il cardinale george pell

IL MINISTRO DELL’ECONOMIA DI PAPA FRANCESCO, GEORG PELL, METTE LE MANI AVANTI – “DOBBIAMO PULIRE LA CASA. ANCHE PERCHÉ LA PROSSIMA ONDATA DI ATTACCHI SULLA CHIESA POTREBBE ARRIVARE PER IRREGOLARITÀ FINANZIARIE” – SCOPERTO QUALCOSA, SUA EMINENZA?

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Alessandro Trocino per “Il Corriere della Sera”

 

«È molto più difficile — scherza Georg Pell — riorganizzare le finanze vaticane che ottenere una conversione». Ma è la poderosa e perigliosa opera che ha intrapreso il prefetto della Segreteria per l’Economia del Vaticano. «Dobbiamo pulire la casa — dice al meeting di Rimini —. Anche perché la prossima ondata di attacchi sulla Chiesa potrebbe arrivare per irregolarità finanziarie».

GEORGE PELLGEORGE PELL

 

Che la lectio magistralis del cardinale avrebbe avuto un piglio anticonvenzionale e schietto, si era capito all’inizio. Quando al giornalista Roberto Fontolan, che raccontava della Domus Australia creata a Roma, e chiedeva se era aperta anche a pellegrini non australiani, monsignor Pell rispondeva: «Basta che possano pagare».

 

La «Chiesa e il denaro» si intitola il discorso. Dodici pagine dense di dottrina e di storia della Chiesa. La domanda preliminare è: «La Chiesa è fedele agli insegnamenti di Gesù sulla povertà?». Per rispondere, monsignor Pell ricorda, naturalmente, che «è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno dei cieli». E l’equivalenza che si rintraccia nei Vangeli tra «ricchezza e ipocrisia».

 

Ma anche altri episodi che spiegano come «Dio non lodi la miseria». La povertà raccomandata «è la semplicità di vita». La ricchezza è una «benedizione ambigua, perché può diventare avidità», ma non è un peccato. Il «ministro dell’Economia» del Vaticano cita persino Margaret Thatcher: «Il buon samaritano come avrebbe fatto, senza denaro, ad aiutare l’uomo picchiato e derubato?». Ciò che conta, spiega, è che la ricchezza venga usata «con generosità».

GEORGE PELL E DANEY CASEYGEORGE PELL E DANEY CASEY

 

Premessa per arrivare al nuovo corso in materia finanziaria. Monsignor Pell spiega che «la riforma sarebbe stata impossibile senza Papa Francesco». Sono stati fatti «progressi sostanziali», ma molto rimane da fare. Ora, spiega, «c’è un revisore laico, abbiamo la nostra agenzia antiriciclaggio e per la prima volta nella storia della Chiesa è stato fatto un bilancio completo su denaro e patrimonio». Lavoro che ha portato all’emersione di 1,3 miliardi «prima non visibili»: «Interessante, no?», chiosa ironicamente.

 

IL CARDINALE GEORGE PELL IL CARDINALE GEORGE PELL

«Una principessa europea — racconta Pell — mi ha detto che guardavano al Vaticano come a una vecchia famiglia nobile che stava andando in bancarotta. Stiamo lavorando duro, sotto la guida del Papa, perché questa immagine cambi». Deve cambiare l’atteggiamento verso il denaro: «È pericoloso che un esponente di vertice della Chiesa si dica contento di non interessarsi ai soldi della Chiesa. Così si aprono le porte a incompetenti e mascalzoni». E la Chiesa «deve far fruttare i suoi immobili: affittarli a prezzi inferiori ai canoni di mercato è moralmente sbagliato».

 

Mentre il cardinale parla, nello stand dei domenicani si parla di teorie gender. Giorgio Carbone e Riccardo Cascioli, direttore della Bussola Quotidiana , usano toni forti: «Le teorie gender vogliono uomini e donne di pongo, che cambieranno sesso quando vogliono. Verrà sdoganato l’orientamento pulsionale, primo passo per legalizzare cleptomania e pedofilia». E ancora: «I pasticceri saranno costretti a fare le torte ai matrimoni gay: negli Stati Uniti uno ha pagato 150 mila euro di multa».

VATICANO, SEDE IORVATICANO, SEDE IOR

 

Secondo Carbone, «le coppie gay sono più esposte a malattie cardiovascolari e a suicidi degli etero». E ce n’è per il presidente del Senato Pietro Grasso: «Ha detto che merita tutela qualunque forma di affetto e di solidarietà. Allora cosa dovrebbero fare i 40 frati domenicani del convento, che tra di loro provano affetto e solidarietà: sposarsi?».