vera gemma

VERA GOES TO HOLLYWOOD! “DOPO IL LEONE D’ORO PER LAVORARE MI HANNO CHIAMATO QUELLI CHE PIACCIONO A ME: ROBERTO D'AGOSTINO E MARCO GIUSTI PER ‘ROMA, SANTA E DANNATA’ E CARLO VERDONE PER ‘VITA DA CARLO’” – QUELLA BOMBA A OROLOGERIA DI VERA GEMMA SARÀ LA PROTAGONISTA DI UN FILM CON UN REGISTA AMERICANO PREMIO OSCAR: “CI STIAMO LAVORANDO DA TEMPO. È TUTTO PRONTO, GIREREMO QUESTA ESTATE. IL NOME? NON LO DICO NEANCHE SOTTO TORTURA. IL MIO COGNOME? MAI STATO UN PROBLEMA. MIO PADRE ERA PERFETTO, PERBENE E CALMO. IO HO PROVATO TUTTE LE DROGHE IN CIRCOLAZIONE, MENTRE LUI NON HA MAI FUMATO UNA CANNA IN VITA SUA. L’EROINA? MAI STATA DIPENDENTE. L’ULTIMA RIVINCITA? A VENEZIA. SONO RIMASTI TUTTI DI MERDA…”

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Estratto dell’articolo di Andrea Scarpa per "Il Messaggero"

 

vera gemma

Nel panorama delle attrici italiane, una come lei è più unica che rara: è coraggiosa, dice quello che pensa, si diverte a provocare. Lavora più all'estero che in Italia, come attrice, e in passato ha fatto di tutto: dalla domatrice di tigri e leoni in un circo alla spogliarellista nei club di Los Angeles. Vera Gemma ha 55 anni [… ]

 

È vero che farà un film da protagonista con un regista americano Premio Oscar?

«Sì. Ci stiamo lavorando da tempo. È tutto pronto, gireremo quest'estate».

 

Bene. Chi è?

«Non lo dico neanche sotto tortura. Buone Feste […]

 

A che punto è della sua vita?

«Ottimo, direi. Ho 55 anni portati benissimo. Sono una figa, ma sono anche un'artista. Lo dico con grande mancanza di umiltà, ma bisogna anche essere consapevoli di quello che uno è e si sente. Ho avuto grandi soddisfazioni senza mai inginocchiarmi davanti a un potente, rimanendo me stessa. Ho sempre pensato di potercela fare da sola».

vera gemma

 

Sente di avercela fatta?

«Sono stata più lenta di tante altre, però va bene così. Ho vinto il Leone a Venezia come miglior attrice (nella sezione Orizzonti con il film biografico Vera, ndr) a 53 anni, un'età in cui in teoria un'attrice in Italia è finita, o quasi. Evidentemente prima non ero pronta».

 

Chi deve ringraziare per primo?

«I miei genitori e i registi Tiziana Covi e Rainer Frimmel che hanno creduto in me».

 

Lei ne ha fatte di tutti i colori...

«Sfatiamo questo mito perché faccio una vita regolarissima. Passo le mie serate a casa sul divano, tranquilla e disciplinata. Alle 8.15 di mattina faccio yoga, sport e sto attenta a quello che mangio. Alle undici di sera vado a letto, alle sei mi sveglio».

 

... e fra le tante ha fatto la domatrice di tigri e leoni: come ha imparato?

«Il mio fidanzato di qualche anno fa, Tairo Caroli, era il domatore di una grande famiglia di circensi, quindi ho iniziato grazie a lui. Prima ho studiato, però».

[…]

vera gemma

 

Lei quanto ci ha messo?

«Mesi. Poi, superata la paura, mi sono lanciata. Volevo dimostrare al mio fidanzato che ero così coraggiosa da farlo anch'io. Mio padre amava il circo però un giorno mi disse che non avrebbe mai fatto una scena con una tigre o un leone. In allenamento ripetevo a me stesso, che io invece ce l'avrei fatta».

 

Con quanti e quali animali è stata in gabbia?

«Quattro leoni e due tigri, poi diventate quattro. Ero brava, la prima volta che li ho affrontati ho avuto scariche di adrenalina così forti che dopo per due notti non chiusi occhio. Un'emozione incredibile».

