DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE…
Luca Pagni e Alessandra Ziniti per “la Repubblica”
Il piano di sicurezza prevede, o meglio prevedeva, settecento telecamere tra Taormina, Messina, Giardini Naxos e Catania. Su palazzi, tratti autostradali, ponti, cavalcavia, pali.
Quelle ritenute necessarie per adeguare al territorio che tra meno di due mesi ospiterà i lavori del G7 il modello di prevenzione, controllo e gestione dell' ordine pubblico in situazioni di criticità per prevedibili manifestazioni di protesta sperimentato con successo a Roma sabato scorso.
Peccato che due settimane fa, ad appena cinque giorni dalla scadenza prevista per la firma del contratto, il costo del sistema di videosorveglianza sia improvvisamente lievitato tanto da costringere il Viminale a dire no. Uno stop imprevisto che complica non poco (e con lo spettro del G8 di Genova) il lavoro per garantire che il vertice si svolga in piena sicurezza e le manifestazioni senza incidenti.
È successo che Leonardo, uno dei principali gruppi europei nel settore difesa e sicurezza, che aveva avuto l' affidamento diretto della commessa per l' installazione delle telecamere, con la formula di un «ampliamento videosorveglianza territoriale », in seguito a un incarico pregresso con la regione Sicilia, si è accorto che i costi per la fornitura definitiva sarebbero stati superiori alla cifra individuata in partenza, 4 milioni e mezzo di euro, e ha chiesto una revisione al rialzo del compenso finale, fino a 7 milioni. Da qui il contenzioso con il Viminale, ancora irrisolto, che a 56 giorni dall' apertura del vertice segna una pericolosa battuta d' arresto nella corsa per approntare in tempo utile le misure per la gestione dell' ordine pubblico.
Anche in vista delle prevedibili contestazioni che gruppi organizzati, molti dei quali provenienti dall' estero, hanno già annunciato per i giorni del summit. Duecento telecamere avrebbero dovuto essere piazzate in tutti i punti critici di Taormina, dalle strade di accesso alla cittadina (che sarà blindata già dal 15 maggio) alla zona rossa in cui sarà consentito l'accesso solo alle delegazioni e ai residenti, dai grandi alberghi che ospiteranno i delegati al Teatro Greconel quale è prevista la cerimonia inaugurale con un concerto dell' orchestra della Scala di Milano, dal Palazzo dei Congressi alle elipiste nelle quali atterreranno i Capi di Stato che il genio militare ha finalmente cominciato ad allestire in una corsa contro il tempo che dovrebbe concludersi proprio all' immediata vigilia del vertice.
Al momento, però, dopo lo stop al contratto con Leonardo, la cabina di regia della sicurezza può contare solo sulle 25 telecamere che già esistono del sistema di videosorveglianza della città di Taormina. Per evitare di arrivare all' apertura del summit senza la videosorveglianza, il Viminale ha approntato un "piano B" contattando il gruppo Telecom Italia che per il G7 si è visto assegnare l' incarico per la realizzazione e gestione tecnica della centrale operativa in cui confluiranno tutte le immagini registrate. Nel caso non si dovesse risolvere il contenzioso finanziario con il gruppo Leonardo, Telecom sarebbe pronta a intervenire.
Anche il commissario prefettizio per il G7, il prefetto Riccardo Carpino, dispone di 15 milioni di euro per le infrastrutture necessarie per il vertice. Da questa cifra potrebbe venir fuori un contributo agli investimenti per la sicurezza, a partire da qualche telecamera in più a Giardini Naxos, la cittadina costiera ai piedi di Taormina dove (nell' impossibilità di salire su fino alla zona rossa) si concentreranno le migliaia di manifestanti previsti.
Se non dovesse sbloccarsi il contenzioso, bisognerebbe rinunciare alle centinaia di telecamere che, secondo il piano originario, avrebbero dovuto essere piazzate agli imbarcaderi di Messina, all' aeroporto di Catania, ai caselli autostradali, insomma in tutti i posti di arrivo dei manifestanti. Strumenti fondamentali per il controllo e la successiva comparazione di immagini registrate dai droni o dai telefonini delle forze dell' ordine in borghese mischiate tra la folla.
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