“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL…
Fiorenza Sarzanini per il “Corriere della Sera”
Una richiesta di collaborazione per fermare l' ulteriore divulgazione dei documenti segreti sottratti dagli uffici del Vaticano. E punire chi ne ha già usufruito. Circa un mese fa, quando è stata annunciata la pubblicazione dei due libri sulle relazioni riguardanti la gestione economica e finanziaria della Santa Sede, il cardinale Giuseppe Bertello, presidente della Pontificia commissione e del Governatorato, ha avuto colloqui riservati con rappresentanti delle istituzioni italiane per annunciare quanto stava per accadere e concordare una linea d' azione.
Per questo adesso non si esclude che dalla segreteria di Stato, soprattutto dopo la decisione di papa Francesco di affrontare la vicenda durante l' Angelus, si trasmetta una rogatoria per chiedere di indagare sui cittadini del nostro Paese che hanno utilizzato quelle carte.
LE RIVELAZIONI DEL CARDINALE
FRANCESCA CHAOUQUI E IL MARITO CORRADO LANINO
L'inchiesta della Gendarmeria fa nuovi e determinanti passi avanti. Negli ultimi giorni un cardinale avrebbe deciso di collaborare e questo avrebbe fornito elementi determinati, tanto che Oltretevere sono in molti a parlare di una svolta clamorosa e imminente.
Certo è che nel fascicolo contro monsignor Lucio Angel Vallejo Balda e Francesca Chaouqui - entrambi accusati di aver trafugato gli atti e di averli poi ceduti - già compaiono diversi altri nomi. Persone non ancora formalmente accusate, ma coinvolte nelle verifiche avviate sei mesi fa.
francesca chaouqui prende la comunione da monsignor vallejo
Controlli che sin da subito hanno fatto emergere un collegamento diretto con il furto avvenuto nel marzo del 2014 nel palazzo delle Congregazioni, quando i ladri riuscirono a penetrare nello stabile e dopo aver aperto con la fiamma ossidrica casseforti e armadi blindati portarono via decine e decine di dossier.
Lettere personali, fotografie, incartamenti privati, ma anche fascicoli che riguardavano la gestione dello Ior e dell' Apsa, i forzieri della Santa Sede. Proprio su questo l' alto prelato avrebbe deciso di rivelare quanto accaduto negli ultimi anni, indicando i nomi di chi potrebbe aver sfruttato le notizie riservate delle quali era entrato in possesso per esercitare pressioni e ricatti.
Del resto non è un mistero che all' interno del Vaticano si sia cercato di proteggere in ogni modo l' identità dei titolari di quei conti cifrati intestati a clienti «laici». Pur sapendo che su alcuni depositi erano transitate somme provenienti da attività illecite.
Dunque la partita si gioca sulle carte trafugate, ma non ancora rese pubbliche nella consapevolezza che qualcuno le stia sfruttando proprio per ricavarne vantaggi.
L'ISTANZA DI ROGATORIA
La preoccupazione delle gerarchie ecclesiastiche è evidente, la scelta del Pontefice di parlare della vicenda all' Angelus fa ben comprendere quanto alta sia la tensione.
Per questo già nei prossimi giorni potrebbe avere riscontro la richiesta di collaborazione sinora concordata soltanto in via informale con la richiesta di rogatoria al ministero della Giustizia. Uno scambio di notizie ha già riguardato il fascicolo aperto dalla procura di Terni che ha viaggiato in parallelo con gli accertamenti svolti all' interno della Santa Sede fino a far finire sul registro degli indagati per intrusione informatica ed estorsione la stessa Chaouqui, suo marito Corrado Lanino e il funzionario di Palazzo Chigi Mario Benotti. Lanino è un esperto di computer, Benotti è un giornalista ex dirigente della Rai e in passato ha subito un processo, poi finito in prescrizione, per truffa nei confronti di un prelato.
Non è finita. Tra le verifiche affidate alla Gendarmeria una riguarda i referenti italiani della Fundacion Santa Maria del Camino, sede principale in Spagna e uffici di rappresentanza in Italia. Uno dei responsabili era Vallejo Balda, ed è stato proprio lui a sostenere l' esistenza di una guerra interna all' Ente ecclesiastico tra i motivi della sua «rottura» con la Chaouqui, proprio per il tentativo di quest' ultima di usare la Fondazione come «copertura» per alcune attività illecite legate alla gestione finanziaria.
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