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Marco Cimminella per https://it.businessinsider.com/
la luce blu di smartphone e tablet causa disturbi del sonno 4
Appena suona la sveglia al mattino, il primo istinto è quello di guardare le notifiche al cellulare. Mail, messaggi, chat, social network: cosa ci siamo persi durante le ore notturne? Così comincia la nostra giornata e così termina prima di chiudere gli occhi e andare a dormire. Nel mezzo, mentre studiamo, lavoriamo o trascorriamo il nostro tempo libero, usiamo continuamente smartphone, tablet, computer e tv. A casa, in viaggio, all’università, in ufficio. Ed è così che, quasi senza rendercene conto, passiamo 6235 ore all’anno con gli occhi incollati a un
dispositivo (circa 17 ore e 51 minuti al giorno). In prospettiva, significa 408.431 ore, vale a dire 47 anni della nostra vita.
Sono i risultati di un’indagine condotta su richiesta di Vision Direct, negozio online di lenti a contatto e prodotti per la cura degli occhi. Il sondaggio ha coinvolto 2.000 cittadini della Penisola, rilevando che in media, quotidianamente, si trascorrono fino a tre ore e mezza davanti alla tv, meno di 4 ore e mezza al pc e tre ore e 53 minuti fissando lo schermo del proprio telefonino. Il resto della giornata è occupato da e-reader e dispositivi ludici. Tra le nazionalità intervistate, siamo quelli che passano più tempo con gli occhi puntati ai device: seguono i Paesi Bassi (45 anni), Stati Uniti (44 anni) e Regno Unito (34 anni).
Un’abitudine malsana, che ha un impatto negativo sulla salute ma anche sui rapporti con le altre persone. Spesso dimentichiamo di far riposare gli occhi e l’11 per cento degli intervistati non si concede neppure una pausa tra un device e l’altro. Inoltre, il tempo di esposizione a uno schermo diventa causa di discussioni in famiglia: come evidenzia la ricerca, “quasi 4 genitori su 10 ritengono che i propri figli passino troppo tempo attaccati ai loro dispositivi di gioco o ai loro telefoni”.
Non mancano padri e madri che si colpevolizzano per questo; eppure, più della metà di loro si sente ipocrita a rimproverare i bambini per via di questi comportamenti, visto che spesso sono gli stessi adulti in casa a usare eccessivamente smartphone e computer.
Più nel dettaglio, gli italiani sono ossessionati da cellulari e laptop, trascorrendo rispettivamente 1618 ore e più di 1417 ore all’anno fissando gli schermi di questi device. Una volta alzati dal letto (o appena svegli), impieghiamo circa 16 minuti in media per dare un’occhiata al telefonino o magari al pc: a un quarto degli intervistati serve anche meno tempo, solo 5 minuti per riconnettersi con il mondo attraverso la tecnologia. Il terzo posto va invece alla tv (con oltre 1295 ore nell’arco di 365 giorni). Seguono dietro tablet, dispositivi di gioco ed e-reader.
TEMPO TRASCORSO PER DISPOSITIVO
Giornaliero Annuale
Telefono 3 ore 53 min 1417 ore 24 min
Laptop 4 ore 26 min 1618 ore 6 min
TV 3 ore 33 min 1.295 ore 45 min
E-reader 1 ora 40 min 608 ore 20 min
Tablet 2 ore 11 min 796 ore 54 min
Dispositivo di gioco 2 ore 8 min 778 ore 40 min
MIN TOTALI 17 ore 51 min 6.235 ore 36 min
Come fa notare lo studio, più di un decimo della popolazione si dice “sorpreso” dalla quantità di tempo spesa tra telefoni, pc e televisione, anche se alcune persone ritengono che la metà di queste ore ogni giorno sia impiegata per fini “produttivi”.
È però evidente che non tutto è giustificabile con motivi quali lavoro e studio: il 59 per cento degli intervistati ha ammesso che non saprebbe come trascorrere il proprio tempo se non avesse a disposizione queste tecnologie: addirittura, il 21 per cento delle persone coinvolte nel sondaggio ha spiegato di sentirsi in ansia se si allontana a lungo dal proprio smartphone.
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“Siamo fortunati ad avere dispositivi che ci connettono con il mondo esterno. Se una pandemia del genere si fosse verificata 30 o 40 anni fa, avremmo visto la gente reagire alla mancanza di contatti in modi molto diversi”, fa notare Benjamin Dumain, ottico e responsabile Business Development per Vision Direct. Che aggiunge: “Tuttavia, è importante essere consapevoli di cosa comporti alla salute degli occhi un eccessivo tempo di esposizione a uno schermo e tenere sotto controllo la situazione, senza esagerare”.
L’affaticamento e la secchezza degli occhi sono tra le prime conseguenze di questa tendenza molto diffusa. Un effetto che possiamo evitare o combattere creando le condizioni giuste per lavorare bene, in ufficio o da casa in modalità smart working.
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A cominciare dall’importanza di posizionarsi almeno a 40 cm dallo schermo, impostando una luminosità, un contrasto e una dimensione dei caratteri ottimale per la stanza in cui ci troviamo. Un’altra regola da tenere a mente è quella del 20-20-20:ogni 20 minuti distogli gli occhi dallo schermo e guarda un oggetto a 20 piedi da te (circa 6 metri), per 20 secondi. Bisogna inoltre ricordarsi di sbattere spesso le palpebre. E se usiamo le lenti a contatto, è necessario rispettarne la frequenza di sostituzione: “Se il tuo oculista ti ha consigliato di togliere le lenti quando torni a casa dal lavoro, ricordati di continuare a farlo in questo periodo, anche se ora la tua postazione di lavoro è a soli 3 passi dal soggiorno”, dicono gli esperti di Vision Direct. “Ci sono sia aspetti positivi che aspetti negativi dell’esposizione a uno schermo, ma finché le persone ne sono coscienti e ne limitano l’uso, non avverranno danni a lungo termine”, sottolinea Benjamin Dumaine.
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