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FARE SESSO O MASTURBARSI MIGLIORA IL…SONNO! – UNA RICERCA AUSTRALIANA CONFERMA L’OVVIO: FARE SESSO O DARSI PIACERE POCO PRIMA DI ANDARE A LETTO AIUTA RIPOSARE MEGLIO – IL MOTIVO? IL RILASCIO, DURANTE IL RAPPORTO, DI ORMONI COME OSSITOCINA, PROLATTINA ED ENDORFINE, AIUTANO AD ADDORMENTARSI - GLI SCIENZIATI HANNO ANCHE OSSERVATO CHE I BENEFICI DELL’INTIMITÀ SUL SONNO SEMBRANO ESSERE PARTICOLARMENTE FORTI PER LE DONNE…
Dagortraduzione da https://www.dailymail.co.uk/health/article-14524291/sex-bed-help-specific-sleep-problem-study.html
Se hai l’abitudine di svegliarti nel cuore della notte, un po’ di intimità potrebbe essere la chiave per dormire fino al mattino. Secondo alcuni esperti, chi fa sesso o si dedica all’autoerotismo poco prima di andare a letto ha molte meno probabilità di svegliarsi poco dopo.
Sebbene gli scienziati australiani non siano riusciti a confermare con esattezza il motivo, hanno ipotizzato che la scarica di ormoni del benessere rilasciata dopo l’orgasmo possa favorire un sonno profondo. Hanno anche osservato che i benefici dell’intimità sul sonno sembrano essere particolarmente forti per le donne.
Questo è solo uno dei tanti studi recenti che evidenziano come l’attività sessuale offra numerosi vantaggi per la salute. In quello che è il primo esperimento del suo genere, gli esperti hanno reclutato sette coppie eterosessuali, con un’età media di 26 anni, e hanno dato loro uno schema rigoroso di sesso e sonno.
Per un totale di 11 notti, i partecipanti hanno dovuto astenersi dal sesso per sette notti, praticare autoerotismo per due notti e fare sesso con il proprio partner nelle ultime due.
Alle coppie è stato detto di dormire separatamente nelle due notti dedicate all’autoerotismo.
Durante l’esperimento, ai partecipanti è stato chiesto di svolgere l’attività sessuale come ultima azione prima di dormire. Tutti indossavano un dispositivo per il monitoraggio del sonno, che registrava il tempo impiegato per addormentarsi, quanto tempo dormivano e se si svegliavano durante la notte. I risultati venivano inviati direttamente ai ricercatori per l’analisi il mattino seguente.
In media, i partecipanti hanno riferito di dedicarsi all’autoerotismo per circa 19 minuti, mentre i rapporti sessuali con il partner duravano circa 33 minuti per sessione. I dati dei tracker hanno mostrato che, nelle notti in cui i volontari avevano avuto attività sessuale, si svegliavano per una media di soli 16 minuti durante la notte. Al contrario, nelle notti di astinenza, rimanevano svegli per quasi 23 minuti in media.
Gli esperti hanno anche riscontrato un miglioramento dell’efficienza del sonno — ovvero il tempo totale trascorso a dormire rispetto al tempo passato a letto — che è aumentata di 2 punti percentuali, arrivando al 93,4%, suggerendo un riposo più profondo e continuo. Scrivendo sulla rivista Sleep Health, gli autori hanno sottolineato che l’impatto di qualsiasi tipo di attività sessuale sul sonno sembrava essere più marcato per le donne.
“Le donne hanno dormito più a lungo e hanno passato meno tempo sveglie durante la notte sia dopo attività sessuali in solitaria che con il partner,” hanno scritto.
Anche se lo studio non ha potuto misurare direttamente gli effetti ormonali, i ricercatori sospettano che ormoni come ossitocina, prolattina ed endorfine, rilasciati durante il sesso, abbiano aiutato i partecipanti ad addormentarsi.
Gli scienziati hanno inoltre affermato che il loro esperimento è il primo a usare dispositivi digitali di monitoraggio del sonno per valutare l’impatto dell’attività sessuale sul riposo direttamente nelle case delle persone, piuttosto che in laboratorio.
Questo approccio ha il vantaggio di rilevare i dati nel mondo reale, ma comporta la limitazione che i ricercatori non possono osservare direttamente se i partecipanti rispettano esattamente le istruzioni del diario sesso-sonno.
Un altro limite dello studio è il numero ristretto di partecipanti e il fatto che studi sul comportamento sessuale possono attirare persone con frequenze orgasmiche più alte rispetto alla media della popolazione.
I ricercatori hanno aggiunto che studi futuri potrebbero includere un gruppo più ampio e variegato di partecipanti, e anche esplorare se il raggiungimento dell’orgasmo sia davvero necessario per ottenere benefici sul sonno.
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