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GLI ULTIMI VIDEO GIRATI DA WISSEM BEN ABDEL LATIF: "RISCHIO DI MORIRE PER LA VERITÀ"
Romina Marceca per "la Repubblica - Edizione Roma"
Una nuova inchiesta sulla fine di Wissem Ben Abdel Latif si affianca a quella penale per omicidio colposo. Si tratta di un'indagine interna avviata dalla Regione Lazio sui due ospedali dove Abdel ha trascorso i suoi ultimi cinque giorni di vita: il Grassi di Ostia e il Servizio di Psichiatria dell'Asl 3, ospitato al San Camillo.
E da oggi inizieranno anche i nuovi accertamenti sul corpo del tunisino morto a 26 anni dopo due mesi dal suo arrivo in Italia e sulla documentazione sanitaria, come deciso dalla procura di Roma nei giorni scorsi. Abdel, il migrante tunisino trovato senza vita legato a un letto del San Camillo, era stato ricoverato il 23 novembre scorso al Grassi di Ostia. Era arrivato lì dopo un mese e dieci giorni trascorsi nel Cpr di Ponte Galeria con una diagnosi di « disturbo schizo-affettivo».
Il supporto psicologico del Cpr aveva rilevato che quel migrante stava dando segni di insofferenza. Eppure Abdel, come dicono i suoi familiari, era un ragazzo «sano». Nel centro, secondo almeno quattro testimoni, Abdel era stato picchiato dagli agenti per i video-denuncia che aveva girato nelle stanze del Cpr e era riuscito a fare arrivare su Facebook. « Un giorno è stato prelevato dal modulo e poi è tornato con la testa gonfia», è quanto sostiene una delle testimonianze pubblicate da Repubblica.
La prima domanda è: «I medici del Grassi hanno annotato, se c'erano, segni di un pestaggio sul corpo di Abdel? » . Dopo due giorni, il 25 novembre, Abdel è stato trasferito al Servizio di psichiatria del San Camillo. L'inchiesta avviata dalla Regione Lazio punta a ricostruire cosa è accaduto al Grassi e al San Camillo. E, per quanto riguarda il Servizio psichiatrico, c'è da comprendere se le procedure di "contenimento" sono state eseguite secondo le norme.
Di certo c'è stata una annotazione il 25 novembre e poi, nel diario dei controlli, ci sono gli orari dei giorni 26 e 27. Ma, come ha affermato anche il garante nazionale dei detenuti, Mauro Palma, non c'è traccia di quelle braccia e gambe legate nelle ultime ore di vita di Abdel. Pugno duro della Regione: « Se dovessero emergere delle irregolarità sulle procedure eseguite, siamo pronti a rimuovere i medici » .
Nel 2009 un insegnante di Salerno, Francesco Mastrogiovanni, morì dopo essere stato costretto al letto di ospedale per sette giorni. Ma nel caso d Abdel entrano in gioco anche i racconti dei suoi compagni di Cpr. Uno di questi, scappato all'estero, ha dichiarato che « Wissem è morto per farmaci neurologici sbagliati». Il caso di Wissem Abdel è ormai esploso a livello nazionale mentre in Tunisia continua lo sciopero della fame della famiglia che chiede « giustizia » .
È pronta un'interrogazione parlamentare da parte di Sinistra italiana. « Tutti coloro che sono in custodia dello Stato devono essere rispettati nella loro dignità e nei loro diritti. Sta qui il senso profondo di uno Stato democratico. Lo Stato italiano non può tollerare zone grigie o impunità di alcun genere.
È per questo che la morte nei giorni scorsi in circostanze oscure del giovane tunisino nel Cpr di Roma deve essere chiarita fino in fondo » , afferma il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni. Intanto c'è attesa per i risultati dell'autopsia eseguita tra il 2 e il 3 dicembre scorsi quando ancora la famiglia di Wissem Abdel non sapeva di avere perso un figlio. I consulenti della procura hanno chiesto 60 giorni di tempo per rispondere alla domanda principale: « Perché è morto Abdel?». In Parlamento la morte del giovane al Cpr. Fratoianni "Lo Stato non può tollerare zone grigie"
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