lo dimostrano». La controreplica arriva a stretto giro dall’avvocata della famiglia, Milena Ruffini: «Non abbiamo mai parlato di suole, le scarpe erano pulite sopra e lateralmente».

 

Altro particolare: il lembo di carta strappato da Larimar da un suo quaderno. C’è scritto «ti amerò anche nella prossima vita» e lei lo ha dato a un compagno di classe perché lo facesse avere al suo fidanzato.

Per la famiglia quella frase che fa pensare al suicidio è una messinscena e il bigliettino non l’ha scritto lei perché quella non è la sua scrittura.

 

LARIMAR ANNALORO

Per il procuratore è invece tutto più lineare: il quaderno da cui è stato strappato era nello zainetto di scuola di quel giorno, è stato sequestrato, «abbiamo elementi per ricostruire i passaggi di mano di quel pezzetto di carta», e «se sarà necessario approfondiremo con una perizia calligrafica».

 

Nessun giallo nemmeno sulla corda usata dalla ragazzina per impiccarsi, recuperata — pare — dal locale degli attrezzi di casa, né sul fatto che fosse «legata fino ai piedi», come ha sempre sostenuto sua madre Johary. «Le ricostruzioni sui giri di corda al collo, su come fosse legata sono state fatte nell’immediatezza dai genitori. Le indagini e l’autopsia accerteranno tutto ma noi ci basiamo sui dati oggettivi», ha tagliato corto il procuratore Cosentino. Sminuita, poi, la questione della «stanzetta di Larimar a soqquadro», anche questa ripetuta da sua madre. «Non era a soqquadro come si è detto» […]

 

Larimar Annaloro

Si indaga anche per la lite a scuola poche ore prima che Larimar fosse trovata morta. Il procuratore ha parlato di «discussione» e ha detto, in sostanza, che gli investigatori sono al lavoro per definirne l’intensità, la violenza, le parole...

Alcuni suoi compagni di scuola hanno detto ai giornalisti che durante quel litigio qualcuno ha parlato di immagini intime di Larimar che giravano nelle chat della scuola.

 

Il dottor Cosentino, che nei giorni scorsi aveva disposto il sequestro dei telefonini di otto ragazzini, a proposito di indagini che potrebbero portare in questa direzione dice che ci sono due nuovi reati ipotizzati sempre contro ignoti (come l’istigazione al suicidio). Si tratta di diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti (il revenge porn) e detenzione o accesso a materiale pornografico. Di almeno una foto intima, scattata mesi prima e girata in alcune chat, avrebbero notizia anche gli inquirenti che la stanno cercando.

la mamma di Larimar Annaloro

 

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