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Christina Engelhardt aveva solo 16 anni quando incontrò per la prima volta Woody Allen in un ristorante di New York. All'epoca era una studentessa bionda delle superiori con gli occhi verdi, una bellezza che le aveva fatto firmare alcuni contratti da modella e un sogno nel suo cuore di essere famosa. Ed è allora che incontro' Woody Allen, all’epoca 41enne, con cui ebbe una relazione durata 8 anni che divenne di ispirazione per il personaggio interpretato da Mariel Hemingway, che allora aveva 16 anni, in “Manhattan”.
Ora Christina, 61enne divorziata a madre di due ragazze, dopo aver ricordato solo pochi anni fa con affetto e senza alcun rimpianto la sua relazione con Allen, ha deciso si sputtanarlo nel documentario di HBO “Farrow v. Allen” in cui dice di aver riflettuto sugli aspetti negativi di quella relazione.
«Il film mi ha sempre ricordato come interpretava i personaggi nei suoi film e come giocava con me» dice Christina oggi. Perché dopo quel primo appuntamento al ristorante, afferma di aver continuato ad avere una relazione clandestina di otto anni con il regista di Hollywood, sotto il naso - e in effetti, dice, con la piena ma riluttante conoscenza - del suo partner di allora Mia Farrow.
Ha raccontato che Allen all’epoca non fece mai riferimento alla loro differenza d’età (25 anni) e fin dall'inizio ha stabilito regole per cui non avrebbero discusso di lavoro e si sarebbero incontrati solo a casa sua visto che all’epoca era sposato con Mia Farrow. Ora, dopo aver rifiutato per anni di sentirsi vittima, Christina ricorda “la sua crudele relazione e come sia stata manipolata”: «Con la sua intelligenza mi faceva sentire un’adulta. Mi faceva domande ero entusiasta che volesse la mia opinione. Pensavo che tenesse alla mia mente oltre che al mio corpo. Ma non mi ha mai portato fuori a cena o a un appuntamento, nemmeno una volta». Secondo lei il fatto di narrare nei film relazione di giovani con uomini più maturi “rispecchia la sua inclinazione verso le giovani verso la vita reale”.
«Non ho mai passato la notte con lui, non una volta. Era solo per un paio d'ore, sesso compreso. Un bicchiere di vino, una chiacchierata, una partita a scacchi e un po' di sesso». Allora adolescente dice che era ferita e confusa dalla natura segreta della loro relazione, dimostrata dal fatto che Allen non l'ha mai portata a mangiare fuori: «Gli ho dato un centinaio di opportunità per dire: "Ehi, andiamo a cena fuori" e penso che sia qui che entra in gioco la mia bassa autostima. Ho pensato che forse se fossi stata più interessante e realizzata, le cose sarebbero cambiate. Avevo solo 16 anni e mi sentivo lusingata che qualcuno di talento e spiritoso come Woody fosse interessato a me».
woody allen e christina engelhardt 1
Ci sono altri ricordi più tristi. Ricorda di essersi presentata, senza preavviso, al jazz club di New York dove Allen suonava una volta alla settimana: «Mi ha abbracciato come se fossi una buona amica. Non mi ha mai presentato come la sua ragazza». Da parte sua, Christina crede di essere rimasta coinvolta nel vortice sessuale di Allen perché ambiziosa e in soggezione nei suoi confronti: «I predatori vedono quella mancanza di fiducia nei giovani e ne approfittano. Pensavo di essere speciale per lui, ma ho finito per sentirmi come il suo giocattolo, ed è tutto quello che ero. Non era la persona che pensavo. Gli ho concesso il beneficio del dubbio perché pensavo fosse un genio».
Quando ha visto Manhattan per la prima volta nel 1979, dice di aver pianto. La trama l'ha colta completamente di sorpresa: «Ho detto a Woody, più tardi," Wow mi assomiglia" e lui ha riso e ha detto: “Davvero?”. Mi sentivo come se avesse preso frammenti di me e li avesse inseriti nel film». Quattro anni dopo l’inizio relazione, in uno dei viaggi di Christina a New York, Allen presentò Christina a Farrow: «Mi ha presentato a Mia Farrow e ha detto: "Voglio che tu conosca la mia ragazza" e ricordo di aver pensato: "Non sono la tua ragazza". Allora ho capito che non ero niente [per lui] ma Mia era così gentile e meravigliosa.»
