andrea sempio chiara poggi alberto stasi

PER COLLOCARE ANDREA SEMPIO E GLI EVENTUALI COMPLICI (GLI “IGNOTI” DEL CAPO DI IMPUTAZIONE) IN CASA POGGI E A CONTATTO CON CHIARA, IN QUEL 13 AGOSTO 2007, BISOGNERA’ DARE DUNQUE UN SENSO E UN CONTESTO ALLE TRACCE CHE LA PROCURA DI PAVIA CONSIDERA GIÀ INDIZI E ALLE EVENTUALI CHE POTREBBERO SALTAR FUORI IN INCIDENTE PROBATORIO - PER ARRIVARCI, SERVE LA RIVALUTAZIONE DI CINQUE ELEMENTI: LE UNGHIE DELLA VITTIMA, L’IMPRONTA SUL MURO, LA TRACCIA NUMERO 10, LE FASCETTE PARADESIVE E I RIFIUTI IN CUCINA – MA NON BISOGNA DIMENTICARE I 10 MOTIVI CHE INCHIODARONO ALBERTO STASI – ECCO QUALI

Vai all'articolo precedente Vai all'articolo precedente
guarda la fotogallery

1 - IL DNA, L’ALIBI: I PUNTI CONTRO SEMPIO E I 10 MOTIVI CHE INCHIODARONO STASI

Estratto dell’articolo di Cesare Giuzzi,Pierpaolo Lio per il “Corriere della Sera”

 

DELITTO DI GARLASCO - COMPARAZIONE DELL IMPRONTA ATTRIBUITA AD ANDREA SEMPIO

L’omicidio di Chiara Poggi ha un colpevole. Il giallo di Garlasco ha un nuovo indagato. Un condannato in via definitiva. Un sospettato. Alberto Stasi o Andrea Sempio. Due nomi che però pesano in modo differente sul piatto della bilancia della giustizia. Il primo è stato giudicato in via definitiva come il responsabile del delitto. E s’è già visto negare dai giudici un tentativo di revisione. L’altro, invece è solo indagato nell’inchiesta «alternativa» sul delitto di Garlasco. Un’indagine alle prime battute.

andrea sempio

 

Al momento a unire Sempio e Stasi c’è il capo d’accusa che li vede «in concorso» per la morte della 26enne uccisa il 13 agosto 2007. Un tecnicismo giuridico, perché Stasi è stato condannato «oltre ogni ragionevole dubbio» e la sua sentenza non è stata (ancora) messa in discussione dopo l’avvio delle nuove indagini. L’ex fidanzato di Chiara ha scontato dieci dei sedici anni di condanna. Ma per gli inquirenti pavesi e per gli stessi legali, è chiaro che non ci sono vie per ipotizzare un omicidio che li veda complici.

DELITTO DI GARLASCO - IMPRONTA ATTRIBUITA AD ANDREA SEMPIO

 

[…] occorre tenere i piedi ben saldi sull’unica verità giudiziaria del caso Garlasco certificata dalla sentenza definitiva della Cassazione del 2015.

 

LA TELEFONATA AL 118

A inchiodare Stasi sono dieci punti ricostruiti nella sentenza d’appello bis del dicembre 2014, confermata l’anno dopo dalla suprema corte. Per i giudici «la lettura congiunta di tutti i dati probatori acquisiti, gravi e precisi» porta «ad individuare nell’imputato, oltre ogni ragionevole dubbio, l’assassino della fidanzata». La vittima conosceva il killer, tanto da farlo entrare a casa.

 

Poi, c’è l’assenza di un alibi: «Le attività che Stasi ha dichiarato di aver svolto consentono di collocarlo su tale scena in una “finestra temporale” compatibile con il delitto». E i suoi movimenti: «L’aggressore conosceva la casa».

 

MARCO POGGI - ANDREA SEMPIO - ANGELA TACCIA

La bici notata da alcuni testimoni fuori da casa Poggi che Stasi «non ha mai menzionato». E il sangue sui pedali. Altro punto è il racconto al 118: «Stasi ha subito riferito un incidente domestico — annotano i giudici, anche se in realtà nella telefonata non se ne fa menzione — che bene poteva spiegare la posizione della vittima a testa in giù in fondo alla scala ripida della cantina, ma tale qualificazione costituisce il primo grave e preciso indizio a suo carico. Il suo racconto è quello dell’aggressore, non dello scopritore».

 

C’è poi il tema dell’assenza di tracce: «Sulle sue scarpe non vi erano tracce di sangue, né le macchie sul pavimento sono risultate modificate dal suo passaggio; né sui tappetini dell’auto».

 

Tra gli elementi che convinsero i giudici, c’è spazio anche per la scienza. Come le due impronte digitali — «entrambe dell’anulare destro di Stasi» — repertate sul dispenser del sapone. O il numero di scarpa delle impronte della suola insanguinata sul pavimento: «L’assassino calzava scarpe numero 42, Stasi possedeva e indossava anche scarpe taglia 42».

