RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
Natalia Aspesi per “la Repubblica”
La guerra nel suo orrore ha anche il potere di allontanarci da tutto ciò che parrebbe essenziale e forse non lo è: e infatti le immagini che ci vengono dall'Ucraina sono di donne e uomini ritornati alla loro funzione primaria, primitiva, preistorica, le femmine intente a partorire, a proteggere i figli, a mettere in salvo la prole, i maschi a combattere per difendere il suolo, il rifugio, il futuro del gruppo.
Al primo apparire di quelle mostruose macchine di sterminio che costano probabilmente come un ospedale, la realtà si è ribaltata, e persino il nostro corpo è tornato ad essere solo natura, e i nostri pensieri solo sopravvivenza.
Dentro quegli enormi fantocci piegati sotto il peso delle armi e di divise falsamente protettive, ci sono tutti: forse anche qualche femmina, ma soprattutto chi è genericamente maschio, binario o no, fluido o casto, sino a ieri truccato come Achille Lauro o abbigliato come i Maneskin o palestrato virilmente. La guerra, nel sangue, obbliga a una tregua dalla smania di catalogazione, dal chiacchiericcio senza soluzione, a un ritorno, si spera molto breve, all'essenziale. Non so certo immaginare cosa faranno i trans, ma penso che anche contro sé stessi sceglieranno di essere uomini, perché sono gli uomini ad avere l'istinto, e la forza, per la lotta. Perché alla fine siamo prima di tutto semplicemente umani.
Di colpo tutto pare solo guerra, anche qui da noi, in Europa, in Italia, le immagini sono quelle, i suoni sono quelli, il dolore, la morte, la paura, la perdita, la fame, sono lì, vicino, troppo vicino: e chi ha in casa una lavoratrice ucraina, cioè più di 200mila famiglie italiane, ne sa lo sperdimento, ne sente le telefonate ai figli, ai nipoti, laggiù, che rischiano la vita nell'estremo disagio, i maschi armati, le femmine coi bambini nelle cantine, nei tunnel, nei sotterranei della metropolitana.
La pandemia non è estinta, si soffre e si muore ancora di virus ma pazienza, le notizie sono frettolose; il solito uomo ha ammazzato la solita compagna, che orrore ma che dire? Tiziano Ferro e il suo partner sono diventati papà, auguri, ma non c'è tempo per sociologie o sgridate; gli opinionisti si sono subito riciclati con improvvisate sapienze geopolitiche, e meno male almeno i talk show, pur tutti quanti concentrati solo sulla guerra come prima solo sulla pandemia, non ci privano del costante arruffio litigioso, perché Putin ma pure l'Ucraina ecc. e resta solo la speranza che tra un po' nelle piazze i No Vax disoccupati non si riciclino in No Zelenskyj.
Gli influencer sono sconcertati, come conciliare il no alla guerra coi nuovi rossetti fosforescenti? A livelli alti non si demorde dal chiedersi se la guerra sia femmina o maschio, se merita lo schwa oppure no. Partiam Partiam dice il moderatamente coraggioso Salvini: per il fronte? No, meglio in un Paese vicino, per raccogliere piccoli fuggitivi e far bella figura col Papa senza innervosire l'amico innominabile. Il nostro modo di vivere impigrito e incattivito ci sta sfuggendo, i giorni passano sempre più spaventosi e oscuri, per gli altri, e vuoti per noi.
E il catasto? E il Csm? Conteranno ancora qualcosa? Se Putin ha un'idea ben precisa di cosa sia uno sterminio, ed è quello che vuole, lei signora cosa farà questa estate? E se al mare non ci sarà l'aria condizionata? I governi europei sono uniti nel fare tutto il possibile per trovare una soluzione, e pare quasi impossibile.
tiziano ferro presenta i figli
Anche perché quello là ha già chiarito con l'attacco alla centrale nucleare che dell'Europa e dei suoi musi non gliene frega niente. Ma noi divaghiamo anche perché nessuno ci spiega come si ferma una guerra se davvero ancora non hai capito perché è stata scatenata e quindi cosa si dovrebbe fare perché finisca. Noi confusi, impotenti, accerchiati da nuove paure imprevedibili, chiamati da eventi che ci imporrebbero sacrifici se non addirittura eroismi, siamo sicuri di volerli affrontare, e non solo dopo quelli della pandemia, ma così, perché sarebbe nostro dovere?
UCRAINA - SOLDATI UCRAINI LANCIANO UN JAVELIN MISSILE DI FABBRICAZIONE AMERICANA
Basterà esporre la bandiera ucraina, raccogliere denaro, cacciare gli artisti russi che non si schierano contro l'invasione, suonare le campane e spegnere le luci tutti insieme, tingersi la faccia di giallo e azzurro, perché a Kiev si sentano protetti? Un po' di imbarazzo, persino commozione, lo proviamo in tanti a vedere la faccia stanca di quel giovane presidente in maglietta militare che ci inchioda, uno per uno, chiedendoci aiuto, uno per uno, aiuto vero: ma quale?
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