re carlo volodymyr zelensky

RE CARLO, CHE HA SEMPRE SOSTENUTO L'UCRAINA DALL'INIZIO DELLA GUERRA, NON ESITA ORA CHE GLI AMERICANI SBARELLANO: INCONTRA ZELENSKY E MANDA UN SEGNALE A TRUMP - IL FACCIA A FACCIA CON IL PRESIDENTE UCRAINO, NELLA RESIDENZA DI SANDRINGHAM, E' UN "AVVISO" A TRUMP, INVITATO DALLA CORONA A UNA VISITA IN GRAN BRETAGNA - I TABLOID CONSERVATORI, DI SOLITO FILO-TRUMP, NON HANNO APPREZZATO LA SVOLTA PRO-PUTIN DELLA CASA BIANCA E CHIEDONO AL RE DI REVOCARE L'INVITO AL TYCOON - RE CARLO VUOLE USARE IL SOFT POWER PER RICUCIRE I RAPPORTI CON WASHINGTON...

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Estratto dell’articolo di Enrico Franceschini per "la Repubblica"

 

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Un tragitto in elicottero, una stretta di mano davanti ai fotografi all’arrivo, un’ora di conversazione, forse una tazza di tè: ma il pur breve incontro fra Carlo III e Volodymyr Zelensky, ieri sera a Sandringham, residenza privata del re nella contea del Norfolk, è un segnale importante per tre ragioni.

 

Perché segue di pochi giorni l’invito del sovrano a Donald Trump a una seconda visita di stato nel Regno Unito; perché Carlo ha sempre espresso fermo sostegno a Kiev; e perché, in questa crisi fra diplomazia e guerra, il presidente ucraino ha dunque visto il re prima di Trump.

 

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Una piccola folla di inglesi con bandiere ucraine si è radunata all’ingresso della residenza […] Zelensky si è presentato come sempre in abiti militari. Il re non l’ha fatto notare, né se ne è lamentato, diversamente da Trump a Washington nel clamoroso incidente di venerdì.

 

A Londra tira insomma un’aria differente: perfino un tabloid conservatore e generalmente filo-trumpiano come il Daily Mail si schiera con Kiev, chiedendo in prima pagina di revocare l’invito del re al presidente americano.

 

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Il colloquio fra Carlo e Zelensky è dunque un altro momento rivelatore del soft power della famiglia reale. Prima è stato giocato a sorpresa da Keir Starmer nella visita di giovedì alla Casa Bianca […]  

 

L’invito del sovrano a Trump, dicono le indiscrezioni, è una mossa che porta la firma di due ex-stretti collaboratori di Tony Blair, oggi entrambi nella squadra di Starmer: Jonathan Powell, ex-capo di gabinetto e architetto della pace del 1998 in Irlanda del Nord, ora consigliere per la sicurezza nazionale; e Peter Mandelson, ex-ministro e stratega del blairismo, ora ambasciatore britannico a Washington.

 

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Sarebbe stato invece Zelensky, affermano fonti di Londra, a chiedere un’udienza con il re, non è chiaro se prima o dopo lo scontro con Trump e con il vicepresidente americano J.D. Vance nello studio ovale. Come che sia, Carlo ha immediatamente accettato. Il sovrano aveva già incontrato il presidente ucraino due volte, l’ultima nel 2023, all’indomani dell’invasione russa. «L’Ucraina ha sofferto un’indescrivibile aggressione, un attacco non provocato nella propria terra », disse il re in quella occasione.

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«E il popolo ucraino ha dimostrato eccezionale coraggio e resilienza messo di fronte a una tale tragedia ». Stavolta non c’è stato nemmeno bisogno di sue dichiarazioni pubbliche: un’immagine vale più di mille parole. Il soft power della casa reale può risultare efficace come l’hard power della politica.

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