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DAGOREPORT – GIORGIA MELONI, FORSE PER LA PRIMA VOLTA DA QUANDO È A PALAZZO CHIGI, È FINITA IN UN…
DA PARIGI PARTE LA RESISTENZA EUROPEA A TRUMP (AUGURI) – IL GOVERNO FRANCESE CONFERMA LA RIUNIONE D’EMERGENZA DI DOMANI SULL’UCRAINA, DOPO CHE “THE DONALD” HA TAGLIATO FUORI L’EUROPA DALLE TRATTATIVE CON LA RUSSIA. ALL’ELISEO SI RITROVERANNO I LEADER DEI "PRINCIPALI PAESI EUROPEI" (ANCHE LA TRUMPIANA MELONI) – MARTEDÌ A RIAD PARTIRÀ IL PRIMO ROUND DEGLI INCONTRI TRA USA, RUSSIA E UCRAINA, CON LA PRESENZA DEL SEGRETARIO DI STATO, MARCO RUBIO – L’INVIATO SPECIALE DI TRUMP, KEITH KELLOGG: “NON VOGLIAMO UNA DISCUSSIONE AFFOLLATA. PUNTIAMO A UN ACCORDO NEL GIRO DI GIORNI O DI SETTIMANA”
++ RIUNIONE A PARIGI DOMANI DEI 'PRINCIPALI PAESI EUROPEI' ++
(ANSA) - La Francia, attraverso il suo ministro degli Esteri, Jean-Noel Barrot, conferma la riunione domani a Parigi sull'Europa e la situazione in Ucraina dei "principali Paesi europei".
Il presidente francese, Emmanuel Macron, riunirà domani a Parigi "i principali paesi europei" per discussioni incentrate sulla "sicurezza europea", ha confermato il ministro Barrot. Intervistato dalla radio France Inter, Barrot non ha precisato quali sono i partecipanti a questa "riunione di lavoro".
USA-UE LA ROTTURA
Estratto dell’articolo di Marco Audino e Marco Bresolin per “La Stampa”
Gli Stati Uniti non vogliono gli europei al tavolo negoziale con Russia e Ucraina e avviano il primo round a Riad, previsto per martedì, con la presenza di Marco Rubio. L'annuncio che ha provocato sconcerto a Bruxelles e nelle principali capitali europee è arrivato ieri da Keith Kellogg, inviato speciale per l'Ucraina dell'amministrazione americana.
Uno scenario che viene considerato inaccettabile nelle cancellerie del Vecchio Continente e anche per questo Emmanuel Macron si è subito messo in contatto con i colleghi per organizzare un vertice ristretto d'emergenza per domani a Parigi. Il giorno in cui Kellogg dovrebbe arrivare a Bruxelles per incontrare Ursula von der Leyen.
ANTONIO TAJANI E MARCO RUBIO A MONACO
Sulla lista dei principali invitati dovrebbero esserci i leader dei principali Paesi Ue, seppur non tutti, oltre al presidente del Consiglio Europeo, Antonio Costa. L'incontro sarà preceduto oggi da una riunione tra alcuni ministri degli Esteri Ue a margine della conferenza sulla sicurezza di Monaco.
Dalla città bavarese, l'americano ha provato a indorare la pillola agli alleati, dicendo che le trattative terranno «sicuramente» in considerazione le esigenze di sicurezza degli europei, ma che non potranno essere «fisicamente» presenti al tavolo. Questo perché gli Usa non vogliono «una discussione affollata», sostenendo che è proprio questo schema che ha portato al fallimento dei precedenti negoziati.
volodymyr zelensky emmanuel macron donald trump
«So che potrebbe essere irritante – ha messo le mani avanti Kellogg, rivolgendosi agli "amici" europei – ma vi sto dicendo qualcosa di molto onesto. Entrate nel dibattito, fate proposte concrete, aumentate le spese per la Difesa, ma non lamentatevi del fatto che potreste essere o no al tavolo».
Quindi, ha spiegato la strategia per poter arrivare a un accordo «nel giro di giorni o di settimane», attraverso negoziati su due binari paralleli: da un lato quelli con i russi, dall'altro quelli con l'Ucraina. Ed è in questo contesto che si è messa in moto la macchina diplomatica europea, soprattutto sull'asse Parigi-Varsavia.
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Ancora non è chiaro cosa potrebbero portare gli europei al tavolo delle trattative, ma il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha parlato della necessità di creare «truppe di Difesa europee» perché l'Ue «deve essere in grado di difendersi da sola». Per Kiev, però, «la miglior garanzia di sicurezza» resta l'ingresso nella Nato, che, secondo Zelensky, continua a essere un obiettivo nonostante la porta chiusa dalla nuova amministrazione americana.
Secondo quanto riportato dai media ucraini, il presidente ha precisato che prima di sedersi al tavolo i russi dovranno ritirarsi «almeno» dietro la linea di confine precedente l'invasione del 2022. Ha insistito sulla necessità di coinvolgere l'Europa nelle trattative e ha posto una condizione: Trump dovrà incontrare prima lui e soltanto successivamente Putin, perché «non accetteremo accordi alle nostre spalle», dopodiché ha respinto l'intesa con Washington sulle terre rare.
DONALD TRUMP E VLADIMIR PUTIN - MEME BY 50 SFUMATURE DI CATTIVERIA
[...] Dopo l'intervento del vice presidente Usa JD Vance dal palco del Bayrisches Hof – la ramanzina alle democrazie europee culminata a fine giornata con un endorsement all'ultradestra tedesca di Afd – il cancelliere socialdemocratico Olaf Scholz e il leader dell'opposizione conservatrice Friedrich Merz hanno respinto all'unisono l'intervento a gamba tesa della nuova amministrazione Usa nelle elezioni tedesche.
Il cancelliere ha accusato indirettamente il vicepresidente degli Stati Uniti di rappresentare una contraddizione insanabile. Ha visitato tre giorni fa Dachau, ma non l'ha capita. Quel "Mai più" scritto sul muro all'ingresso del campo «è il compito storico che la Germania come democrazia libera deve continuare a rispettare giorno dopo giorno» – ha detto Scholz – e il partito incoronato da Vance, Alternative fuer Deutschand, non lo rispetta.
VOLODYMYR ZELENSKY DONALD TRUMP VLADIMIR PUTIN
Anzi, lo relativizza, riducendo quella colpa a una minuscola impronta nella «grande» storia tedesca, come disse Alexander Gauland. «Per questo motivo non accetteremo che estranei interferiscano nella nostra democrazia, nelle nostre elezioni e nell'opinione pubblica», ha aggiunto il cancelliere. A maggior ragione poi se quell'intervento arriva da Paesi alleati. «Come andrà avanti la nostra democrazia, lo decidiamo noi» ha ricordato.
Dello stesso tenore anche le affermazioni arrivate del possibile futuro cancelliere Merz, che ha posto un'equazione semplice: «Rispettiamo l'esito dei risultati delle elezioni negli Stati Uniti e ci aspettiamo che gli Usa facciano lo stesso qui». [...]
jd vance alla conferenza di monaco
INCONTRO VOLODYMYR ZELENSKY JD VANCE A MONACO
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