DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Estratto dell’articolo di Alessio Campana e Teresa Fallavollita per www.repubblica.it
"Sappi che dalle mie parti casualmente le donne cadono nei pozzi". Questa è soltanto una delle minacce che l'ex compagno le avrebbe rivolto nell'ultimo periodo della convivenza. Vittima una donna di circa 40 anni, che questa mattina di fronte alla quinta sezione penale del Tribunale di Roma ha raccontato l'inferno che avrebbe quotidianamente vissuto tra le mura di casa, a partire dal 2018. Dopo l'ultima aggressione, che sarebbe avvenuta nel 2022, ha trovato il coraggio di denunciarlo e adesso l'uomo è accusato di maltrattamenti in famiglia e lesioni.
Di fronte alle giudici, la donna visibilmente scossa ha ripercorso la relazione con il compagno, un 43enne sardo con il quale ha avuto un figlio: "All'inizio le cose andavano benissimo, abbiamo vissuto sei anni senza problemi, ma poi nel 2018 il rapporto è cominciato a peggiorare in modo subdolo".
La vittima ha riferito di sentirsi "annientata" e di aver ricevuto continue minacce e insulti, persino per non aver studiato: "Mi diceva che sapevo solo leggere i minuti della cottura della pasta", ha raccontato in aula.
"Rispetto a me che sono laureato tu non vali nulla", sarebbero state le parole del compagno che le avrebbe fatto pesare il titolo conseguito in giurisprudenza: "Io conosco le leggi e posso toglierti il bambino".
La situazione sarebbe peggiorata giorno dopo giorno fino al punto che la donna ha riferito di essere arrivata a sentirsi al sicuro solo la sera, dopo essersi chiusa a chiave con il figlio dentro la loro stanza.
E sarebbe stata proprio questa la causa dell'ennesimo litigio, nell'aprile del 2022: "Quel giorno sono rientrata e mi sono accorta che non c'era più la chiave della porta della camera", ha proseguito nel racconto la donna.
"La chiave per me era molto importante, rappresentava l'unico momento in cui riuscivo a rilassarmi. Non la trovavo, ero agitata, ho chiamato mamma e le ho chiesto se potesse venire a cena a casa con papà".
Ma la presenza dei genitori non avrebbe evitato che la situazione degenerasse: "Ci siamo spostati nel corridoio per parlare e aveva la chiave in mano. Poi non ricordo più niente, solo di aver ricevuto una spinta fortissima e di essere volata per le scale e di aver sbattuto la schiena e la testa". [...]
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