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SI FA PRESTO A DIRE "RITORNO ALLA NORMALITÀ": LA STRISCIA E' UN CUMULO DI MACERIE – GAZA È COSÌ DEVASTATA CHE PER RICOSTRUIRLA POTREBBERO VOLERCI 14 ANNI – MA PRIMA DI TIRARE SU UN SOLO PALAZZO, SI DOVRÀ FARE PULIZIA: PER SMALTIRE 50,8 MILIONI DI TONNELLATE DI DETRITI, CI VORRANNO UN MILIARDO E MEZZO DI DOLLARI – SOLO ALLORA SI POTRÀ IPOTIZZARE UNA RICOSTRUZIONE CHE POTREBBE ARRIVARE A COSTARE 40 MILIARDI FINO AL 2040 – RESTA SENZA RISPOSTA LA DOMANDA SU CHI GOVERNERÀ NELLA STRISCIA…

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Estratto dell’articolo di Giusi Fasano per il "Corriere della Sera"

 

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Sono talmente spropositate le cifre per la ricostruzione di Gaza che davanti a quella parola — ricostruzione — è come essere davanti all’Everest da scalare. […] Cominciamo dalle macerie.

 

L’ultima stima ufficiale dell’Onu (e siamo a ottobre 2024) diceva che ce n’erano 42 milioni di tonnellate. È stato calcolato che già soltanto quelle equivalevano a 11 volte la piramide di Cheope. Ma da ottobre a ieri la cifra è cresciuta e pochi giorni fa è stato il Times UK a riportare il nuovo numero: 50,8 milioni. Una quantità colossale.

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Come rimuoverle? A quale costo? E quanto tempo ci vorrà? Sono sempre le Nazioni Unite a dare una stima di massima: per rimuoverle servono 280 milioni di dollari ogni 10 milioni di tonnellate. Quindi se è giusto il calcolo di 50,8 milioni di tonnellate di macerie significa che soltanto per rimuoverle ci vorrà circa un miliardo e mezzo di dollari.

 

Ma il dato Onu più impressionante è quello del tempo: per portar via da Gaza l’ultimo secchio di detriti che (soprattutto a nord) sono il solo panorama della Striscia, ci vorranno 14 anni. Tra l’altro serviranno aziende e metodi specializzati perché sotto quella montagna di case, ospedali, scuole, università, moschee, strade sbriciolate ci sono 7.500 tonnellate di ordigni inesplosi, secondo l’Autorità per la qualità ambientale della Palestina. E ci sono materiali pericolosi come l’amianto oltre a resti umani.

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[…] Il Programma di sviluppo delle Nazioni Unite (Undp) propone una stima più recente dell’intera ricostruzione: potremmo arrivare — dice — fino a 40 miliardi da qui al 2040. […]

La domanda più grande sul futuro di Gaza però è politica.

Chi la governerà? Chi, nella comunità internazionale, farà da supervisore e garante? Il presidente dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), Mahmoud Abbas detto Abu Mazen, lo ripete da mesi: «Tocca a noi governare la Striscia. Siamo pronti ad assumerci la responsabilità».

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«L’Anp non è in grado di controllare la Striscia di Gaza, ha già problemi nel controllare il suo territorio in Cisgiordania» è la replica del ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa’ar. Che propone: in una prima fase a Gaza guidata da un comitato internazionale con la presenza degli Stati arabi moderati e di componenti palestinesi. «Ma per ora il discorso è prematuro»

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