DAGOREPORT - PER RISOLVERE LA FACCENDA ALMASRI ERA SUFFICIENTE METTERE SUBITO IL SEGRETO DI STATO E…
Federico Fubini per il “Corriere della Sera”
Questa settimana segna il passaggio di una soglia, nel rapporto simbiotico e di guerra che l'Unione europea mantiene con la Russia: dall'inizio dell'invasione in Ucraina, i Paesi europei ormai hanno comprato dai russi idrocarburi per cento miliardi di euro.
XI JINPING VLADIMIR PUTIN - VIGNETTA DI GIANNELLI
Poco più di metà dei pagamenti sono legati a petrolio e derivati (sui quali l'embargo scatta da gennaio), altri 44 miliardi agli acquisti di gas e tre miliardi al carbone. Dall'inizio della guerra la sola Italia ha comprato energia russa per poco più di dieci miliardi, divisi in parti quasi uguali fra petrolio e metano: da quando si combatte siamo il quinto maggiore cliente dei colossi di Stato di Mosca nell'industria estrattiva dopo Olanda, Turchia, Germania (pagamenti alla Russia per oltre 22 miliardi di euro) e Cina (quasi 37 miliardi).
Le stime sono del Centre for Research on Energy and Clean Air, un'agenzia non governativa di Helsinki, i cui economisti hanno sviluppato un modello basato su tutti i dati disponibili da fonti aperte: flussi di metano o spedizioni via nave di greggio o gas liquido. In realtà i rapporti commerciali si stanno trasformando, da quando l'Europa cerca di recidere i legami con Mosca.
Gli ultimi dieci giorni di settembre segnano il superamento di un'altra soglia simbolica, con molte implicazioni politiche: per la prima volta da sempre - non solo dall'inizio della guerra - dal 21 settembre la Cina è il più grande acquirente di idrocarburi russi. Maggiore non solo di ogni singolo Paese europeo, ma dell'intera Ue.
Se prima era l'Europa a dipendere da Mosca, ora è Mosca a dipendere dalle condizioni di Pechino per poter vendere materie prime. Gli acquisti cinesi salgono a circa 220 milioni di euro al giorno, mentre quelli europei calano da circa 750 milioni al giorno nelle prima settimane di guerra a circa 150 milioni. Anche l'Italia ha più che dimezzato i pagamenti a Mosca, ridotti oggi a poco più di 30 milioni al giorno.
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