dado funeral casamonica

DADO FUNERAL - MINACCE AL COMICO DOPO LA CANZONE PARODIA SUL FUNERALE DEL CAPO DEL CLAN, INDAGATI 10 CASAMONICA - GLI INSULTI A DADO: “PUÒ DARSI DOMANI SCHIATTI PURE TE E TE FAMO UN BEL FUNERALE, COSÌ FAI IL PAGLIACCIO PURE IN PARADISO, PEZZO DI MERDA” - VIDEO

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Michela Allegri per “Il Messaggero - Cronaca di Roma”

 

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L' INCHIESTA Cantava prendendo in prestito le note di Fiordaliso: «Non voglio mica la luna, voglio solo un funerale con le Rolls Royce, i cavalli, il corteo e i vigili che dirigono il traffico solo per me».

 

Il riferimento era alle esequie in stile Padrino del capo clan Vittorio Casamonica. Per quella satira polemica, diventata popolarissima sul web, il comico romano Gabriele Pellegrini, in arte Dado, è stato riempito di insulti e, soprattutto, intimidazioni per nulla velate.

 

Amici e parenti del defunto non hanno gradito l' ironia e sono passati al contrattacco verbale. Ora, però, rischiano di avere problemi con la giustizia. Il pm Maurizio Arcuri ha infatti iscritto sul registro degli indagati 10 persone, per minacce e diffamazione.

 

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Sono tutti quanti soggetti riconducibili al clan Casamonica. Le frasi rivolte al comico sono state pesanti, tanto da convincerlo a sporgere denuncia. «Stai attento che se ti vedo per strada lo avrai subito il funerale» ha scritto uno degli indagati. E ancora: «Sì, può darsi domani schiatti pure te e te famo un bel funerale, così fai il pagliaccio pure in paradiso pezzo di m...».

 

IL FUNERALE- Le esequie-show risalgono allo scorso 20 agosto. Sei cavalli con pennacchio trainano un' antica carrozza funebre. Una banda intona la colonna sonora del film "Il Padrino", e accompagna il transito della bara di Vittorio Casamonica. Un elicottero sorvola la parrocchia di San Giovanni Bosco, al Tuscolano, e lancia petali di rosa sulla folla. Il clan di origine sinti celebra così il suo patriarca, ritratto in due gigantografie appese fuori dalla chiesa.

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Le immagini fanno il giro del mondo. Dado prende una chitarra e racconta l' evento in un paio di minuti. L' attacco del brano dice tutto: «Vorrei una bara fiammante, fuori la chiesa la mia faccia gigante. Ed una banda che suona, le note del padrino re di Roma». La canzone ha un successo immediato: in poco tempo spopola sul web, e il comico viene preso di mira dai parenti del "boss". La sua pagina Facebook si riempie di lamentele e insulti.

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«Fai schifo, non sei nemmeno degno di nominarlo» scrive un nipote di Vittorio. Le parolacce, però, si trasformano presto in minacce. E Dado decide di sporgere denuncia.