DAGOREPORT – IN POLITICA IL VUOTO NON ESISTE E QUANDO SI APPALESA, ZAC!, VIENE SUBITO OCCUPATO. E…
Francesco Spini per “la Stampa”
Senza più di mezzo i francesi di Vivendi a bloccare ogni mossa oltreconfine, Mediaset riparte nella sua strategia europea, preparandosi a trasferire la sede legale ad Amsterdam e a cambiare il nome in Mfe-MediaForEurope. Ma se non è più Parigi a frapporsi, ora il Biscione deve confrontarsi con l' ostacolo tedesco, una specie di secondo livello nel videogioco del consolidamento delle tv in chiaro, le cosiddette «free to air».
ProsiebenSat1 è il primo tassello - se si esclude la controllata spagnola - del polo europeo della tv, su cui l' ad Pier Silvio Berlusconi basa la sua strategia per gli anni a venire. Cologno Monzese in due anni è arrivato fino al 24,9% del gruppo tedesco. Con la discesa del fondo Kkr sono venuti meno i timori di una manovra per creare un polo con Axel Springer, dove il fondo americano è primo azionista.
Ma c' è un altro ostacolo: l' estrema freddezza con cui i vertici di ProsiebenSat1 accolgono le mire del Biscione che, per accrescere i ricavi, punta a creare una piattaforma europea per la raccolta pubblicitaria e per le co-produzioni da lanciare sul mercato europeo. Dopo Max Conze, alfiere della diversificazione del gruppo nell' e-commerce e nel dating online del gruppo, anche il successore, l' ad Rainer Beaujean, non appare disposto a cedere alle sirene di Cologno Monzese. Mediaset in assemblea, ieri, ha sostenuto il management. In cambio non ha ricevuto granché.
«La nostra strategia è chiara e non ha bisogno di aiuti dall' esterno», ha detto Beaujean. Il quale considera «un grande complimento al nostro lavoro quando una media company», l' allusione è al Biscione, «preferisce investire i soldi dei loro azionisti in azioni di Prosiebensat invece che investire nel proprio business model».
Certo, «non chiuderemo la porta a proposte ragionevoli. Se ci fosse chiesto di avviare colloqui, ascolteremo eventuali proposte e verificheremo se saranno vantaggiose per ProsiebenSat1 e tutti i suoi azionisti», ha aggiunto. Un' apertura, sconfessata però da altre dichiarazioni in cui l' ad ha spiegato che ProsiebenSat1 è ora rivolta «ai player digitali invece che ai broadcaster tv».
Mediaset per il momento tiene profilo basso: «Niente fuochi d' artificio», ha detto a Reuters il cfo Marco Giordani. Ma punta ad essere maggiormente coinvolta nella gestione e l' anno prossimo, al rinnovo del consiglio, presenterà i suoi candidati, provando a convincere gli azionisti della bontà della propria strategia.
Basterà? Tra gli osservatori c' è chi teme che anche in Germania - come in Francia dove M6 è sfuggita in direzione Tf1 - possano prevalere spinte campanilistiche. La tv, dopotutto, resta un centro di potere. E chissà che a Berlino non abbattano le barriere per favorire l' unione interna con Rtl.
Una scalata vera e propria - a cui il Biscione non allude mai, anche per non allarmare altri possibili alleati europei - è difficile in terra tedesca e costosa visti i rialzi del titolo.
I soldi, però, non sono un problema in una società dal debito sostenibile e dove potrebbero crearsi le condizioni per le nozze tra le torri tv di EiTowers (40% di Mediaset, 60% di F2i) e quelle di Raiway. Come nota qualche osservatore, però, il consolidamento europeo delle tv può essere ora più difficile da un lato perché i migliori affari si fanno nei momenti di debolezza del mercato (e la pubblicità si è ripresa dall' anno scorso). S
econdo, perché scarseggiano le prede disponibili. Ci sono Itv in Inghilterra, Nrj in Francia, la portoghese Media Capital. Se ne riparlerà dall' Olanda, dove l' assemblea del 23 giugno voterà di spostare la sede. Senza Vivendi, Fininvest respira. Con la sua lista di maggioranza, accompagnata da quella dei fondi, il cda sarà rinnovato in sostanziale continuità. Pronto per la nuova battaglia, non più in Francia ma in Germania.
Rainer Beaujean ProSiebenSatprosiebensat1 3
piersilvio e silvio berlusconi
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