La star del film del 1968 “Rosemary’s Baby” aveva 16 anni più di lei e le due donne sono finite per piacersi: «Eravamo le sue due ragazze preferite e lui era il regista in quella situazione. Penso che anche Mia fosse sotto il suo incantesimo. Se hai una relazione felice e sana, non devi coinvolgere una terza persona».
L'ultima goccia per Christina è arrivata quando Allen ha rifiutato di aiutarla con la sua carriera di attrice. Ha lasciato gli Stati Uniti nel 1983 ed è andata a lavorare a Roma.
Articolo del 17 dicembre 2018 da “www.ilmessaggero.it”
Era il 1976 e Babi Christina Engelhardt aveva 16 anni. Fu lei a prendere l'iniziativa. Lasciò un biglietto sul tavolo di Woody Allen: «Dal momento che hai firmato abbastanza autografi eccoti il mio». C'era il numero di telefono e il regista, allora 41enne, la chiamò pochi giorni dopo.
È il racconto, sull'Hollywood Reporter, di Babi Christina Engelhardt, ex modella che fra il 1976 e l'84 ebbe una relazione di otto anni con il regista newyorkese. Allora l'età della maturità sessuale era fissata a 17 anni ma Allen - racconta la donna - non chiese mai la sua età. «Però sapeva che andavo alle superiori», dice la Engelhardt che oggi ha 59 anni e che racconta di quella relazione sulla scia del movimento #Metoo, nato con lo scandalo Weinstein - lo scorso anno - e con le successive denunce a esponenti del mondo di Hollywood, una delle quali, pesantissima, coinvolse lo stesso Woody Allen, accusato dalla figlia adottiva Dylan Farrow di averla violentata. «È cambiato tutto ora, è come se improvvisamente gli altri si aspettassero da me di parlare male di lui». L'ex modella racconta che quello che fino a poco tempo prima era ancora il ricordo, dolce e melanconico, di una relazione positiva ma che ora, dopo il #Metoo, è diventato molto più scomodo.
Il tempo, racconta la donna, ha modificato anche la percezione di quello che lei pensava fosse un non dichiarato monumento alla loro relazione: il film Manhattan, del 1979, che racconta della diciassettenne Tracy (interpretata da Mariel Hemingway che per questo ruolo fu nominata all'Oscar) che con entusiasmo decide di andare a letto con il personaggio interpretato da Allen, Isaac «Ike» Davis, di ben 42 anni. «Il film mi ricordava il perché ho sempre trovato così interessante quell'uomo. Il suo umorismo è magnetico». La relazione fra i due non era del tutto clandestina. L'articolo dell'Hollywood Reporter raccoglie anche le dichiarazioni di alcune persone che erano al corrente del rapporto fra i due, come il fotografo Andrew Unangst, e il fratello della donna, Mike, allora entusiasta della relazione fra la sorella e il suo regista preferito: «Avevo 12 anni ed ero un suo grande fan», dice l'uomo.
La Engelhardt non si definisce vittima di quel rapporto: «Non voglio gettare fango su di lui, racconto una storia d'amore che mi ha fatto diventare chi sono. Non ho rimorsi», dice, anche se il divario di età e di potere fra i due potrebbero essere sufficienti per bollare come tossica quella relazione. Negli anni che seguirono la Engelhardt ebbe anche un rapporto artistico, del tutto professionale, con Federico Fellini. «Un giorno Allen telefonò a Fellini, a Roma, e risposi io. Mi disse: mi hai lasciato per Fellini? Meraviglioso!. Era scioccato che fossi in compagnia del suo mito».
Oggi Christina Engelhardt è una donna divorziata, madre di due ragazze adolescenti, che vive in un bell'appartamento di Beverly Hills. «Non fraintendetemi, non ho raccontato questa storia per attaccarlo, ma per dare un punto di vista diverso anche al movimento #Metoo, per dare la mia prospettiva. Non voglio in alcun modo attaccare Woody Allen». Il regista ha negato un suo commento sulla vicenda.
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