DAGOREPORT – IL PREMIERATO? ANNACQUATO! DOMANI GIORGIA MELONI RIUNIRÀ I SUOI COSTITUZIONALISTI…
Roberto Fiori per “la Stampa”
Mario Roggero è di nuovo dietro al banco in marmo bianco della sua gioielleria, a Grinzane Cavour, in provincia di Cuneo. Un mese dopo aver reagito all' assalto di tre rapinatori uccidendo due banditi e ferendone un terzo, serve i clienti con disinvoltura.
Ma ogni volta che qualcuno suona il campanello della porta d' ingresso, i muscoli del volto gli si irrigidiscono e l' occhio punta dritto sullo schermo della videosorveglianza. Scruta per qualche istante, si consulta con la figlia e solo quando è sicuro decide di aprire.
Roggero, avete paura?
«Non viviamo sereni, temiamo delle ritorsioni. L' altra mattina, davanti alle vetrine sono arrivati due uomini con uno scooter nero e caschi integrali. Si sono fermati un po' a osservare e discutere indicando qua e là, fino a quando non abbiamo chiamato i carabinieri. Un' altra volta, invece, una donna ha suonato il citofono di casa in piena notte. Sono episodi inquietanti, che non ci fanno stare tranquilli. L' ho detto anche ai militari».
Che cosa?
«Che mi sento vulnerabile. Mi hanno sequestrato la pistola, ma se arrivasse un commando vorrei avere almeno la possibilità di difendermi ad armi pari. Io ho fiducia nella legge, ma in giro c' è ancora qualcuno che confonde la vittima con il carnefice».
Non nel suo paese, però.
tentata rapina alla gioielleria di mario roggero a grinzane cavour
«La solidarietà che mi hanno espresso i miei compaesani è straordinaria. E non solo loro.
La gente viene e mi abbraccia. Arrivano nuovi clienti e comprano senza dire una parola, ma io capisco che lo fanno anche per darmi un sostegno. E poi ho ricevuto centinaia di lettere e messaggi da tutta Italia, un po' tutti con lo stesso finale: "Non mollare, siamo al tuo fianco"».
A Torino, la scuola professionale orologiai ha già raccolto 11mila euro per aiutarla a sostenere le spese legali del processo.
«Non solo a Torino, si sono mobilitati anche a Napoli e Lugano. Non sono ricco: non ho case al mare o in montagna, non ho auto di lusso. Ho 67 anni, lavoro sodo dal 1976, ho quattro figlie e tre mutui ipotecari. Ma sono una persona onesta e anche in questi giorni così difficili sono riuscito a pagare tutti i fornitori. Ora alcuni amici hanno costituito un comitato etico e aperto un conto corrente nella banca qui a fianco, dove raccogliere con trasparenza le donazioni che arriveranno. Il presidente è un commercialista di Alba che si è offerto volontariamente di farlo. Sono queste le cose che ti danno la forza di andare avanti».
Ma lei ripensa a cosa è successo quel 28 aprile, alle 18,30?
«Ogni giorno e ogni notte. Non riesco a togliermelo dalla mente: provo a ricostruire tutta la dinamica, le minacce, i movimenti, gli spari».
Lei ha inseguito i banditi fuori dal negozio e sparato alle loro spalle?
«Sono rincuorato dal fatto che i periti abbiano trovato le tracce di un colpo nel retrobottega, io l' ho sempre detto agli inquirenti che ho iniziato a sparare dentro al negozio».
Non ha timore per le conseguenze della sua reazione?
«Non ci penso, perché ho fiducia nei magistrati e nel mio sesto senso, che mi dice di stare tranquillo, che la legge è dalla mia parte. In questi anni ho fatto un percorso spirituale molto profondo, se ora non cado è grazie a questo e alla gente che ha fatto quadrato intorno a me. Cerco di concentrarmi sul mio lavoro. Se c' è qualcuno che ha ancora qualche dubbio, lo lascio parlare e gli auguro di trovarsi nella nostra stessa situazione».
Come sta la sua famiglia?
«Mia moglie è una roccia, la più forte di tutti. Le mie figlie, invece, non ne vogliono più sapere del negozio. Paola ci lavora da 25 anni, ma ora vuole cambiare aria. Anche Laura vorrebbe smettere: dopo aver subito due rapine, entrambe con la pistola puntata alla tempia, si sente molto a disagio. Tutte le volte che suonano alla porta, ha un sussulto. Per ora, abbiamo raggiunto un compromesso: vengono ad aiutarmi solo qualche giorno a settimana, e solo se in negozio ci sono anche io».
La gioielleria di Mario Roggero
Le ha fatto piacere il sostegno ricevuto da personaggi politici anche importanti, come Salvini e Meloni?
«Io non ho mai avuto tessere di partito, ma ho sempre votato a destra, perché amo l' ordine e la giustizia. E sono convinto che ci sia un piano divino per ogni cosa: in cuor mio, sono fiducioso per quello che accadrà. Le persone che dovranno decidere, capiranno. Anzi, spero che quanto è successo possa essere un monito per tutti: è stato un gesto disperato di fronte a una violenza inaudita e al terrore di morire».
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