DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Cristiana Lauro per Dagospia
La ristorazione romana negli ultimi anni ha dato segni di stanchezza, salvo qualche solida eccezione. Carenza di stimoli dovuta anche al fatto che a Roma girano molti meno quattrini che a Milano o in altre province, soprattutto al nord d’Italia. Il migliore cliente nei nostri ristoranti è diventato il turista straniero, non di rado più curioso e preparato della media degli italiani a tavola che non distinguono un gambero di Mazara del Vallo da un Calippo. E poi i turisti della buona tavola portando soldi in una città che ha sempre vissuto più di privilegi (e probabilmente ne avrebbe fatto volentieri a meno) che di imprenditoria e finanza che spendono.
A Milano la ristorazione va a tutta birra, si fatica a stargli dietro, così come a trovare un tavolo senza prenotazione e la qualità è piuttosto buona, mediamente superiore a quella della capitale. Il discorso qualitativo medio vale anche per i drink, la mixology e le carte dei vini. Tuttavia Roma ha i suoi punti di riferimento da difendere, alcuni grandi sul serio e uno di questi -forse il format più centrato degli ultimi tre anni- si chiama Retrobottega e ha appena riaperto dopo un maquillage strafigo che ha allargato gli spazi a disposizione del pubblico e del giovane servizio di sala che accompagna una cucina -se possibile- ancora più in forma di prima. I piatti di Retrobottega hanno tutti il tiro in porta, non sbagliano un colpo. Lì ci sono ragazzi in gamba con vision e talento, mica sale da trucco, cabine di regia e vana aspirazione al titolo di chef quando sei soltanto un bruciapadelle.
Se il mio ultimo desiderio prima del patibolo fosse un pasto come Dio comanda, oggi sarebbe a Roma e da Retrobottega. Cucina da stella Michelin, se quello deve essere il parametro (fosse per me gliene darei direttamente due e lo stesso vale per Contraste a Milano che, intanto, la sua prima l’ha ottenuta). Ristorante contemporaneo, cucina creativa senza vaneggiamenti alla deriva o menate gastro-logiche, comodamente aperta dalle dodici alle ventiquattro con menù completo. E poi divertenti tavoli sociali ampi, con sedute comode e preparazioni a vista. E’ il locale perfetto anche da soli dove divertirsi, stare e mangiare bene senza spendere una follia.
Architettura, luci e arredi eleganti nel rispetto di un’ idea di semplicità che concepisce l’essenziale fino a un certo punto. Troppe volte si è confusa l’essenza con l’assenza, ma certo minimalismo lascia il contesto nudo o sempre monco di qualcosa in cui il cliente, probabilmente, confidava. E non siamo forse noi clienti ad aver realmente titolo a parlare? Non a pretendere perché paghiamo: a parlare.
Retrobottega, Via della Stelletta 4, 00186, Roma.
Prezzo medio 45 euro vini esclusi.
retrobottega 2retrobottega 3retrobottega 9retrobottega 6cristiana lauro cristiana lauro 3
Ultimi Dagoreport
DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI…
DAGOREPORT: BANCHE DELLE MIE BRAME! - UNICREDIT HA MESSO “IN PAUSA” L’ASSALTO A BANCO BPM IN ATTESA…
FLASH – IL GOVERNO VUOLE IMPUGNARE LA LEGGE REGIONALE DELLA CAMPANIA CHE PERMETTE IL TERZO MANDATO…
FLASH – IERI A FORTE BRASCHI, SEDE DELL’AISE, LA TRADIZIONALE BICCHIERATA PRE-NATALIZIA È SERVITA…
DAGOREPORT – MARINA E PIER SILVIO NON HANNO FATTO I CONTI CON IL VUOTO DI POTERE IN FAMIGLIA…