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“È POSSIBILE ESSERE FORTEMENTE CRITICI NEI CONFRONTI DI ISRAELE SENZA ESSERE ANTISEMITI” – LO SCRITTORE JONATHAN SAFRAN FOER SUONA LA SVEGLIA ALLA SUA COMUNITÀ E SCENDE IN CAMPO IN DIFESA DI PAPA FRANCESCO: “L’ANTISEMITISMO È QUALCOSA CHE È MOLTO FACILE MINIMIZZARE, MA ANCHE MOLTO FACILE ESAGERARE. E QUANDO IL NOSTRO RIFLESSO AUTOMATICO È ACCUSARE DI ANTISEMITISMO, ALLORA STIAMO SMARRENDO LA STRADA. PAPA FRANCESCO HA FATTO MOLTO DI PIÙ CHE COMBATTERE L’ANTISEMITISMO. LUI CI HA SFIDATO A INTERROGARCI…”

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Estratto dell’articolo di Sara Scarafia per “la Repubblica”

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Jonathan Safran Foer gioca a ping pong nella sua casa di Brooklyn

Jonathan Safran Foer, lo scrittore newyorchese di libri amatissimi come Ogni cosa è illuminata e Molto forte, incredibilmente vicino , […] vive a Roma da qualche mese, si fermerà fino a giugno. E mentre passeggia per Testaccio in una giornata che finalmente sa di primavera, non nasconde la grande ammirazione per papa Francesco. Lo ha incontrato una volta, nel 2023, quando il pontefice presentò ad alcuni intellettuali l’enciclica sul clima Laudate Deum . […]

 

Sabato andrà ai funerali e ragionando da ebreo sulla figura di un leader che, dice, gli ha donato una nuova prospettiva sulle cose, affronta anche il tema spinoso della guerra in Medio Oriente, con una parte della comunità ebraica che non ha accettato l’accostamento della parola genocidio alla pioggia di bombe su Gaza.

papa francesco

 

Che papa è stato Francesco?

«[…] È stato papa in anni incredibili: l’avanzata delle destre nel mondo, Donald Trump, i social. Mentre stavamo velocemente sprofondando verso il peggio, lui ci diceva che non dovevamo essere per forza religiosi per credere nell’animo umano; mentre in America l’unico credo diventava il capitalismo spinto al massimo, ci mostrava che ci sono valori più importanti di quelli secolari».

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Jonathan Safran Foer

 

La posizione di Francesco su Gaza — ha chiesto di verificare se non fosse in corso un genocidio — ha ferito una parte della comunità ebraica.

«È un peccato perdersi in un dibattito semantico. Capisco perché qualcuno possa voler discutere sulla parola, lo capisco davvero. Ma non è questo il punto. C’è una quantità intollerabile di sofferenza e non importa se pensi che non ci fosse altra via o se pensi che ce ne fossero molte. Non importa se sei un sopravvissuto all’Olocausto o se sei un palestinese. È facile guardare alla sofferenza quando non ti mette in discussione. È molto più difficile guardarla in faccia quando ti sfida, ti interroga. E credo che uno dei ruoli dei leader — soprattutto dei leader spirituali — sia proprio questo: sfidarci. Chiederci di guardare, di non distogliere lo sguardo, proprio quando ci costa di più farlo. Dobbiamo partire da un presupposto: un bambino morto è un bambino morto. Dobbiamo guardarlo e non voltare la testa altrove».

 

la traslazione di papa francesco in vaticano 3

Crede che abbia fatto abbastanza contro l’antisemitismo?

«L’antisemitismo è qualcosa che è molto facile minimizzare, ma anche molto facile esagerare. È possibile essere fortemente critici nei confronti di Israele senza essere antisemiti. E quando il nostro riflesso automatico è accusare di antisemitismo, allora stiamo smarrendo la strada. Penso che il papa abbia fatto davvero molto, anzi più di qualunque altro pontefice nella storia, per combattere l’antisemitismo e per parlarne apertamente. Per questo, da ebreo, mi sono sentito profondamente grato».

Jonathan Safran Foer

 

Lei lo ha incontrato una volta, nel 2023: che ricordo conserva?

«Un ricordo potente. Non sapevo come comportarmi naturalmente, se ci fosse un’etichetta. Allora ho chiesto alla persona che ci accompagnava cosa dovessi fare.

E lui mi ha detto: “Sii normale, lui è normale”. Quando è entrato nella stanza tutti, anche quelli che lo conoscevano, sono rimasti impressionati dal carisma. Con me c’era mia figlia che allora aveva un anno». Foer mostra sul cellulare la foto del pontefice che tende la mano sulla bambina. «Mi ha detto: “Dobbiamo prenderci cura del mondo per lei”».

jonathan safran foer

 

Qual è la sua speranza per il nuovo papa?

«[…] Il mio augurio è che il nuovo pontefice segua le orme di Francesco. È stato un modello: non imponeva un modo giusto di essere, lo incarnava».

papa francesco