DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI…
Melania Rizzoli per “Libero Quotidiano”
L' estate è solo in apparenza una stagione di relax, e le foto glamour delle vacanze postate sui social possono trarre in inganno, perché al di là degli idealismi, i mesi estivi sono considerati in medicina il periodo più critico per la psiche, in particolare per quanto riguarda l'ansia e il sonno. Infatti da giugno a settembre si registra un netto aumento delle prescrizioni di ansiolitici e di antidepressivi, farmaci che i medici ricettano con più facilità, considerando questi tre mesi anche i più "caldi" per alcuni disturbi mentali.
Ad aumentare nella stagione torrida infatti, non sono solo i disturbi d' ansia e del riposo notturno, ma anche gli attacchi di panico, l' irritabilità manifesta, i comportamenti aggressivi e le fasi maniacali del disturbo bipolare.
La conferma arriva dall' allarme lanciato sul portale dell' Aifa, l' Agenzia Italiana del Farmaco, che ha denunciato l' aumento del numero degli italiani a cui è stato prescritto, almeno una volta nell' anno in corso, un anti-depressivo, numero che risulta maggiore rispetto ai 3,9milioni di connazionali che li hanno assunti regolarmente nel 2017.
Si registra anche un picco di acquisti da parte delle farmacie territoriali, per il consumo pubblico e privato, che ha registrato a giugno un elevato consumo di benzodiazepine, ovvero una classe di farmaci che comprende ansiolitici, ipnotici e sedativi, che, secondo i dati Aifa , vengono ingoiati in 100 dosi quotidiane ogni 1.000 abitanti, ovvero da quasi un italiano su dieci.
La nota più preoccupante inoltre, riguarda l' età dei pazienti che richiedono questo tipo di molecole, che si sta abbassando notevolmente, con l' ingresso significativo nei piani terapeutici di giovani sotto i 30 anni.
FUTURO INCERTO
Dalle prescrizioni farmaceutiche del Servizio Sanitario Nazionale, si evince che l' aumento del livello di stress e il disagio psichico nella quotidianità vengono chiamati in causa ed attribuiti all' incertezza del futuro, alla mancanza di lavoro e quindi di guadagno, ad una crescente solitudine e soprattutto alla maggiore incapacità di gestire le frustrazioni.
Il sospetto invece è che l' alto consumo da parte dei giovani di tali farmaci, sia utilizzato per compensare l' effetto dell' alcool e di altre sostanze chimiche regolarmente assunte invece in dosi proibite.
Quello che va sottolineato è che gli "ansiolitici" sono una categoria di psicofarmaci usati per attenuare gli stati di ansia, di angoscia, i disturbi ossessivi, gli attacchi di panico, le somatizzazioni ecc, in contrasto con gli "antipsicotici", chiamati tranquillanti maggiori. Se assunti in dosi massicce alcuni ansiolitici, come per esempio i barbiturici e gli oppioidi, sono in grado di inibire i centri della respirazione polmonare, e possono provocare coma e morte.
Le "benzodiazepine" invece, sono prive di queste capacità e non sono dunque letali in overdose, naturalmente se assunte da sole, perché in combinazione con alte quantità di alcool possono indurre anch' esse il coma. Inoltre, il trattamento continuato, specialmente se sconsiderato e assunto in modo improprio, può portare a dipendenza sia di tipo fisico che psicologico.
I farmaci più noti a base di benzodiazepine sono considerati dei sedativi leggeri, che determinano ansiolisi per disattivazione psichica, e che in dosi maggiori producono sedazione, motivo per il quale sono utilizzati nell' induzione del sonno.
Le varie molecole di questa famiglia sono inoltre caratterizzate da un meccanismo d' azione comune e dagli stessi effetti collaterali, ovvero sedazione, mio-rilassamento ed amnesia, ed oggi le benzodiazepine hanno sostituito quasi completamente i barbiturici.
EFFETTI DELETERI
L' uso a lungo termine non è raccomandato a causa di fenomeni di tolleranza, di dipendenza, di effetti deleteri sulle capacità cognitive, interazioni sfavorevoli con alcool ed altri farmaci, sintomi da sospensione ed astinenza, che possono addirittura peggiorare drasticamente i sintomi trattati.
Molti antidepressivi invece, al di là del nome, sono efficaci nel trattare i sintomi d' ansia, e non causando generalmente effetti sedativi, amnestici e dipendenze, e sono preferiti alle benzodiazepine per il trattamento dell' ansia generalizzata in tutte le sue componenti somatoformi, compresi gli attacchi di panico. Siccome la loro azione non è immediata, ma si instaura nel corso delle prime settimane di trattamento, non sono utili nella cura al bisogno, né per l' urgenza, (anzi nel breve termine possono anche peggiorare i sintomi), ma nella gestione a lungo termine. Insomma, dai dati emersi possiamo confermare che siamo un popolo di ansiosi, soprattutto d' estate, quando il fatto di rivoluzionare le proprie abitudini e magari ritrovarsi a dover organizzare un viaggio od una vacanza può a volte destabilizzare e scatenare l' ansia.
Lo testimonia anche l' aumento delle situazioni di emergenza negli ospedali, ma anche il maggior consumo di alcolici e sostanze stupefacenti che si registrano in estate, soprattutto tra i giovani, una "spia" di un malessere da non sottovalutare, e per curare il quale difficilmente sono sufficienti gli antidepressivi e gli ansiolitici.
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