LA SCENA DEL CRIMINE - CASA POGGI - GARLASCO

 

Infine il Dna: «Nel materiale sottoungueale della vittima vi erano tracce di Dna maschile, degradato e contaminato che non consentiva indicazione positiva né negativa di identità».

 

L’IMPRONTA 33

I magistrati che indagano oggi, invece, percorrono una via diversa. Per questo non basta sostituire il nome di Sempio a quello di Stasi per avere una ricostruzione «alternativa» del delitto. […]

 

Sono tre i punti contro Sempio, già indagato e archiviato nel 2017. Il primo è proprio il Dna che in attesa dell’incidente probatorio per i pm è «certamente» del 37enne. C’è poi l’impronta «papillare 33». I dattiloscopisti della Procura attribuiscono a Sempio il segno lasciato dal palmo di una mano destra sul muro delle scale della cantina, proprio vicino al corpo della vittima. Il terzo riguarda l’alibi. Per gli inquirenti, quella mattina non c’è alcuna certezza sui movimenti del 37enne. E non bastano le testimonianze del padre e della madre a confermarlo. […]

andrea sempio 1

 

2 - IL DNA, L’IMPRONTA 33 E I RIFIUTI LA NUOVA VITA DEI REPERTI SCARTATI

Estratto dell’articolo di Massimo Pisa per “la Repubblica”

 

Collocare Andrea Sempio e gli eventuali complici — gli “ignoti” del capo di imputazione — in casa Poggi e a contatto con Chiara in quel 13 agosto 2007. Dare dunque un senso e un contesto alle tracce che la Procura di Pavia considera già indizi e alle eventuali che potrebbero saltar fuori in incidente probatorio. […] per arrivarci, serve la rivalutazione di cinque elementi. Due certi, secondo gli inquirenti, e tre da esplorare. Vediamoli.

elisabetta ligabo alberto stasi 5

 

LE UNGHIE DELLA VITTIMA

Insanguinate ma catalogate alla rinfusa, erano state poi analizzate in laboratorio dal Ris di Parma, “mediante PCR-multiplex utilizzando i kit disponibili in commercio”, come scrissero nel novembre 2007. Risultato: nessun profilo maschile, nessun aplotipo Y. Tornarono in laboratorio al processo di appello bis contro Alberto Stasi, le analizzò il professor Francesco De Stefano con il metodo del lavaggio, tre prove in tre diverse quantità di soluzione e tre tracciati diversi, col secondo a dare i risultati più significativi.

 

Eppure bocciati come incerti e non comparabili. Risultati opposti diede l’esame dei genetisti Fabbri e Linarello su incarico dei difensori di Stasi nel 2016: il dna c’era e portava ad Andrea Sempio. Conclusione bocciata nella prima archiviazione a carico dell’amico di Marco Poggi. Ora, grazie al parere di Carlo Previderè e Pierangela Grignani, la Procura di Pavia è convinta di avere in mano il dna dell’indagato sulla vittima.

 

impronta riconducibile ad andrea sempio

L’IMPRONTA SUL MURO

Etichettata col numero 33 […] stava sulla parete delle scale sopra al corpo martoriato di Chiara. Fu “testata con il combur test che ha fornito esito dubbio — dice la relazione numero 3306 — e con l’OBTI test che ha fornito esito negativo”. […] è stata giudicata “utile” e messa a confronto col palmo della mano destra di Sempio. Combaciano per quindici minuzie. “Ulteriori investigazioni”, ha scritto il procuratore capo Fabio Napoleone, sono in corso sul materiale biologico presente nell’impronta: fosse il sangue della vittima, sarebbe la firma del killer.

 

elisabetta ligabo alberto stasi 4

LA TRACCIA NUMERO 10

Un “contatto papillare” insanguinato sulla porta di casa, evidenziato all’epoca dai Ris con la luce UV e fotografato, poi evidenziato con polvere e asportato. Presentava però solo otto minuzie, insufficiente per una comparazione con le impronte palmari che non hanno dato risultati nemmeno per esclusione, oggi come allora. Ma gli esami biologici sono possibili. E potenzialmente decisivi.

 

LE FASCETTE PARADESIVE

alberto stasi

Sono sessanta, su carta gommata e colla, sono state ritrovate in una busta tra i faldoni del processo. Mai analizzate. Conservazione non ideale, ma possono aver conservato il dna di chi si trovava in quella villetta. Altre potenziali firme sul delitto.

 

I RIFIUTI IN CUCINA

Un sacco azzurro, due vaschette di Fruttolo con due cucchiaini, una confezione di Estathè con cannuccia, sacchetti di cereali e biscotti e, purtroppo, una banana lasciata a marcire che potrebbe aver corrotto i reperti con i batteri. Mai passati in laboratorio e abbandonati nello scantinato in tribunale per diciott’anni. Toccherà agli esperti della polizia scientifica a Milano provare a estrarre profili. E dire chi si trovava in quella cucina a far colazione oltre alla povera Chiara Poggi.

DELITTO DI GARLASCO - SCENA DEL CRIMINE DELL OMICIDIO DI CHIARA POGGI