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Fabrizio Dragosei per il “Corriere della Sera”
Si rafforza ancora di più il potere della famiglia Aliyev che controlla uno degli Stati petroliferi più importanti del mondo. Il presidente Ilham Aliyev, che ha in pratica ereditato la carica suprema dal padre Heydar morto nel 2003, ha nominato la moglie Mehriban sua vice. Nel caso succeda qualche cosa al 55enne presidente dell' Azerbaigian, sarebbe lei, in qualità di prima vice presidente, a subentrare.
Mehriban, tre anni meno del marito, è conosciuta per i suoi vestiti glamour ma anche per la sua attività benefica. È un' ambasciatrice dell' Unesco ed è a capo della fondazione che porta il nome di Heydar Aliyev. Nel Paese che è controllato strettamente dalle autorità, la decisione del presidente è passata senza problemi, anche se l' opposizione ha subito criticato l' atto, dicendo che «dimostra mancanza di rispetto per il popolo».
Nel panorama delle presidenze-monarchie che reggono le repubbliche ex sovietiche dell' Asia Centrale, l' Azerbaigian non è certo la peggiore. Il presidente (il padre è stato l' ultimo segretario del partito comunista del paese e ha mantenuto il controllo dopo lo scioglimento dell' Urss) è criticato dalle istituzioni internazionali e dall' Europa per le limitazioni alle libertà fondamentali, ma non più di tanto, vista l' importanza di Baku come nodo energetico.
Gli Aliyev hanno vissuto il turbolento periodo post sovietico durante il quale scoppiò la guerra nel Nagorno-Karabakh, regione azera abitata da armeni, che ha provocato più di trentamila morti. Da allora il conflitto è congelato, ma la tregua è instabile e i rapporti con l' Armenia sono tutt' altro che tranquilli. L' Azerbaigian però è calmo e grazie alle sue risorse energetiche ha visto migliorare decisamente le condizioni di vita della popolazione. In contrapposizione a Erevan che è sempre più vicina a Mosca, Baku ha da anni imboccato la strada delle relazioni sempre più strette con l' Europa.
È in costruzione un importantissimo gasdotto/oleodotto (Southern Gas Corridor) che dovrebbe far arrivare nel vecchio continente il metano e il petrolio azero bypassando le condutture controllate da Mosca.
Si tratta, ha precisato proprio il presidente Aliyev, di tre linee per il petrolio e di quattro per il gas che raggiungono il Mediterraneo attraverso la Georgia e la Turchia, per approdare poi in Grecia, Albania e Italia. Si prevede l' arrivo di 10 miliardi di metri cubi l' anno di gas per salire poi a 20 miliardi. Le prime forniture in Turchia ci saranno nel 2018 e in Italia nel 2019.
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