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Stefano Pisani per http://www.wired.it/
Il Ritratto di una Sforza, anche detto “Bella Principessa”, è la più recente attribuzione che riguarda Leonardo da Vinci. Il ritratto in pergamena, del 1495, raffigura una giovane dama di profilo con i capelli raccolti in una lunga treccia (coazzone) che andava molto di moda alla corte degli Sforza. Ma è il sorriso della ragazza ad aver destato negli scienziati una particolare attenzione.
la bella principessa e la monna lisa di da vinci a confronto con un ritratto del pollaiolo
L’opera è stata attribuita a Leonardo sulla base di un’impronta digitale rinvenuta in un angolo a sinistra, compatibile con altre conosciute del genio toscano (che amava sfumare le sue opere con i polpastrelli). Sussiste tuttavia ancora qualche dubbio rispetto a questa attribuzione, ma una nuova ricerca condotto da Alessandro Soranzo e Michael Newberry della Sheffield Hallam University potrebbe portare un ulteriore punto a favore dell’ipotesi della paternità leonardesca.
Secondo gli scienziati, a quanto si legge nello studio pubblicato sulla rivista Vision Research, il sorriso della Bella principessa sarebbe enigmatico proprio come quello della Gioconda, forse il sorriso più famoso – e misterioso – del mondo.
Misterioso soprattutto perché, di primo acchito, soffermandosi sul sorriso della Monna Lisa, questo ci sembra quasi inesistente ma, mentre lo sguardo si muove sugli occhi, sui capelli, la sua bocca sembra animarsi e il sorriso si apre molto di più. L’interpretazione scientifica di questo fenomeno percettivo è stata fornita per la prima volta nel 2005 dalla neurobiologa Margaret Livingstone della Harvard Medical School e va a coinvolgere la visione centrale e periferica della retina.
leonardo da vinci autoritratto
Quando il sorriso è al centro della nostra attenzione (e la sua immagine colpisce il centro della nostra retina) appare quasi inesistente, ma quando ci focalizziamo altrove, entra nella visione periferica della retina e appare sfumato e più ampio: il sorriso risulta così più evidente nella visione periferica che in quella centrale.
Leonardo dipinse il sorriso di Monna Lisa usando ombre che vediamo molto meglio con la nostra visione periferica e, per questo, per vederla sorridere di gusto bisogna fissare gli occhi della donna o qualunque altra parte del quadro, in modo che le sue labbra cadano nel campo della visione periferica.
monna lisa e la bella principessa
Una dimostrazione di questo effetto può essere fatta sfumando progressivamente l’immagine del quadro, in modo da visualizzare come la nostra retina vede il sorriso, in visione centrale (a sinistra) e periferica (man mano che si procede verso destra).
la gioconda dettaglio del viso
Usando una tecnica analoga di analisi, Soranzo e Newberry, nel nuovo studio, sono giunti alla conclusione che questo trucco sembra essere stato usato anche con la Bella Principessa. Un ulteriore indizio che l’opera (che precede cronologicamente La Gioconda) è effettivamente di Leonardo e che questo suo particolare modo di dipingere non era frutto di un caso ma di una specifica ricerca di dinamicità dell’immagine.
studi su illusione del sorriso bocca e occhila vergine delle rocceil sorriso della gioconda
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