DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI…
Enrico Franceschini per “la Repubblica”
Paese che vai, coda che trovi. In Italia, dove siamo famosi per evitarle sgomitando, i serpentoni di 4 mila turisti intorno al Colosseo hanno fatto notizia in mezzo mondo. In Francia, i siti di viaggi pubblicano guide su come evitare di fare la fila, anche quella piuttosto disordinata, per entrare al Louvre, alla Torre Eiffel e a Notre Dame.
Tutto questo è niente rispetto alla coda di 100 mila persone che si è formata il mese scorso alla stazione ferroviaria di Pechino, dopo ritardi causati dalla neve. Se c’era un posto dove mettersi in fila è un’arte era l’Inghilterra: qui tutti sembrano felici di starci, e gli psicologi spiegano anche perché: arrivare per ultimi in una coda è un modo di confermare a se stessi che si è nel posto giusto, visto che altri hanno fatto la stessa scelta prima di noi.
Ma adesso a Londra si prepara una rivoluzione. I passeggeri della stazione del metrò di Holborn non potranno più salire le scale mobili con le proprie gambe, bensì saranno costretti a restare fermi su ogni gradino, appaiati, in fila per due. Un test ha dimostrato che con il nuovo sistema si creano meno ingorghi, il traffico scorre più veloce e si arriva più in fretta a destinazione.
Ora l’esperimento sarà protratto per sei mesi e, se avrà successo, esteso alle altre stazioni. A quel punto, forse la novità contagerà il mondo. Inaugurata oltre 150 anni fa, quella di Londra è la metropolitana più antica del pianeta, per cui anche le sue scale mobili sono dei precursori: se cambiasse il modo di affrontarle qui, in effetti potrebbe influenzare anche tutti gli altri.
«Può sembrare paradossale che, stando fermi, si va più veloci che camminando, eppure è proprio così», afferma Peter McNaught, direttore della London Underground. Al momento ogni gradino delle scale mobili di Londra è come un’autostrada in cui la corsia di destra è riservata a chi resta fermo, lasciandosi trasportare dal nastro metallico, e quella di sinistra a chi vuole sorpassare, salendo o scendendo autonomamente.
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Una regola di cui gli incauti visitatori stranieri si accorgono a loro spese quando si fermano in due sullo stesso gradino, apostrofati da chi viene dietro. La tesi del rivoluzionario modello è che, se ogni gradino viene occupato da due persone ferme invece che una, tutti ne guadagnano.
Gli inglesi sono considerati gli inventori della coda: nessuno la rispetta quanto loro, l’argomento è fonte di appassionate discussioni, sul tema si pubblicano dotti libri. Il fenomeno viene fatto risalire alla rivoluzione industriale e allo sviluppo di una società più ordinata e precisa.
Ma un conto è fare la coda alla cassa, un altro viaggiare in metropolitana, insieme a quasi 4 milioni di passeggeri al giorno: un trasporto di massa che necessita di essere organizzato nei minimi dettagli. Scale mobili comprese. Ce ne sono di lunghissime e la stazione di Holborn, nel cuore della città, ha le più lunghe in assoluto.
Qualcuno ha studiato come accelerare il transito: esperti della Greenwich University hanno calcolato che, se invece di usare la “corsia” di destra per stare fermi e quella di sinistra per sorpassare, ogni gradino viene occupato da due persone ferme, il traffico scorre più veloce per tutti. Per l’esattezza, l’affollamento si riduce del 30 per cento: 16.220 persone possono viaggiare sui 24 metri di scala mobile della stazione durante l’ora di punta invece delle abituali 12.745.
fila all ingresso di glastonbury
Londra non è la sola a cercare di rivoluzionare le code in metrò. L’estate scorsa Hong Kong e Tokyo hanno lanciato campagne analoghe, chiedendo ai passeggeri della sotterranea di rimanere fermi sulle scale mobili: non tanto per risparmiare tempo, quanto per evitare cadute e incidenti. La riforma, nel disciplinatissimo Giappone, non ha suscitato unanimi consensi.
Sotto il Big Ben è anche peggio. «In un paese affetto da crescente obesità, è ridicolo vietare alla gente di esercitarsi almeno salendo le scale», si lamenta un passeggero. Chi va piano, rispondono le autorità, va lontano: e a quanto pare arriva prima.
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