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Estratto dell’articolo di Enrico Franceschini per www.repubblica.it
festeggiamenti per la morte di nasrallah a Idlib in siria
“Mentre in Occidente gli sciocchi si scandalizzano, metà del Medio Oriente, compresa la maggior parte del Libano, festeggia la morte del capo di Hezbollah”. Così scrive su X Avi Yemini, un esperto australiano di affari mediorientali. La fonte non è imparziale: Yemini ha anche cittadinanza israeliana e professa simpatie spiccatamente ultraconservatrici. Ma non è il solo a riportare scene di giubilo nel mondo arabo sunnita alla notizia che Israele ha ucciso Hassan Nasrallah.
Filmati di giovani che celebrano la scomparsa del leader del movimento islamista libanese, apparentemente girati in Libano, Siria, Iraq, sono circolati ieri su svariati social media. “Nasrallah era peggio di Osama bin Laden, è stato responsabile della morte di milioni di siriani e iracheni”, commenta, riportando i video sul suo profilo su X, Amjad Taha, un analista di questioni internazionali degli Emirati Arabi. […]
Chi celebra la morte di Nasrallah
festeggiamenti per la morte di nasrallah a Idlib in siria
La reazione di chi festeggia la morte di Nasrallah ha motivazioni politiche e religiose, sia connesse all’epoca recente, sia antiche di secoli. In Libano, la cui popolazione è per metà cristiana, una fetta rilevante dell’opinione pubblica detesta Hezbollah, che in particolare nel Sud del Paese e nelle aree più povere si è di fatto sostituito allo stato e all’esercito regolare libanesi, approfittando di una instabilità che dura dagli anni Settanta del Novecento.
Più in generale, l’ostilità di molti arabi a Hezbollah riflette la storica divisione dell’Islam in sunniti e sciiti, iniziata nel 632 dopo Cristo alla morte di Maometto, quando la maggioranza dei suoi seguaci pensava che la leadership religiosa e politica dei musulmani dovesse andare ad Abu Bakr, amico e padre della moglie del Profeta, mentre la minoranza riteneva che suo erede dovesse essere un consanguineo, il cugino Alì.
Chi sono i sunniti e chi sono gli sciiti
HASSAN NASRALLAH Bashar al Assad
Da allora la divisione in sunniti (i primi) e sciiti (i secondi, tra cui gli Hezbollah libanesi) ha spaccato l’Islam, in certa misura analogamente alla spaccatura fra cattolici e protestanti nella cristianità. Le due correnti islamiche hanno le stesse convinzioni sulle questioni principali del proprio credo: Allah unico Dio, Maometto il suo Profeta sulla terra, il mese di digiuno del Ramadan, il Corano come libro sacro.
Ma ad acuire la loro contrapposizione, accompagnata da reciproche accuse di eresia, ha contribuito in modo cruciale la rivoluzione islamica del 1979 in Iran, che dopo la caduta dello Scià ha portato al potere un’autocrazia religiosa sciita in uno dei tre soli Paesi non arabi del Medio Oriente (Turchia e Israele sono gli altri due).
I Paesi a maggioranza sciita nel Medio Oriente
Con l’obiettivo di distruggere Israele, l’Iran oggi finanzia e manovra due movimenti politico-religiosi e militari sciiti: Hezbollah in Libano, appunto, e gli Houti nello Yemen; oltre a un movimento sunnita a Gaza, i palestinesi di Hamas. A parte l’Iran, oggi i Paesi del Medio Oriente a maggioranza sciita sono soltanto Iraq e Bahrein; ma anche in Siria comandano di fatto gli sciiti, attraverso la famiglia del presidente Assad, appartenente a una minoranza etnico-religiosa locale.
Tutti gli altri Paesi arabi sono a maggioranza sunnita, inclusi i due più importanti politicamente ed economicamente, Egitto e Arabia Saudita.
Il ruolo della Cina
Nonostante una temporanea distensione fra Teheran e Riad, mediata dalla Cina nel marzo 2023 con l’evidente intento geopolitico da parte di Pechino di accrescere la propria influenza in Medio Oriente, danneggiando quella americana, Iran e Arabia Saudita sono i principali antagonisti odierni della contesa sciiti-sunniti.
In questo contesto, l’aggressione di Hamas a Israele del 7 ottobre e l’offensiva di Hezbollah contro Israele dal giorno dopo avevano l’obiettivo filo iraniano di fare saltare l’accordo di pace fra Israele e Arabia Saudita, mediato dagli Usa, che avrebbe avuto come condizione la ripresa del negoziato per creare uno stato palestinese. Per tutte queste ragioni, non è strano che nelle capitali del Medio Oriente sunnita venga festeggiata la morte del leader sciita di Hezbollah. […]
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