 

Per quanto tempo ha fatto questa vita?

«Più di un anno. Il mio numero durava venti minuti e oggi, lo confesso, non lo farei più. Mi è andata bene, ma non rischierei più».

 

[…]

VERA E GIULIANO GEMMA

 

Il cognome ingombrante è mai stato un problema?

«No, perché i miei fan sono molto diversi da quelli di papà. Lui era perfetto: bello come il sole, perbene e calmo. Io no e ho anche provato tutte le droghe in circolazione, mentre lui non ha mai fumato una canna in vita sua. Eravamo due mondi opposti, che andavano molto d'accordo, soprattutto negli ultimi anni».

 

L'equivoco più fastidioso e ricorrente sul suo conto qual è stato e qual è?

«Io sono sempre stata sincera, al limite della provocazione, quindi molta gente pensa che io sia una cretina viziata perché ho raccontato senza pudori aspetti passati della mia vita, che non rinnego, come - appunto - le droghe».

 

vera gemma

Quando dice tutte, vuol dire anche quelle che danno quasi subito dipendenza come l'eroina?

«Sì, ma io non sono mai stata dipendente. Sono stata molto brava a gestire tutto».

 

Si sente in credito o in debito rispetto alle tante cose che ha fatto?

«In credito. Devo ancora ottenere quello che merito, voglio di più».

 

L'ultima rivincita quando se l'è presa?

«A Venezia. Quando fecero l'annuncio rimasero tutti a bocca aperta. Pensavano a un errore. Nessuno mi veniva a fare i complimenti, nessuno mi salutava. Anche i miei registi me lo dissero: "Vera, sono rimasti tutti di merda". Che goduria...».

 

Quel premio le ha portato qualcosa di speciale?

vera gemma roma santa e dannata

«Mi hanno chiamato quelli che piacciono a me: Roberto D'Agostino e Marco Giusti per il loro Roma, santa e dannata e Carlo Verdone per Vita da Carlo. Per il resto, meno di prima. Ma va bene così. Da certi miti italiani considerati grandissimi registi, non vorrei essere cercata».

 

Tipo?

«Gabriele Muccino, per esempio. Mi piace Paolo Virzì, lui sì».

 

E lei piace al regista americano Sean Baker, che l'anno scorso ha vinto la Palma d'oro a Cannes e quattro Oscar con il film "Anora": è vero che dopo il premio a Venezia quando ha presentato lei e Vera al cinema Los Felix di Hollywood era emozionatissimo?

«Sì, è stato molto gentile, ha speso parole belle per me: "La meravigliosa Vera Gemma...". Mi ha fatto davvero piacere».

 

L'errore più frequente che ha fatto?

«La metà dei miei fidanzati: sono stata innamorata istericamente di uomini che oggi non riconosco. Però non li rinnego».

 

marco giusti e dago con vera gemma roma santa e dannata

Ricordo un arabo molto più giovane di lei, giusto?

«Quando ho visto lui e mio figlio che litigavano per giocare alla playstation, ho capito che non era più il caso».

 

Un film da regista con una storia tutta sua, tipo Paola Cortellesi, prima o poi lo farà?

«No. Io ho ambizioni da attrice e su quel versante non demordo. Amo i documentari, forse come regista potrei farne un altro dopo quello che nel 2013 ho prodotto e realizzato dedicandolo a mio padre, che aprì il Festival di Roma di quell'anno. Purtroppo due anni fa, per quel film Pier Silvio Berlusconi mi ha fatto causa».

 

Perché?

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«Ho usato scene dei film di mio padre, e siccome i diritti sono suoi, mi ha chiesto 75 mila euro. Quel documentario, che in dieci anni non ho mai venduto, ho detto che gliel'avrei regalato.

 

Niente da fare, uno così ricco voleva i soldi da me. Visto che non li avevo, ci siamo accordati per 36 mila euro. Da dare tutti e subito. Suo padre non l'avrebbe mai fatto. Ci sono rimasta malissimo. Il mio era un omaggio a papà, non era business. Che brutta cosa».

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