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Il personale della struttura ha picchiato dei clienti e impedito a un ragazzo etiope di entrare al "Cayo Blanco" Sono questi, i due episodi principali che hanno portato il questore di Venezia a sospendere per 13 giorni la licenza dello stabilimento balneare di Chioggia. Si tratta però della punta dell'iceberg, perché il personale di di sicurezza della struttura si sarebbe reso responsabile di varie aggressioni.
Al Cayo blanco l'ultima violenza si è registrata sabato scorso: un uomo di 43 anni è stato dapprima spinto fuori dal locale e, dopo aver reagito, è stato colpito con calci e pugni da un buttafuori dello stabilimento. L'uomo ha riportato la frattura di perone e mascella, ed ha avuto una prognosi di 30 giorni.
Nello stesso locale, qualche giorno prima, riferisce la Questura, c'era stato anche un episodio di discriminazione razziale: il personale della sicurezza aveva impedito l'accesso ad un giovane ventenne italiano di origine etiope, perché "chi ha la pelle scura non entra", aveva denunciato poi il ragazzo ai Carabinieri.
Il giovane era in compagnia di altri amici quando era stato bloccato dal personale del Cayo Blanco, che gli ha aveva impedito di entrare che "non potevano entrare persone con la pelle scura". I dipendenti dello stabilimento balneare avevano poi aggiunto che nel locale c'erano stati dei furti di cui erano sospettate "persone di colore". Furti di cui però gli investigatori non avevano mai ricevuto denuncia.
Accertamenti congiunti del Commissariato di Chioggia e della compagnia Carabinieri di Chioggia Sottomarina hanno fatto emergere altre violenze avvenute nel locale: tra queste un'aggressione ad un avventore che aveva subito la frattura delle ossa nasali, con prognosi di 20 giorni.
La Questura riferisce che le violenze e le discriminazioni avevano generato un elevato allarme sociale, evidenziando "una non adeguata vigilanza del locale da parte del gestore". Il comportamento del personale ha "pericolosamente minato diritti costituzionalmente garantiti quali la pari dignità sociale senza distinzione di sesso, razza, lingua e di religione", che devono essere garanrtiti, in particolare, dai titolari di autorizzazioni di pubblici esercizi.
"Rappresentano pertanto - evidenzia il Questore - una preoccupante minaccia all'ordine e alla sicurezza pubblica, aggravata da aspetti di deriva razziale, in special modo se riferiti ad un luogo di ritrovo per un significativo numero di giovani". Il provvedimento di sospensione della licenza è stato notificato stamane ai gestori dai carabinieri e dagli agenti del commissariato di Chioggia.
Già nel 2017 l'inviato di Repubblica, Paolo Berizzi (che vive sotto scorta perché minacciato dai nazifascisti), aveva denunciato il razzismo di un altro stabilimento balneare di Chioggia, il Punta Canna, dove abbondavano simboli del Ventennio e immagini del Duce. Un'ordinanza del Prefetto aveva obbligato il titolare a rimuovere tutto ciò che inneggiava al fascismo.
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