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Federico Genta per “la Stampa”
L’offerta era allettante. Un giro in carrozza di 15 minuti, gratuito, tra le vie del centro a Milano e Torino. Cavalli on demand, prenotabili utilizzando la stessa App, ormai sospesa, che metteva in contatto i clienti con i taxisti low cost. Si chiama «#UberCLOP» ed è l’iniziativa andata in scena ieri pomeriggio nelle due grandi città del nord Italia. Replica di quanto già sperimentato lo scorso anno a Londra e New Yourk.
Il programma è filato liscio in Piemonte, con decine di passeggeri soddisfatti dell’insolita opportunità. È andata meno bene in Lombardia. Qui, nella Milano dove il Tribunale ha bloccato il servizio costringendo la società californiana ad un dietro front nazionale, non c’è stato nemmeno il tempo di iniziare. I vigili urbani hanno interrotto l’iniziativa e appioppato ai cocchieri una multa di 60 euro. Il motivo? Mancava la targa della carrozza.
«Volevamo raccontare in modo spiritoso e ironico il ritorno al passato imposto, con la sospensione temporanea del servizio Uber Pop, a noi e a centinaia di migliaia di utenti » dice Benedetta Arese Lucini, general manager italiano. Continua: «Il nostro obiettivo è parlare a nome di tutte quelle persone, che di fatto si trovano prive di un’alternativa al servizio pubblico che sia economica, efficiente e accessibile».
E l’intervento della polizia municipale a Milano? Uber liquida l’episodio come a una semplice incomprensione: la richiesta dei permessi necessari era stata affidata ad una società esterna. Che ha regolarmente presentato l’autorizzazione sanitaria, rilasciata dalle Asl del territorio e il certificato di tutela degli animali. Nessuno però ha pensato alle targhe delle carrozze: quella torinese era provvista del documento, l’altra no.
Ma la vera partita milanese si gioca oggi, ancora una volta in Tribunale, dove è attesa la sentenza d’appello sui servizi offerti in Italia dalla start up. Intanto a Torino, dove giusto ieri il giudice di pace ha accolto i ricorsi presentati da due autisti Uber, la Regione sarà chiamata a discutere il progetto di legge sui trasporti pubblici non di linea - leggasi taxi e noleggio con conducente - che potrebbe comportare un robusto aumento delle sanzioni a carico degli abusivi.
«Aspettiamo la decisione dei giudici - commenta Federico Rolando, portavoce delle auto bianche torinesi - La nostra non è una battaglia contro un’App, che parla di oscurantismo: pretendiamo solo il rispetto delle regole, che devono essere uguali per tutti».
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